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Il nostro LIBRO


amaiorani » 16 anni fa
Certo, se fosse comuinciato tutto con: "Chiamatemi Ismaele ....." sarebbe stato scontato poi trovarmi su di una nave a caccia di balene quindi trovarmi comunque dopo un paio d'anni su una baleniera giapponese al largo della costa est della Corea potrebbe essere stato uno scherzo!
No! Assolutamente, no! Non sto qui a raccontare cosa successe in quei due anni ma sta di fatto che una decisione forse scema mi fece scoprire la voglia di viaggiare e di vedere il mondo. Eccomi qui quindi, con una spazzola in mano a lustrare un ponte mai visto pulito ma che viene sempre lustrato. Un'aria frizzante e fredda nel gennaio dell'estremo oriente, la neve sulla costa coreana e la spuma che lascia impalpabili gocce d'acqua a bagnare tutto, mani e faccia comprese.
Pensavo a quell'ultima settimana che mi aspettava prima della franchgia invernale. Avevo trascorso Natale e fine anno a bordo e ora mi aspettava una settimana a terra per ritemprarmi. Avremmo attraccato tra un paio di giorni ad Ulsan vicino ai cantieri HHI (Hyunday Heavy Industries) e dopo un altro paio di giorni avrei trascorso la mia settimana da nababbo spendendo buona parte del mio mensile per alloggiare allo Hyunday Hotel e facendo spese allo Hynday Department Store.
Mentre questi pensieri impegnati mi affollavano la mente procedevo con la "pulizia" del ponte e non mi accorsi della presenza dietro di me. Un suono stridulo che aveva la parvenza di una voce ma incomprensibile mi fece voltare di scatto!
Una tuta verde, alta oltre due metri e un casco con una visiera opaca. Una serie di brividi mi percorsero a più riprese la schiena e nonostante il freddo diversi rivoli di sudore ghiacciato iniziarono a percorrermi faccia, schiena e gambe. Cos'era, anzi chi era?
Le braccia un tantino sproporzionate come lunghezza gli arrivavano quasi alle ginocchia e le mani ..... avevano i pollici dal lato sbagliato! Le gambe molto muscolose finivano con due piedi estremamente grandi e ...... l'alluce opponibile!
La creatura continuava con quella che immaginavo fosse la sua voce, stridula in modo inverosimile. Gesticolava e nonostante fossi quasi terrorizzato capii che non aveva cattive intenzioni, anzi mi parve chiedesse aiuto ..........

Glauco » 16 anni fa
...spinsi il corpo indietro ad una velocità  tale che solo una fitta di intenso dolore alla schiena, mi fece intuire di aver urtato qualche ostacolo alle mie spalle. Dovevo aver esaurito lo spazio utile tra la schiena e il mare; un bruciore intenso ai reni era l'unico anello che mi teneva ancora aggrappato alla realtà , il resto del mio corpo continuava a spostarsi convulsamente lungo le paratie della nave, urtando e ferendosi contro qualsiasi ostacolo trovasse sul cammino. Il cervello registrava i colpi ma le fitte continuavano ad arrivarmi in ritardo, ormai ero in preda ad un panico incontrollabile, gli occhi sbarrati su quella creatura intraducibile e la bocca aperta in una smorfia di stupidità .

» 16 anni fa
NOTA DI UNO DEGLI AUTORI:
Bravo Amaiorani, ke ha introdotto un NUOVO racconto!
Quello di prima aveva perso la propria forza propulsiva.
E cmq - se siamo d'accordo - facciamo nostro il suggerimento iniziale di Nobum: "...Esaurito l'argomento, qualcuno ne lancerà  un altro e chi vorrà  potrà  nuovamente accodarsi".
Resta da trovare un "titolo" a questo Secondo Racconto avviato da Amaiorani, al quale demanderei il "battesimo" dei personaggi (come già  egli fece con Cecilia e Luca, oramai consunti), compreso quello del "marinaio giapponese" .

Tornando al Primo Racconto (Quel gran genio del mio amico), ho provato ad accorparlo e a stamparlo: il risultato è soddisfacente.
Tuttavia, prima di sottoporlo all'Editore, occorreranno alcune "limature", peraltro marginali:
la + importante: sussiste una incongruenza in ordine al personaggio di Luca e mi spiego:
all'inizio era una sorta di autodidatta ed aveva limitato gli studi alla licenza media;
strada facendo è divenuto compagno di Liceo della "voce narrante" ed ha frequentato un corso di Inglese a Londra.
Per il vero è colpa mia; può darsi non volessi far trasparire il rapporto amore/odio che mi legava a Luca nella fiction o, meglio, che dovessi indentificarlo con un personaggio reale, già  mio compagno di liceo.
Cmq vedremo come rimediare, magari introducendo all'inizio una formula dubitativa in ordine al titolo di studio, che ci consentirebbe di non avere le mani legate.

