CicloAppuntamento a Teatro
Una Vita (la mia) da Gregario
MERCOLEDI' 25 MAGGIO ore 21
Teatro dell'Orologio Via dei Filippini, 17A
Per noi di Pedalando & CA costo biglietto
8 euro + 2 euro di tessera anzichè 16 euro
Chi ha piacere di venire può indicarlo in questo 3d, così Contadera lo prenota. Grazie.
DUE SOLI AL COMANDO
QUATTRO INSEGUITORI:
Contadera
Squinternèt
Squinternà t
Locomotiva
Riccardo Fabretti in
“Due soli al comando†scritto e diretto da Gianni Clementi
dal 24 al 29 maggio al Teatro dell’Orologio
Dopo il successo ottenuto lo scorso anno, Riccardo Fabretti è nuovamente protagonista del monologo scritto e diretto da Gianni Clementi “Due soli al comandoâ€, in scena al Teatro dell’Orologio dal 24 al 29 maggio. Classe 1979, Riccardo Fabretti, attore con una lunga esperienza di teatro e tv, si cimenta in un monologo per pochi, un’ora di spettacolo che commuove, emoziona e fa pensare. La storia dei “soliti†che ce la fanno e dei “molti†destinati a rimanere solo un’ombra, un sostegno per gli arrivati, un conforto per le sconfitte, un’esaltazione per le vittorie. La storia di coloro che per le varie vicissitudini della vita non si trovano mai al posto giusto nel momento giusto, e forse quel che conta di più, con le persone giuste. Uno spettacolo che emoziona, che parla di amicizia, di amori e d’infanzia.La storia di un vagabondo dimenticato dal mondo che perde il senno ma non la memoria e nella follia narra le ragioni, la logica di una vita che logica non è.
Note di regia:
“Due Soli al comando†è un testo sul ciclismo, vissuto dal gregario. Il gregario, in gergo sportivo, è l’addetto all’aiuto del Capitano. Deve soccorrerlo nei momenti di crisi, tirargli la volata. In poche parole deve immolarsi per la gloria di un altro. E’ pagato per questo. Ma chi, in vita sua, non ha mai pensato di vincere almeno una volta? Chi non ha mai sognato di arrivare sul traguardo per primo? Non è raro che sconosciuti gregari per anni si trasformino improvvisamente in campioni. Quasi sempre sono aiuti chimici che gli consentono di superare il fatidico limite della mediocrità e la cronaca sportiva e non solo di questi anni ce lo ricorda giornalmente. E quando “il fine giustifica i mezziâ€, spesso le ipotesi di gloria si trasformano in tragedia. Oltreché nel ciclismo, questo avviene anche nella vita e, forse, mai come oggi giorno, in una società come la nostra competitiva e senza scrupoli, dove solo i vincenti, a qualsiasi costo, sembra abbiano diritto di cittadinanza. E’ un mondo questo che non prevede concettualmente i deboli, anche se ovviamente non ne può fare a meno. “Due soli al comando†forse solo come pretesto ciclistico per parlare d’altro, ma anche per ricordare odori dimenticati d’infanzia, profumi d’arance spagnole, visioni ad alta quota di una povertà sconosciuta alle nostre rassicuranti latitudini. Resta il sogno del gregario: un desiderio talmente umano da non poter non sollecitare in chi lo ascolta, in uno sfogo ironicamente tragico, un istinto di solidarietà .