La Selva del Lamone, riserva naturale istituita nel 1994, è situata nel Comune di Farnese (VT), nel cuore della maremma laziale, lungo il confine con la Toscana. Estesa per circa 2000 ettari, è caratterizzata da un suolo pietroso di rocce vulcaniche, originate dall`ultima eruzione dell`antico vulcano Vulsinio, il cui cratere è oggi occupato dal Lago di Bolsena. La Selva è famosa come luogo inospitale e disagevole, e proprio alla impenetrabilità è legata la fortuna del Lamone sin dall`età preistorica. Nel periodo etrusco sono segnalati almeno sette abitati fortificati posti a controllo del corso d`acqua principale, l`Olpeta, emissario del Lago di Mezzano. Altro momento di particolare frequentazione del Lamone si è avuto durante l`800, quando si sviluppò il fenomeno del brigantaggio. I briganti trovarono infatti comodo rifugio nella impenetrabile Selva e il più popolare tra essi, Domenico Tiburzi, fu noto anche come Re del Lamone. Più recentemente la Selva è stata frequentata solo da carbonai, ormai scomparsi, e da pastori di capre, unici animali domestici capaci di adattarsi all`ambiente. La vegetazione prevalente è quella forestale, formata da un bosco fitto ed impenetrabile a dominanza di cerro. Notevole è l`importanza faunistica dell`area: tra i mammiferi sono presenti il gatto selvatico, la martora, la puzzola, lo scoiattolo ed il cinghiale.
Il Lago di Mezzano (452 m s.l.m.) occupa il fondo di un piccolo cratere, in prossimità del margine occidentale del lago di Bolsena. Ha forma rotondeggiante, una profondità massima di circa 36 m ed un perimetro di 2.500; è alimentato da sorgenti interne e possiede il già accennato emissario Olpeta, a sua volta affluente del Fiora. Si tratta di un lago quasi totalmente privo delle tracce della presenza umana, senza scarichi che ne contaminino le acque: non è raggiunto da strade ed è quindi accessibile solo a piedi. La fauna presente nella zona è ricchissima: tra gli altri, cervi e caprioli si aggirano nei fitti boschi che salgono sulle pendici del monte Bellino e Montauto. Le acque del lago sono caratterizzate da un�intensa vita e popolate da moltissime specie, tra cui lucci, carpe e tinche.
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L�itinerario si svolge in un susseguirsi di saliscendi su agevoli strade sterrate, tranne qualche (fortunatamente breve) tratto su asfalto ed alcune carrarecce sconnesse. Per lunghezza e dislivello, l�escursione è accessibile a chiunque abbia un medio livello di allenamento: i brevi tratti tecnici da affrontare richiedono prudenza, fermo restando che nulla vieta di scendere di sella (cosa che dovremo necessariamente fare, in alcuni rari casi dove per pendenza, fondo dissestato o tracciato invaso dalla vegetazione, non sarà possibile altrimenti).
Dal parcheggio, dopo aver riempito le borracce alla fontana di Farnese, prendiamo la strada provinciale in direzione di Ischia, per girare dopo circa un km a sx, su via S. Francesco, al termine della quale proseguiamo a dx, sempre su asfalto. Al km 2,6, in corrispondenza di una costruzione di cemento, lasciamo quest�ultima e l�asfalto sulla sx, per proseguire dritti su sterrato. Dopo circa 500 mt, giriamo a sx per entrare su una vecchia pista scavata nel tufo, abbandonata da tempo, invasa dalla vegetazione e dal fondo molto dissestato, che ci condurrà in discesa verso l�Olpeta. Superiamo il fosso su di un vecchio ponte in muratura (km 4) e proseguiamo dritti in salita, prima spingendo e poi in sella, fino ad incontrare (km 4,9) una larga e comoda sterrata, che prenderemo a sx. Procediamo dritti, con la Selva sulla sx, tralasciando un primo ingresso della stessa, fino ad arrivare ad un secondo ingresso, detto �La Dogana� (km 8). Superato di pochi metri questo secondo ingresso, ci troviamo sulla dx un cancello in fil di ferro, che oltrepassiamo richiudendolo. Proseguiamo a spinta, in salita, sulla debole traccia che punta alla cima della collinetta. Raggiunta questa, passiamo in mezzo ad un varco nella vegetazione e proseguiamo, sempre dritti, per una traccia, inizialmente debole e poi via via più evidente, tralasciando varie diramazioni, e lasciando sulla sx prima un casale disabitato e poi una cava abbandonata di terra rossa. Al km 10,6 superiamo una sbarra e continuiamo sull�ampia sterrata, che prendiamo sulla dx. Dopo circa 300 mt, la strada si biforca e noi proseguiamo sulla dx, in salita. Al km 11,5, prendiamo una ripida e sconnessa carrareccia sulla sx che, dopo circa 400 mt, ci porterà sulla riva del Lago di Mezzano (km 11,9). Torniamo indietro per la stessa strada fino all�ingresso della Dogana ed entriamo finalmente nella Selva (km 16). Dopo poche centinaia di mt, incrociamo un�altra sterrata, che prendiamo sulla dx. Da qui, seguendo le indicazioni del �Sentiero dei Briganti�, attraverseremo tutta la Selva, percorrendo circa 9 km in discesa su una larga forestale (NB: nel caso, sarà proposta una variante, che porterà ad attraversare alcuni punti meno conosciuti e frequentati del Lamone, aggiungendo lunghezza e dislivello all�escursione). La forestale termina all�altezza di un�area attrezzata (km 25), incrociando la strada provinciale che da Farnese conduce a Pitigliano. Prendiamo quindi l�asfaltata sulla sx, e , dopo circa 4 km prevalentemente in salita, torniamo a Farnese. |