A chiudere la storia - magari con una "post-fazione" - ho pensato a delle "rimostranze" di Cecilia, piuttosto recalcitrante e contrariata dall'<<abbandono>>:

Ella, rivolta al personaggio "antagonista" potrebbe dire:
"Ho letto il libro. Non fare c@zzate. Per favore ..."
E lui di rimando: "E' l'ultima pagina. Mi dispiace, davvero ...".
Ed ella: " Mi deludi. Sei un punto fermo per me. L'ennesima fregatura ..."
Lui non risponde ed ella le propone un appuntamento:
"Ti dovrò dire una cosa, poi quando ci vedremo",
dando per scontato che si sarebbero ri-visti.

Il finale, questo finale, sarebbe perfetto anche per l'adattamento cinematografico
[eh, già , perché non pensare in grande?]:
l'immagine sfumerebbe sulle parole di lei, che peraltro - in caso di (in)successo -preluderebbero ad un sequel.

amaiorani » 16 anni fa
.... improvvisamente la voce stridula divenne di tono più basso e quasi metallica,probabilmente una sorta di traduttore universale. Infatti: "Stniero, capi me, no mal, mico io tu, problemi barca, facciamo insieme, caduti vicini, molto lontano siamo ........" . Mi fermai sbigottito, il corpo urlava di dolore ma ancora più forte era lo stupore nel sentire la creatura che in poco più di un minuto iniziò a parlare in modo intellegibile. Cacciai indietro il dolore con uno sforzo incredibile e facendomi forza chiesi: "che problema avete?" senza minimamente pensare a chi erano, da dove venivano, che intenzioni avevano.
"Come diveva io primo, la nostra nava, guasta, cascata vicino qui, in acqua, noi salvi o' miracolo!". QUesto disse la creatura poi: "Io presento: me sono GRTULKO di mondo APPRADOMANDE di stella tu conosce como ARTURO".
"No terrore te! Mica mangia umani me, noi solo alga e mela (buona mela!), magara zafferana ma voi poco qui!".
Sempre meno terrorizzato e più che mai curioso chiesi ancora: "Come ti posso aiutare? Cosa pensate di fare?".
Lui: "Tu hai da procurare a noi un quintale di plutonio e mezza tonns di asbesto per fare piece di nostra nave e per alimentazione sua, poi noi torna su APPRADOMANDE, no dici nessuno noi qui, mia friend compagna paura di genitrice!"
Ancora io: "Ma come, siete solo in due? E quanto avete viaggiato per arrivare qui? Non siete una flotta di navi?"

"Flotta nave? No, solo io e GARKALA mio love! Altra sera scappati domus che genitrice lei vole lei chiudere clausura! Trovata nava per viaggio spazio e noi saliti spinto bottoni e arrivati qui sotto dua ora fa! Prego io te ti! Aiuta noi ma no dire genitrice GARKALA e babbo mio, loro se trova me e lei so' cavolo!"

Ero incredulo: due ragazzi (ragazzi si fa per dire, due metri e passa con mani e piedi strani, e chissà  come erano in faccia ma mi feci forza e gli parlai ancora .........

Glauco » 16 anni fa
..la paura non era del tutto sparita ma l'opportunità  di trovarmi di fronte ad uno dei misteri dell'umanita, cominciava a prevalere su tutto il resto.
Gli alieni me li ero sempre immaginati simili agli stereotipi dei film americani; alti, quasi privi di muscolatura, totalmente glabri e con quei grandi occhi rassicuranti piegati in una specie di sorriso.
Era quindi plausibile, che oltre all'effetto sorpresa di aver avuto un'incontro ravvicinato, la mia reazione fosse stata tanta sconvolgente. Le fattezze del visitatore galattico non erano delle più armoniche ed eleganti. Altro che occhi luminescenti e rassicuranti, mani lunghe e filiformi...quella specie di GRTULKO faceva bene a nascondere il proprio "viso" dietro ad un casco, almeno io, ancora non ci tenevo a rendere l'incontro attuale ancora più ravvicinato.
Per ora mi bastava così, e una larga chiazza gialla davanti alla patta della mia tuta da lavoro, me ne diede ulteriormente conferma...azzz, m'ero pisciato addosso dalla paura.
Quel minimo di vergogna che in queste circostanze prevale sul resto, mi spinse a sillabbare un'altra frase, sperando che il suo traduttore gliela riportasse velocemente..

