Forums Pedalando

DEFINENDO L’AMORE [Francisco de Quevedo Villegas]


lax » 17 anni fa
l' amore platonico nei confronti della bici penso possa esistere; significa,secondo me, che ti piace tanto quello che fai (andare in bici) e sei molto entusiasta e soddisfatto del tuo mezzo.

Per l' amore vero e proprio credo che l' amore platonico possa esistere in piccola misura all' inizio, quando conosci una persona ma poi si (deve) trasforma(re) in qualcosa di più, fatto di altre cose.

PIRATA » 17 anni fa

l' amore platonico nei confronti della bici penso possa esistere; significa,secondo me, che ti piace tanto quello che fai (andare in bici) e sei molto entusiasta e soddisfatto del tuo mezzo.

Per l' amore vero e proprio credo che l' amore platonico possa esistere in piccola misura all' inizio, quando conosci una persona ma poi si (deve) trasforma(re) in qualcosa di più, fatto di altre cose.

"lax"


:grin:
Pirata

» 17 anni fa

l' amore platonico nei confronti della bici penso possa esistere; significa,secondo me, che ti piace tanto quello che fai (andare in bici) e sei molto entusiasta e soddisfatto del tuo mezzo.

Per l' amore vero e proprio credo che l' amore platonico possa esistere in piccola misura all' inizio, quando conosci una persona ma poi si (deve) trasforma(re) in qualcosa di più, fatto di altre cose.

"lax"

Hai ragione da vendere e io la compro ...
Rilancio, sempre in tema:
poligamia [mtb e bici da strada] o monogamia [delle due l'una]?
{electa una via non datur recursus ad alteram?}

lax » 17 anni fa
be dipende, se trovi la felicità  monogamia altrimenti....fai tu...sta alla tua coscienza.Ogni persona è diversa, ogni situazione è a sè. :sch:

ma che ho detto??? :? :?:

» 17 anni fa

be dipende, se trovi la felicità  monogamia altrimenti....fai tu...sta alla tua coscienza.Ogni persona è diversa, ogni situazione è a sè. :sch:

ma che ho detto??? :? :?:

"lax"

Ho dovuto contattare W.B. TIPSY, filosofo contemporaneo di cui ho usurpato il cognome, per tentare di capirci qualcosa:

personalmente mi sarei rifatto ad Averroè, esponente della scolastica araba e alla sua "dottrina della doppia verità " : la vera verità  é quella portata dalla filosofia e dalla ragione ( che per lui era essenzialmente Aristotele ) , tuttavia anche quella della religione é utile perchè dice le cose in modo comprensibile per tutti : i migliori , tramite la filosofia , accedono alla vera verità  , mentre la massa degli ignoranti accede ad una verità  di secondo livello , trasmessa dalla religione [concezione aristocratica];
Averroe
tuttavia W.B. TIPSY mi ha spiazzato: Non si può attribuire ad Averroè la dottrina della doppia verità , che gli scolastici latini ritennero un caposaldo del suo sistema: Averroè non concepisce la filosofia in antagonismo con la religione; d'altra parte, però, la religione del filosofo non può essere quella del volgo. La religione popolare deve seguire una via semplice e narrativa che illumini e diriga l'azione; alla filosofia spetta invece il mondo della speculazione.

A questo punto ho poche idee, ma ben confuse!
[e non seguo W.B. TIPSY nei meandri della Filosofia Aristotelica (l'intento dichiarato del pensiero di Averroè è quello di chiarire il significato autentico della filosofia di Aristotele)].

Piuttosto, andrò a rivedere questo Film Veronica {La Double Vie de Véronique , 1991, di Krzysztof Kieslowski [già  visto illo tempore (una esperienza indelebile ... in lingua originale e sottotitoli: ancora mi debbo riprendere, eppure qualche anno è passato ...)]};
trama e recensione qui: http://www.cinemadelsilenzio.it/index.php?mod=film&id=350

lax » 17 anni fa

be dipende, se trovi la felicità  monogamia altrimenti....fai tu...sta alla tua coscienza.Ogni persona è diversa, ogni situazione è a sè. :sch:

ma che ho detto??? :? :?:

d5bc1c2e8c="lax"

Ho dovuto contattare W.B. TIPSY, filosofo contemporaneo di cui ho usurpato il cognome, per tentare di capirci qualcosa:

personalmente mi sarei rifatto ad Averroè, esponente della scolastica araba e alla sua "dottrina della doppia verità " : la vera verità  é quella portata dalla filosofia e dalla ragione ( che per lui era essenzialmente Aristotele ) , tuttavia anche quella della religione é utile perchè dice le cose in modo comprensibile per tutti : i migliori , tramite la filosofia , accedono alla vera verità  , mentre la massa degli ignoranti accede ad una verità  di secondo livello , trasmessa dalla religione [concezione aristocratica];
Averroe
tuttavia W.B. TIPSY mi ha spiazzato: Non si può attribuire ad Averroè la dottrina della doppia verità , che gli scolastici latini ritennero un caposaldo del suo sistema: Averroè non concepisce la filosofia in antagonismo con la religione; d'altra parte, però, la religione del filosofo non può essere quella del volgo. La religione popolare deve seguire una via semplice e narrativa che illumini e diriga l'azione; alla filosofia spetta invece il mondo della speculazione.

