Fatto!
Venerdì sono partito da casa (all’Eur) per recarmi all’appuntamento con CannaFumaria e proseguire insieme la pedalata verso Abbadia San Salvatore.
Più che insieme, in realtà devo ammetterlo, una avanti (lui) e l’altro a ruota (io).
Come da previsioni una pioggerellina ci ha accompagnato per i primi 50 chilometri, ma senza mai essere troppo fastidiosa.
Arrivati a Bracciano sono riuscito, dopo una estenuante trattativa, a convincere Canna a fermarci per un caffè.
Siamo ben presto (ahimè) ripartiti, con il meteo che fortunatamente è andato sempre più migliorando.
Giunti ad Oriolo abbiamo chiamato Eligio pensando che forse ci avrebbe fatto compagnia per alcuni chilometri, ma invece si è lasciato vincere dalla pigrizia ed ha gentilmente declinato l’invito; qualche maligno sostiene che temeva gli si bagnasse la sua bella bicicletta visto che la strada non era ancora perfettamente asciutta (ma sono solo illazioni di malelingue).
A furia di sali e scendi, prima di mezzogiorno eravamo a Viterbo (acc… troppo presto per il pranzo) e quindi abbiamo definito di fare la tappa per il pranzo a Bolsena.
Affrontata la salita di Montefiascone, dove ci raggiungeva e superava la nostra scorta (Damanera e Svetlana) finalmente il pranzo a Bolsena; mi credevo… In realtà solo un paio di pezzi di pizza, caffettino e poi di nuovo in sella.
Dopo poco abbiamo affrontato la salita di San Lorenzo Nuovo, poi un rilassante tratto di Cassia fino a Ponte a Rigo e, dulcis in fundo, “la salitina†che porta su ad Abbadia. Un ora e dieci di salita, sempre pedalabile. Un po’ faticosa ma con dei panorami tali da giustificare lo sforzo.
Alla fine il mio Garmin segnava:

Grazie a canna Fumaria per avermi fatto da apripista e da sprone, se fosse stato per me sarebbero state più le pause che i chilometri ☺
Grazie anche a Robyone (anche se non lo sa) poiché grazie alle conoscenze che lui mi ha trasmesso ed ad una sua traccia e roadbook che ho scopiazzato, sono riuscito a pianificare l’itinerario.
Si lo so, ora starete malignando: “Oh, a l’Omonero je serve il roadbook pe’ fa la Cassiaâ€; l’ho fatto a titolo scolastico ;-)
Per concludere i discorsi ciclistici, ad Abbadia, mentre le nostre signore facevano shopping abbiamo conosciuto una persona che ci ha spiegato come fare il giro del cono del Monte Amiata in bdc (59 km e 1134 mt di dislivello).
Per vostra informazione l’ho già tracciato su Openrunner e prima o poi vi ci porto.
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Veniamo ora alla descrizione del week end turistico.
Il venerdì pomeriggio, dopo la doccia del caso, giretto in paese, cena e poi… boh una volta appoggiato sul letto era già sabato mattina.
Siamo andati nel bosco a prendere i funghi ed in realtà qualcosina abbiamo anche trovato (come dimostra la documentazione fotografica), malgrado l’orario tardo e l’inesperienza collettiva.
Poi siamo saliti in cima alla vetta, 10 km con 1.100 metri di dislivello, ma non li ho proprio sentiti, vuoi per l’allenamento del giorno precedente vuoi perché stavamo in macchina.
Dopo il sacrificio del pranzo, siamo andati a visitare Bagno Vignoni, uno degli innumerevoli borghi che circondano il monte Amiata quindi un giretto per il centro di Abbadia, non tanto per il piacere di vedere il paesino, quanto per quello di mangiarsi una ciaccina (leggi pizza) fritta.
Giretto che abbiamo con piacere ripetuto anche dopo la cena, visto che il Borgo era allestito in occasione della Sagra della castagna.
La domenica insieme alle signore, tour a Piancastagnaio, dopo di che pranzo e rientro a Roma con tradizionale sosta al caseificio di Chiusi.
Risultato divertimento tanto, calorie consumate venerdì parecchie, calorie assunte nel finesettimana: di più.
Grazie anche a Svetlana ed alla Damanera per averci scortato e per il bel weekend trascorso insieme.
Che vi devo dire, chiudo in rima rifacendomi al detto di Paolo:
gli assenti hanno sempre torto,
ma, se volete, vi ci riporto!