Avevo sempre portato degli occhiali da sole, forse perché inconsciamente temevo di essere abbagliato da qualcuna, eventualità per me incontemplabile.
In effetti ero rimasto accecato da Cecilia, nonostante il deterrente.
Oggi, tuttavia, la vedevo con altri occhi e non ne ero più abbagliato, anche se ero munito di lenti bianche. Un paradosso.
Con una scusa - avevo imparato a dire qualche bugia - la incontrai, perché dovevo avere una risposta ad un inquietante interrogativo che mi frullava per la testa da giorni. Oggi come oggi, se non l'avessi conosciuta, mi sarei (sof)fermato a guardare Cecilia per la strada? Ero davanti a lei: ella percepì subito qualcosa di insolito. La stavo squadrando. Come quella "prima" volta, quando volli (ri)"vederla" per capire.
No, non mi sarei girato a guardarla, senza se e senza ma e - mi duole (ri)ferire - soprattutto senza forse.
Del resto quando la vidi la vera prima volta in modo occasionale, non l'avevo notata, eppure avevo avuto modo di intrattenermi a lungo con lei.
Tornai sui miei passi, subito. Sapevo che avremmo avuto i secondi contati, come spesso accadeva nei nostri fugaci e casti incontri.
Salii sul tranvetto e mi sedetti su di un predellino. Non c'era traffico, la corsia preferenziale era libera. Eppure mi sembrò un viaggio infinito. L'ultimo viaggio.
Il tram a quell'ora era pressoché vuoto. Appoggiato al vetro di un finestrino, vedevo passare le cose e le case davanti ai miei occhi. Scrutando meglio mi accorsi che altro non erano che il film della mia storia con Cecilia. Rivedevo scorrere al rallenty alcune immagini random: la pagella, le canzoni, le poesie, i fiori, l'husky, le sigarette, il diniego, il rinnovo, l'abbraccio, il sorriso, gli occhiali, il protocollo, i due forni, la divisa, il borghese, le sorprese ...
Intanto una lacrima mi rigava il volto, e poi un'altra e un'altra ancora. Mi abbandonai ad un pianto dirotto. Un pezzo della mia vita se ne era andato. Senza rimpianti e senza nostalgia. Ma con gioia per averlo vissuto.
Al mio personaggio attribuirei il nome "Ulisse"; del resto ero stato un Signor Nessuno e all'eroe omerico mi legava un'affinità di fondo; come lui avevo peregrinato prima di (ri)trovare la mia strada, pur divergente.
La chiosa finale in versi:
O via della salute, o vergine apparita,
o via tutta fiorita di gioie non mietute,
forse la buona via saresti al mio passaggio,
un dolce beveraggio alla malinconia!
O bimba nelle palme tu chiudi la mia sorte;
Discendere alla Morte come per rive calme,
Discendere al Niente pel mio sentiere umano,
Ma avere te per mano, o dolcesorridente!
Cuore che non fioristi, è vano che t'affretti
Verso miraggi schietti in orti meno tristi;
Tu senti che non giova all'uomo soffermarsi,
Gettare i sogni sparsi per una vita nuova
Discenderai al Niente pel tuo sentiere umano
E non avrai per mano la dolcesorridente,
Ma l'altro beveraggio avrai fino alla morte:
Il tempo è già più forte di tutto il tuo coraggio.
La (op)POST(a)-FAZIONE:
22 anni dopo incontrai Luca. Per caso. Avevamo continuato a vederci all'epoca e per qualche anno ogni sei mesi, assieme ad amici comuni. Senza Cecilia.
L'avevo poi perso di vista. Ora eravamo sulla soglia dei 70 anni. Lo ritrovavo decrepito. Insignificante, come sempre. Parlammo del più e del meno. Volle dirmi di Cecilia. Avevano continuato a vedersi, e non solo.
Ora si incontravano al parco. Lui con due nipotini. Lei con due bimbi. Avevano la stessa età , i pargoli ovviamente. Luca era affetto da Abbassheimer ed era oramai guarito da quella forma - non rara - di Porkinson giovanile. Lei lo (tra)guardava ancora estasiata, come una volta. Del resto non si era era mai rassegnata. Non riuscì a comprendere perché mai Luca l'avesse piantata. Pensò che fosse stato rispettoso della sua scelta. Ella, infatti, si era poi sposata con il ragazzo di una vita, ma avrebbe preferito l'impossibile: Luca. Ma quale "rispetto"? Lui non le disse mai che l'aveva da tempo sostituita con un'altra.
Torniamo a noi: Luca mi scrisse con mano tremante il recapito di Cecilia su di un pezzo di carta, che misi in tasca dopo averlo salutato senza chiedergli i riferimenti.
Girato l'angolo estrassi il foglietto; nonostante il tratto incerto a mo' di geroglifico, i dati di Cecilia erano comprensibili. Lo appallottolai e lo gettai nel cestino, accanto alla mia citybike.