amaiorani » 16 anni fa
.... "Scusa, ma non volevo, stavo per andare in bagno prima che ....", dissi mentre il rivolo caldo scendeva lungo le gambe.
L'aria frizzante rendeva la situazione veramente all'altezza del miglior film di Spielberg. Una nebbia fina sfocava tutti i particolari, gli schizzi delle onde che si frantumavano in mille gocce impalpabili riempivano me e il mio interlocutore galattico di goccioline.
L'unica nota stonata era la comunque buffa situazione di quell'essere e della sua amica. Scappati di casa perchè si volevano bene e si erano ritrovati in un attimo a qualche decina di migliaia di anni luce da casa!
Iniziai ad avere una certa pena per loro. Non potevano stare a casa loro ma ci volevano tornare. Pensai anche che non erano degli adulti. Infatti non si rendevano conto che il trovarsi a tanta distanza dal loro mondo annullava la possibilità  che il padre potesse avere delle "orecchie" anche qui!
Due ragazzi, ecco cos'erano, due ragazzi che si volevano bene e che si erano trovati in qualcosa più grande di loro (e di molto). Decisi quindi che era il caso di dargli una mano, in fondo avventure del genere le avevo già  vissute anche se non ero scappato dall'altro lato della galassia per evitare le ire dei miei genitori. ............

Glauco » 16 anni fa
..all'interno della mia cabina, avevo chiesto a GRTULKO di seguirmi, cominciai a cambiarmi gli indumenti bagnati dall'effetto sorpresa. Il visitatore in panne, rimaneva immobile vicino alla porta e seguiva i miei gesti, almeno così presumevo.
Chissà  qual'era il loro modo di espletare i bisogni quotidiani..quindicinali?mensili? O forse avevano superato questa fase e metabolizzavano interamente il cibo..mah! Vagando da una supposizione all'altra, pensai a quanto poteva essere diverso il loro modo di interpretare la quotidianità , e con esso i sentimenti di noi comuni mortali.

"Ami molto la tua compagna?" Gli rivolsi questa domanda, tornando all'immagine di una ragazza che era stata il motivo del mio imbarco quasi clandestino.
Un RUTTO di dimensioni colossali riempì l'intera cabina e a mio parere, vista la portata sonora, anche di quelle adiacenti.
Pochi secondi dopo, il traduttore entrò in funzione.."Amo? Vuoi dire se veniamo dallo stesso pianeta?"
Sorpreso dalla risposta, replicai: " No. Intendo dire se ne sei innamorato.. se faresti qualsiasi cosa pur di restare accanto a lei"
Secondo rutto con modalità  più bassa e grave del primo.
" Faccio..faccio quello che posso..guidare guido io perchè lei c'ha sempre il mal di testa, con i genitori se vola uno schiaffo è sempre il mio..in quanto al plutonio, se lei mi avesse dato retta al momento della partenza, ora non staremmo in questo chashino (il traduttore faceva quello che poteva)"
" In che senso.." Chiesi
" Nel senso che le avevo chiesto di dare un'occhiata al portabagagli, e come al solito lei ha detto che era tutto a posto!"..." Però, quelle catzarhola di meteoriti da comodino, quelle mica se le è scordate! Ne abbiamo la navetta piena zeppa! Apri uno scaffale e ti cascano addosso! Cerchi lo spaziopass e...all'ultimo casello varco dimensionale, abbiamo fatto una fila dietro di noi lunga un miglio luce, perchè lei lo aveva infilato nelle meteoriti del suo beauty case!"

GRTULKO sembrò riflettere un attimo sulla prossima affermazione; cominciò una sorta di dondolio da un "piede" all'altro, quasi fosse alla ricerca di un'ispirazione.
Infine si spostò con il baricentro totalmente a sinistra e sganciò un PETARDO ANALE mostruoso.
La porta alle sue spalle si spalancò con una violenza tale che ebbe l'inerzia di sbattere due o tre volte di seguito, prima di scardinarsi del tutto.
Io fui scaraventato al suolo vicino alla branda e durante il volo, vidi la mia testa sfiorare il lavandino della cabina e non colpirlo per pura fatalità .
Seduto a terra, con un braccio sul mio letto e l'altro rivolto verso GRTULKO in un gesto di difesa, capii di aver toccato un argomento delicato.

