Forums Pedalando

Il nostro LIBRO


» 16 anni fa
Pardòn,
dimenticavo Zarathustra, altro co-autore, ke ha avuto il (gran)de-merito di rendere meno irreali i protagonisti, attribuendo loro dei nomi (non) comuni e (de)localizzandoli in periferia...
Però ... ke soddisfazione ... 3 autori e 3 lettori ...

Glauco » 16 anni fa



P.S.bis. Ho scritto qui il mio commento, perchè non lo ritengo distruttivo e anche perchè, ahinoi, lo leggiamo solo in tre. :(

nobum
Secondo me lo leggiamo solo in due ...
La verosimile inclusione di Cecilia, personaggio fantastico, "vitiatur et vitiat" (è viziata e vizia).

Tipsy
C'è anche l'apporto di Antonio; tu dirai: "e gli altri 1597 che fine hanno fatto?" Molta mtb, così come è giusto e poca voglia di scrivere, così come è altrettanto giusto. I forum, sono fondamentalmente fonte di svago, per me lo è anche scrivere ma questo non è detto valga per tutti.
Non dimentichiamoci comunque, che si sono affacciati anche Fisio e SilverSurfer.
Sento che fra due o tre lustri l'idea prenderà  piede.. :-)

» 16 anni fa
Avevo le idee più chiare, finalmente!
Ci eravamo frequentati ancora (e assiduamente) dopo il pranzo dal "re della mezza".
Cecilia era combattuta tra il ragazzo e Luca. Una battaglia senza storia: se si fosse trattato di un incontro di pugilato, sarebbe stato vinto da Luca e non ai punti. Gli allibratori avrebbero accettato scommesse solo sulla durata dell'incontro, sul numero delle riprese prima del K.O. ...
Che poi Luca, giova ribadirlo, era preso solo da una spirale (o diaframma?) di sesso: per lui Cecilia era un diversivo rispetto alla routine. Troppo diversi: in tutto e per tutto. Eppure lei ne era perdutamente innamorata. Ma avrebbe potuto esserlo di chiunque altro, purché "(con)dannato": la verità  è che Cecilia non voleva assumersi quelle responsabilità  di fronte alle quali, volente o nolente, si sarebbe presto trovata. Come ad un muro.
Il tempo passava per tutti e per lei più velocemente.
Avevo le idee più chiare, dicevo: con Cecilia la (co)esistenza sarebbe stata impossibile. Nessun punto di contatto, obiettivamente. Va bene la teoria dei poli opposti che si attraggono, va bene la tesi dell'incastro. Ma noi eravamo diametralmente opposti. E forse proprio per questo molto simili. Gli opposti estremi(smi) finiscono per collimare.
Aveva in quel tempo l'intera collezione dei dischi in vinile di Massimo Ranieri;
io avevo altri gusti, che precorrevano la canzone d'autore e di cantautore.
Lei seguiva le prime "serie TV", io mi limitavo a qualche partita e preferivo ascoltare la radio. La mia trasmissione "cult"? Supersonic.
Cecilia badava molto alle apparenze e curava maniacalmente l'abbinamento di colori. Io avevo un vecchio paio di jeans e quando li lavavo non potevo uscire di casa. Non avevo altro nel guardaroba. E non perché non potessi permettermelo.
Cecilia era radicalmente infedele ed io ero fondamentalmente monogamo.
Lei pigra, davvero. A me invece piaceva praticare ogni sport all'aria aperta ed ancor meglio sotto l'acqua: temeraria una Ladispoli/Roma sull'Aurelia con la Bianchi da passeggio (manubrio stretto e passo corto) tutta sotto la pioggia. Arrivai a Roma intirizzito ma felice. Come quando con gli amici del liceo ci inzuppammo deliberatamente per trovare ricovero da una compagna di classe che ci offrì del vestiario ed un asciugacapelli. E non altro ... I suoi non erano particolarmente contenti. Non potemmo più mettere piede in quella casa.
Ma perché queste digressioni? E' ora di prendere il toro per le corna!
Scrissi a Cecilia, con uno slang meno aulico, più diretto, come un colpo basso, al di sotto della cintura.

