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L'ultima rinunzia [alla mia mamma, un bacio lungo un anno]


» 16 anni fa
Ad un anno dalla sua dipartita (29.04.2006/29.04.2007) voglio dedicare alla mia mamma e a tutte le mamme che ci guardano da lassù questa poesia di Guido Gozzano [da “La via del rifugio”, 1907 (II^ lezione del Corso di Teatro 2006/2007)]

L'ultima rinunzia

«...l'una a soffrire e l'altro a far soffrire.»

I.
- «O Poeta, la tua mamma
che ti diede vita e latte,
che le guance s'è disfatte
nel cantarti ninna-nanna,
lei che non si disfamò,
perché tu ti disfamassi,
lei che non si dissetò,
perché tu ti dissetassi,
la tua madre ha fame, tanta
fame! E cade per fatica,
s'accontenta d'una mica;
tu soccorri quella santa!
Ella ha sete! Non t'incresca
di portarle tu da bere:
s'accontenta d'un bicchiere,
d'un bicchiere d'acqua fresca.»

- «Perché sali alle mie celle?
Che mi ciarli, che mi ciarli?
Non concedo mi si parli
quando parlo con le Stelle.
Mamma ha fame? E vada al tozzo
e potrà  ben disfamarsi.
Mamma ha sete? E vada al pozzo
e potrà  ben dissetarsi.
O s'affacci al limitare,
si rivolga alla comare:
ma lasciatemi sognare,
ma lasciatemi sognare!»


II.
- «O Poeta, la tua mamma
che ti diede vita e latte,
che le guance s'è disfatte
nel cantarti ninna-nanna,
la tua mamma che quand'eri
ammalato t'assisteva,
non mangiava, non beveva
nei tristissimi pensieri,
lei che t'era sempre intorno
per rifarti sano e forte
per contenderti alla Morte,
e piangeva, notte e giorno
invocava Gesù Cristo
e la Vergine Maria:
o Poeta! ed oggi ho visto
la tua madre in agonia!
Oh! l'atroce dipartita!
Chinerai la testa bionda
sulla fronte incanutita
della santa moribonda?»

- «Taciturna è la fortuna.
Che mi ciarli, che mi ciarli?
Non concedo mi si parli
quando parlo con la Luna!
Forse che dallo speziale
non c'è benda e medicina?
Forse che nel casolare
non c'è Ghita la vicina?
La vicina a confortare,
medicina a risanare:
ma lasciatemi sognare,
ma lasciatemi sognare!»

III.
- «O Poeta, la tua mamma
che ti diede vita e latte,
che le guance s'è disfatte
nel cantarti ninna-nanna,
- odi, anco se t'annoia! -
lei che t'ebbe come un sole,
che t'apprese le parole
che ora sono la tua gioia,
la tua mamma in sulla porta
fu trovata sola e morta!
Sola e morta chi sa come
singhiozzando nel tuo nome...
Vieni a piangere la cara,
prima che altri le ritocchi
giù le palpebre sugli occhi
e la metta nella bara.
Son le donne già  raccolte
là , nell'opera funesta:
ma tu chiamala tre volte
s'ella vuol che tu la vesta.»

- «Che mi dici, che mi dici,
che mi parli tu di lutto?
Non intendo ciò che dici
quando parlo con il Tutto.
Forse che lamentatrici
non ci sono a lamentare?
Forse che becchini e preti
non ci sono a sotterrare?
E la fate lamentare
e la fate sotterrare:
ma lasciatemi sognare,
ma lasciatemi sognare!

Ma lasciatemi sognare!»


» 14 anni fa
Alla mia mamma, un bacio lungo un triennio e una prece: Aiutami Tu

Glauco » 14 anni fa
Ti ricordi quando un anno fa mi veniste a trovare a casa dopo il mio incidente? Meno di un mese dopo, mio padre non potè più condividere tutte quelle risate che portaste con la vostra visita. Era stanco ed anziano e se ne andò lasciando un vuoto immenso.
Hai tutta la mia commozione per il ricordo di tua madre.
In certi momenti le parole sono superflue, a volte addirittura banali
Un forte, caldo abbraccio
cat

Alla mia mamma, un bacio lungo un triennio e una prece: Aiutami Tu ... (Grazie)

Brillo mer 29 aprile 2009 - 18:42

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