Tra le tante cose che avrei potuto dire, nel momento più paradossale della mia vita, con un filo di voce, scandii una sola domanda:
" Per cortesia, potresti aprire l'oblo per dare aria alla stanza?"

» 16 anni fa
A VOLTE (MA NON SEMPRE) RITORNANO ...
[sequel de "QuelGranGeniodelmioAmico ..."]

La proposta di Cecilia era rimasta pressoché priva di risposta.
Lui si era limitato a dirle piuttosto evasivamente: "nn me la puoi dire via mail questa kosa? altrimenti vai al prox. app.to: è l'unika possibilità  ke hai".

Ella non riusciva a capacitarsi del suo ostracismo e andava ripensando al passato per individuare i motivi reconditi del suo gesto.

Lui non le era affatto indigesto, anzi ...
Cecilia ne apprezzava i consigli, ke tuttavia si guardava bene dal seguire, anke perké li riteneva -a torto- non del tutto disinteressati.
Come quando ricevette un biglietto augurale:
"Auguri x San Valentino, estensibili al tuo compagno!
Mi è parso un bravo ragazzo e si vede che ti vuole bene da come ti guarda;
me lo aspettavo "palestrato", ma è meglio come è.
Credo che sarà  un buon padre per i tuoi figli:
tientelo stretto, perché a furia di salire e scendere dal treno (penso ad esempio alla "minestra riscaldata") finirai per trovare il tuo posto occupato;
allora dovrai viaggiare in corridoio su di un predellino e rapportarti fugacemente a viandanti distratti da altro
..."

Ella rimase interdetta: gli disse -per farlo contento- che le sue erano parole profonde, anche se pensava che fossero ispirate dal suo conflitto con Luca (ma questo evitò di aggiungerlo)...


» 16 anni fa
Cecilia ripensava al loro primo incontro, del tutto casuale.
Si erano conosciuti sul tranvetto della Casilina. Ad un semforo, prima di una fermata, erano saliti i controllori. Lui le volgeva le spalle e l'aveva sentita esclamare: "porc .. put .. sono senza biglietto!". Quasi senza girarsi le allungò il proprio: se la sarebbe vista lui con i cerberi. Ella lo ringraziò. Avrebbe voluto sapere il suo nome ed appizzò l'orecchio sulle generalità  che egli andava declinando al controllore: "Aieie Brazov". Un film già  visto. Alla fermata egli scese con uno scatto repentino e, quando pensò di essersi messo in salvo, fu braccato.
Era lei, per (s)fortuna.
Si scambiarono i numeri di telefono. Ella lo appuntò sul biglietto, che avrebbe conservato gelosamente; lui su di un foglietto, che avrebbe perduto di lì a poco. O almeno così riteneva.
Cominciarono a telefonarsi per parlare del più e del meno. A lei piaceva intrattenersi con lui, a parlare si intende. Lui l'aveva vista e tuttavia non notata su quel tranvetto, ma più la sentiva e più sapeva che non avrebbe potuto fare a meno di lei. L'aveva capito durante un blackout un fine settimana. Gli si ritorse lo stomaco. Lei non riusciva a comprendere quell'interesse. In fondo non aveva fatto altro che prendere il tram. Eppure questo avrebbe cambiato i loro destini.
Non avrebbero dovuto salire assieme su quel tram, un tram chiamato desiderio.
Per lei di amicizia, per lui pure ... forse ...

amaiorani » 16 anni fa
..... in effetti il loro modo di esternare le emozioni era alquanto rumoroso e anche maleodorante ma in ogni caso dopo un paio di minuti il suo nervosismo scomparve nella brezza marina.
Avevo quindi capito la sua situazione e sempre più volli aiutera lui e la sua compagna, non foss'altro ad evitare altre rumorose proteste.
"Allora", dissi, "vediamo cosa si può fare per l'asbesto, che poi pensiamo al plutonio!". E dire che manco immaginavo lontanamente cosa fosse l'asbesto! Dissi quindi a GRTULKO che l'avrei fatto tornare a APPRADOMANDE a costo della vita!
Era una affermazione grossa e mai avrei immaginato quanto fosse vicino alla verità !
Mi diressi assieme a GRTULKO lungo i corridoi della nave cercando non so cosa e non so chi! Manco pensavo, oltretutto che chi mi seguiva dappresso non era una creatura del tutto conforme ai normali standard della nave e non solo per il fatto che non aveva gli occhi a mandorla (aveva gli occhi?) .....

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