C@zzo! x te non deve essere affatto facile!
Sai ke farei se fossi in te?
Mi affrancherei dalla "prima relazione", anche a costo di rimanere sola.
Ragiona: se le cose non vanno ora, in appresso andranno ancor meno.
Non andrai lontano con il tuo ragazzo: stai intraprendendo un viaggio controvoglia e con le gomme sgonfie ... prima o poi ti fermerai in mezzo alla strada.
Scendi dalla macchina e vai un po' a piedi x valutare meglio e ponderare con più giudizio cosa fare della e nella tua vita...
Sull'altro versante la situazione non è migliore: la macchina è fasulla ... neppure riesce a mettersi in moto ... è solo (ri)verniciata bene ... tutta apparenza ...
Scusa la franchezza, ma credo (e spero) che anche qualche tua amica cerchi di aprirti gli occhi.
Io me la passo piuttosto bene, non sono più scoglio.nato ...
Quanto a Te ... ti sono amico ... e basta... spero che non ti dispiaccia ... Per me sei stata una bella parentesi (parlo del corteggiamento).
Sai una cosa? Avevi ragione tu: non ero innamorato di te, non lo sono mai stato. Ero preso dalla "novità ", nel senso buono del termine, dalla tua vitalità  e dall'<<idem sentire>>.
Ora sono curioso, veramente curioso, di vedere se tu eri un sintomo di qualcosa che non andava in me, oppure eri "fine a te stessa" ...
Un paio di amici fidati propendono per la prima ipotesi. Ma sbagliano, forse ...
Ti farò sapere, teniamoci in contatto.


Non rispose alla lettera, che pure lesse e rilesse attentamente, per quel che mi riferì Maria.

amaiorani » 16 anni fa
Quando un anno e mezzo più tardi andai ad aprire la porta in mutande (era uno dei giorni di bucato dei jeans) e vidi Cecilia con la lettera in mano capìì immediatamente che non l'aveva letta ne imparata a memoria, l'aveva assimilata totalmente!
Nonostante ci fossimo tenuti in contatto e visti alcune volte non ci frequentavamo più tanto spesso per cui quasi naturalmente quel rapporto che ci tenne legati per tanto tempo si affievolì pian pano ed era diventata per me una conoscenza qualsiasi. Il vedermela lì sulla porta di casa, con la lettera in mano e ... la faccia come mai non l'avevo vista mi fece fare un salto al cuore che probabilmente si riuscì a notare anche dal di fuori.
Notai, per la prima volta, alcune piccole rughe di espressione attorno alla bocca e agli occhi; la ricordavo sempre con i lineamenti perfetti ma l'età  passava per tutti.
Era lì, con un aria inebetita forse dal non aver dormito per chissà  quante notti, non aver mangiato, dopo aver passato chissà  quante ore a piangere ......

"Ma sai che sei un grandissimo str@@@o!" Urlò a squarciagola sul pianerottolo di casa "Eravamo amici, ci confidavam tutto, mi hai convinto con questa" e mi mostrava quel foglio ciancicato che fù la mia lettera "a mollare Luca e il mio fidanzato! E ora che faccio! Mi dai tu un motivo per campare? Vivevo per Luca, vivevo per il mio Lui, ora? Non so cosa fare, non ho un amico, non ho un amore ...." poi abbassò lo sguardo e notai dell'altro, una leggerissima rotondità  affiorava dalla maglietta, non avava mai avuto la pancetta!
Non so se presi una decisione, se pensai a qualcosa se agìì d'impulso! Effettivamente c'erano 2 impulsi contrastanti: uno mi sollecitava a chiudere la porta in faccia a Cecilia e rifugiarmi nell'angolo più lontano di casa da quella porta, l'altro invece voleva farmi alzare il braccio metterlo attorno alla vita di Cecilia ed invitarla ad entrare..........

Chissà  come mai quando con le occhiaie fino alle guance cambiavo pannolini maledicevo il momento in cui cedetti al secondo impulso!