A questo punto ho poche idee, ma ben confuse!
[e non seguo W.B. TIPSY nei meandri della Filosofia Aristotelica (l'intento dichiarato del pensiero di Averroè è quello di chiarire il significato autentico della filosofia di Aristotele)].

Piuttosto, andrò a rivedere questo Film Veronica {La Double Vie de Véronique , 1991, di Krzysztof Kieslowski [già  visto illo tempore (una esperienza indelebile ... in lingua originale e sottotitoli: ancora mi debbo riprendere, eppure qualche anno è passato ...)]};
trama e recensione qui: http://www.cinemadelsilenzio.it/index.php?mod=film&id=350

"Tipsy"


che stupida perchè non ho pensato prima ad Averroè a alla sua presunta "dottrina della doppia verità " :? ....avrei trovato subito la risposta alla domanda di questo topic!! :o :P
(ovviamente sto usando ironia...)
ciao :razz:

» 17 anni fa

che stupida perchè non ho pensato prima ad Averroè a alla sua presunta "dottrina della doppia verità " :? ....avrei trovato subito la risposta alla domanda di questo topic!! :o :P
(ovviamente sto usando ironia...)
ciao :razz:

"lax"

Rilancio (tornando con i piedi per terra e (tra)lasciando W.B. TIPSY):
che cosa è per noi la felicità ?

Appresso alcune possibili (e non esaustive) soluzioni:

a) Si è felici soltanto quando i piaceri e le passioni sono soddisfatti.
Chà¢telet, à‰milie du Discorso sulla felicità , Sellerio editore, Palermo, 1992 p. 36.

b) A volte, da noi dipende più la felicità  altrui che la nostra.Gervaso, Roberto Il grillo parlante, Bompiani, Milano, 1983, p. 143.

c) C'è un unico errore innato, ed è quello di credere che noi esistiamo per essere felici.
Schopenhauer, Arthur L'arte di insultare, Adelphi, Milano, p. 63.

pedalopoco » 17 anni fa
Cos è la felicità ?
Come posso non dare il mio contributo in tale consesso di filosofi?
Faccio mio il pensiero di due filosofi degli anni ottanta e ve lo posto di seguito:

Felicità  è tenersi per mano andare lontano
è il tuo squardo innocente in mezzo alla gente
è restare vicini come bambini

Felicità  è un cuscino di piume è l'acqua del fiume che passa e va.
E' la pioggia che scende dietro le tende
è abbassare la luce per fare pace

Felicità  è una sera a sorpresa la luce accesa e la radio che va
e' un biglietto d'auguri pieno di cuori la felicità .
è una telefonata non aspettata

Felicità  e una spiaggia di notte l'onda che batte
è una mano sul cuore piena d'amore
E aspettare l'aurora per farlo ancora

» 17 anni fa

Cos è la felicità ?
Come posso non dare il mio contributo in tale consesso di filosofi?

"scarnecchia"
Contributo prevedibile e tuttavia ... imperdonabile ... in fase di elabborazione delle Pagelle Ruffi(ane)...

» 17 anni fa

appoggio Cinzia.... senza offesa per nessuno ma io preferisco i piaceri e il richiamo della carne...poi la mtb....magari entrambe le cose insieme.... :grin:

"lax"

Lax,
forse è la giusta soluzione al dilemma!
voglio documentarmi meglio leggendo un libro, introvabile (lo inseguo da un paio di anni) nelle librerie ed esaurito presso la Casa Editrice [chiedo soccorso a qcn (se lo rimedia tramite ebay o similia anticipo/rendo i soldi)].
Ecco i dettagli del libro
• Titolo: Bici e baci. Storie d'amore e di pedale
• Autore: Settia Aldo A.
• Editore: Marsilio
• Data di Pubblicazione: 1997
• Collana: Gli specchi della memoria
• ISBN: 8831767224
• Pagine: 128
• Reparto: Narrativa italiana
________________________________________
Descrizione
Corridoi su strade di polvere e di sassi, ragazzi di provincia timidi e testardi, biciclette pesanti e rudimentali, volate a perdifiato per la conquista di una tappa, di un premio della montagna, di un tubolare nuovo, di un paio di calzoncini da corsa "di lana nera, con la scritta bianca sui bordi e la pelle di daino dentro". Società  ciclistiche dai nomi romanticamente improbabili: "Pedale Acquese", "Edelweiss", "U.S. Verolengo" in una geografia minore e dimenticata, di località  quasi nascoste. Una serie di racconti leggeri e insieme "corporei" che vogliono offrire il ritratto della grande avventura dello sport della bicicletta in una Italia degli anni Cinquanta affettuosa, semplice e "con un cuore grande così".

Moderatore: fabioman, gerpas