amaiorani » 16 anni fa
Non fu però un tutt'uno metterle il braccio intorno alla vita e andare a vivere insieme come Maria e Giuseppe. Entrò in casa mia quel giorno, ne uscì una mezz'ora dopo ancora sconvolta. Avevo cercato in tutti i modi di consolarla, di fargli capire senza dirglielo che ero conscio del suo stato di futura mamma. Le dissi che non volevo indurla a mollare nessuno, che la decisione di lasciare il ragazzo e di non voler vedere più Luca era stata sua ....... quasi si stava calmando, i rivoli di lacrime si erano oramai asciugati lasciando il posto a un lievissimo pallore. Si era tranquillizzata. Fu in quel momento che dissi la cosa più scema che mi potesse venire in mente: "Maaaa chi è stato aaaa..... insomma siiii ...". Una stampa ad alta definizione delle sue 5 dita della mano destra (dove peraltro portava almeno 4 anelli che certo non rendevano il ceffone più morbido) comparve sulla mia guancia sinistra dando sfogo ad un dolore fisico non indifferente. Nell'recchio destro arrivò l'urlo di Cecilia che improvvisamente paonazza esclamo con tutto il fiato che aveva in corpo e anche di più: "FATTI I C@@@I TUOI!" e scattando poi come una molla si alzò escappo via dalla mia stanza uscendo di corsa da casa mia. Mio padre e mia madre fecero capolino dalla cucina con aria interrogativa (non avevano mai visto Cecilia e nulla sapevano di quella relazione. Roteando l'indice vicino alla tempia feci capire che non ci stava del tutto con la testa e dissi: "Macchennesò che ja ppreso a questa! Viene qua a piagne, poi la consolo je chiedo che è successo e me da 'nceffone de la madonna e scappa! Boh!". Ma dentro avevo capito l'errore madornale e il dolore che provavo alla guancia era nulla in confronto del senso strano che provavo dentro! Non ero stato io a metterla incinta (ovvio dato il nostro rapporto sempre platonico) ma chi era stato? Luca, il suo ragazzo? Per colpa mia li aveva mollati tutti e due e forse fu questo senso di colpa che mi condusse, la settimana dopo ancora ci cornetti con la panna a casa sua!

» 16 anni fa
Mi aprì ed ancor prima di farmi entrare prese il vassoio e lo esaminò sopra, sotto ed ai lati: nulla. Solo allora sorrise e spalancò la porta. Temeva una riedizione della "bella abbandonata dal losco". Me ne sarei guardato bene: sapevo quanto aveva sofferto per i reiterati abbandoni. Probabilmente era stata lasciata anche da chi l'aveva resa gravida. Non volli entrare in argomento e soprattutto sulle circostanze del misfatto. Temevo una risposta del genere: "potrebbe essere uno tra cento ...". In cuor mio speravo invece che in questi 18 mesi non si fosse lasciata andare, che avesse potuto trovare l'uomo della propria vita, il padre del nascituro. Riflettevo in un nanosecondo su questi apetti, quando Cecilia mi si avvicinò, piuttosto titubante: "Debbo confessarti una cosa ..." Ed io: "Cosa ...?" Ero seriamente preoccupato. "Una cosa che non ho mai avuto il coraggio di dirti ..." Mi preparavo all'irreparabile: "Dimmi pure ..." E lei, scoppiando in una fragorosa risata: "Non mi è mai piaciuta la panna, né nei maritozzi, né sul gelato, né sul caffé. Hai sempre avuto cura dei particolari, questo ti è sfuggito. Ma è l'unico e ti perdono". Cominciai a ridere anch'io, come ai vecchi tempi, esorcizzando la malcelata ed inutile tensione.

amaiorani » 16 anni fa
Poi, dopo una paio di minuti di risate, quando quella strana angoscia che mi aveva preso era svanita lei all'improvviso smise di ridere ma comunque con una voce tranquilla e allegra mi disse:"Senti, lo so che sembra na cosa scema, lo so che siamo ancora quasi dei ragazzi, che io sono una nullafacente, che tu sei uno studentello, che non abbiamo nulla ...." dove voleva arrivare con quella tiritera, parole che non erano le sue, pensieri che mai avrei pensato di sentirle esplicitare, intanto mi rinasceva dentro quella strana ansia che si ingigantiva sempre più e quasi sfiorava l'angoscia poi percepìì a malapena le parole "ci potremmo sposare e tu potresti riconoscere il bambino saresti suo padre ......" allora esplose l'angoscia che in un primo momento mi fece rimanere lì seduto immobile a occhi sbarrati a guardarla come un imbecille, poi mi fece alzare e mi fece uscire da casa sua senza una parola. Mi ritrovai sulla Palmiro Togliatti senza che me ne fossi accorto, fu come se quelle parole mi avessero dato una mazzata in testa e preso a pugni nello stomaco e alla gola. Avevo sentito e compreso quelle parole e immediatamente, come in un sogno, anzi un incubo, mi ero visto curvo, con la pancia, la cicca in bocca col bicchiere di vino sul tavolo, Cecilia (mia moglie) che urlava e una bambina (chissà  perchè mi figuravo il nascituro di sesso femminile) anzi praticamente una ragazza che mi chiedeva dei soldi che non avevo. L'angoscia stava diventando terrore!

» 16 anni fa
Anche se, in verità , il primo pensiero che mi balenò in testa appena vidi Cecilia con la pancia quel giorno a casa mia, fu proprio di aiutarla, ma sopratutto di aiutare il nascituro. Pensai subito che avrei potuto riconoscerlo, ma non anche di sposarla. Sarebbe stato troppo. Sarebbe stata una unione con le fondamenta di argilla, non avremmo dormito, comunque, nello stesso letto. Saremmo stati come fratello e sorella ... E mi avrebbe fatto soffrire: mi avrebbe "cornificato" a tutto spiano. Del resto lo aveva fatto in una situazione più lineare, da lei scelta e non "subìta". Che remore avrebbe dovuto avere nei miei confronti? Quindi pensavo al mero riconoscimento. Certo sarebbe residuato il problema della coabitazione, eventualmente. Ma questi erano orpelli (lei avrebbe detto pippe mentali). Situazione singolare: avrei "avuto" un figlio da Cecilia, ancorché non l'avessi neppure sfiorata, perlomeno non più di tanto. Mi sentivo in odor di santità  ... Lo scopo precipuo, tuttavia, era di salvaguardare il bimbo: volevo evitare gesti inconsulti da parte della puerpera. Ne avevamo parlato a suo tempo, quei discorsi tra ventenni sul senso della vita e sulla interruzione di gravidanza. Io ero progressista e di vedute aperte. Tuttavia ritenevo che l'aborto dovesse essere una extrema ratio e non già  un metodo anti (post ...) concezionale. Non che non riconoscessi la autodeterminazione della madre; gli è che vedevo il padre in genere esautorato e soccombente, laddove questi avesse voluto tenere il bimbo. Intendiamoci: non ero per la vita sempre e comunque. Ero semplicemente cattocomunista. Precursore - penserebbero frettolosamente alcuni - della odierna commistione del novello partito democratico, senza offesa alcuna per il vino ... Chi l'avrebbe pensato all'epoca che i partiti tradizionali si sarebbero dissolti nel nulla? Che i nomi sarebbero mutati radicalmente in una corsa non all'oro, ma all'animale o al vegetale più accattivante: l'asinello, l'ulivo, la margherita, la rosa e chi più ne ha più ne metta. Ma torniamo alla nostra storia: avrei riconosciuto il bimbo (e sarebbe stata una bambina, come vedremo) , ma non avrei trascorso la vita accanto a Cecilia, perlomeno non more uxorio.

amaiorani » 16 anni fa
Quindi appena sbollita l'angoscia tornai sui miei passi e dopo manco cento metri eccoti Cecilia che mi era venuta incontro. Con fare stranamente calmo e bonario mi parlò della sua situazione di puerpera, dei pensieri che aveva, di quello che desiderava. Capìì, mentre ritornavamo a casa sua la sua situazione. Voleva essere madre, voleva essere donna, voleva essere libera, ma aveva tanta paura. COme al solito chiacchierammo del più e del meno per un altra oretta poi la lasciai a casa e me ne tornai alla mia. Dopo qualche giorno, mentre manco pensavo a Cecilia, alla creatura, a noi, a me, mi arrivò tra capo e collo la proposta di un conoscente che mi offriva un lavoro di giusta paga e di giusto impegno. Senza manco pensarci accettai al volo e quando, la settimana successiva mi presentai al solito a casa di Cecilia con i cornetti (stavolta con la crema) e una lettera in mano ero un altro.
"Cecilia, ci sposiamo appena possibile e poi pensiamo al resto. Posso pensare io a tutti: ho un lavoro" dissi facendogli vedere il contratto che avevo nella busta.

lax » 16 anni fa


avrei "avuto" un figlio da Cecilia, ancorché non l'avessi neppure sfiorata, perlomeno non più di tanto. Mi sentivo in odor di santità  ...

Tipsy

:gaa: :gaa: :ride: :ride:

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