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Il cammino di Santiago di Compostela in bici


Angeletto » 18 anni fa
Eccomi qui a raccontare la mia avventura di questa estate, il cammino di Santiago di Compostela.
Premetto che è stato un viaggio organizzato (ahime’) all’ultimo momento, quindi male. Però, anche se con un’organizzazione non perfetta, devo riconoscere che è stato un viaggio bellissimo e molto divertente.
Sono partito il 3 agosto dall’aeroporto di Fiumicino, alla volta di Madrid. Tutto il Cammino di Santiago prevede un chilometraggio di circa 850-900 km partendo dall’inizio, ovvero da Sain Jean Pied de Port, e questo significa che bisogna avere a disposizione almeno una ventina di giorni. Questo perché può accadere di tutto, ad esempio rimanere fermi un giorno…
I miei compagni di viaggio sono state due ragazze, le quali pur non avendo un allenamento adeguato hanno dimostrato una grande tenacia e determinazione, a loro va la mia ammirazione per aver sostenuto questa avventura e nel migliore dei modi. Tuttavia però, visto che 900 km sono tanti per chi non è allenato, una decisione saggia ha voluto che il chilometraggio fosse ridotto da 850-900 a 526 km, partendo da Burgos. E così è stato, percorrendo sui 40-50 km al giorno.
Per fare un viaggio di questo tipo ci sono varie soluzioni che si possono prendere in considerazione: partire con la bici al seguito (caricandola sull’aereo) oppure affittarla lì, oppure andare in auto fino ai piedi dei Pirenei… Insomma, ognuno può scegliere quello che ritiene più opportuno. Noi da bravi masochisti abbiamo optato per caricare le bici in aereo, cosa che può essere comoda come può rivelarsi però un’arma a doppio taglio. Questo perché per caricare una bici in aereo bisogna procedere all’imballaggio della stessa. Quindi sgonfiare le ruote, smontare quella anteriore, fissare il manubrio in modo che resti in asse con il telaio della bici, smontare i pedali. Tutto questo perché la bici deve occupare il minimo spazio possibile. Poi va imballata in modo che non prenda colpi che la distruggano (occhio al cambio, io l’ho smontato e lasciato penzolare opportunamente protetto…).
Una volta però che si riesce a imbarcare la bici il più è fatto… Almeno fino a quando non si arriva a Madrid… Voi non avete idea di cosa significa girare con una bici imballata. Immagino vorreste chiedermi: ma non potevi sballare la bici e rimontarla? No, perché in Spagna, bontà  loro, le bici in pulmann si possono portare solo se imballate. E in treno non è possibile caricarle proprio (riconosco che in Italia almeno le bici in treno te le fanno portare). Quindi dall’aeroporto di Madrid sono andato con un autobus alla fermata dei pulmann (avenida de america mi pare) dove sono partito alla volta di Burgos. Tralascio i commenti sul trasporto delle bici fino al pulman; i miei bicipiti ancora ringraziano. Comunque arrivato alla stazione dei pulmann di Burgos finalmente le bici vengono rimontate, e qui inizia il viaggio vero e proprio. La cosa che mi ha subito colpito di Burgos (come della Spagna in generale) sono le piste ciclabili e la cultura della bici che è molto radicata. In Spagna vanno più o meno tutti in bici, e se ne vedono moltissime usate anche come mezzo di trasporto. A Burgos poi la pista ciclabile è una vera pista e permette di attraversare tutta la città . Pedalando il mio pensiero andava al nostro amato sindaco e ai suoi 150 km di pista ciclabile… Ma lasciam perdere.
Il percorso è molto divertente, si può scegliere tra l’asfalto e lo sterrato, il tutto è segnalato da frecce gialle e conchiglie… Tuttavia è bene avere con sé un gps, in quanto in molti tratti manca la segnaletica e il percorso può diventare ambiguo… Io per esempio sono riuscito ad imboccare una strada romana antichissima e non segnata sulla mappa, strada bastarda fatta di salite e discese ripidissime; alla fine di ogni discesa c’era un tombino di cemento di un metro quadrato (che faceva da “ponticello” ad un canale) dove io arrivando a tutta birra e non riuscendo a impennare la ruota anteriore in tempo, sono rimbalzato finendo nel canale... Una bella botta di culo perché niente di rotto, né a me né alla bici, ma una bella paura quella si.
Personalmente mi sono perso tre volte, la situazione più sconcertante è stata questa. Io pedalavo un po’ più veloce delle mie amiche e quindi mi stancavo a stare al loro passo e capitava spesso che le distaccassi parecchio. Quindi un giorno ci siamo detti che per qualsiasi cosa ci vedevamo a pranzo in un paesino chiamato Calvor. Ora, per cercare questo maledetto paese (che secondo me è una leggenda perchè non esiste) ho percorso nella sola mattinata ben 58 km girando in tondo sempre per gli stessi posti, senza riuscire a trovare nulla e ho dovuto proseguire per Sarria.
Stranamente non ho mai bucato (stamattina invece ho ribucato, la ruota anteriore però) unico inconveniente meccanico è stato la rottura della vite che tiene la sella al cannotto reggisella. Non avevo con me una vite di ricambio, e il fatto è avvenuto dalle parti di Rabanal del Camino, nel bel mezzo di una strada sterrata e solitaria, completamente solo. Ogni tanto passava qualche ciclista che sfrecciando faceva “Hola!” ma mai nessuno che si fermasse per chiedere se avessi bisogno di qualcosa… Insomma ho dovuto spingere la bicicletta per ben 4 km (capirete che pedalare senza sella potrebbe essere un bel problema) fino ad arrivare a Rabanal del Camino, un piccolissimo paese con poche case e un ristorante. Il proprietario del ristorante è stato gentilissimo, si è messo a cercare la vite in questione a casa sua per aiutarmi… Ma niente da fare.. Allora mi sono rimesso in cammino fino ad arrivare nei pressi di una fattoria, dove c’erano degli operai che riparavano il tetto. Timidamente ho chiesto se avessero una vite… E miracolo, uno degli operai è sceso dal tetto e mi ha portato in una specie di officina agricola. Lì, smucinando in una cassetta piena zeppa di vitacce arrugginite di ogni tipo ho trovato la vite che cercavo: una maledettissima vite da 7 (rarissima tra l’altro) leggermente più corta di quella che si era rotta ma perfetta. Un paio di spazzolate per togliere la ruggine, e la sella era di nuovo a posto. Tuttavia per fare tutto questo avevo perso parecchio tempo… Questo inconveniente mi è costato il dover fare tutta la salita della Cruz de Hierro di corsa senza potermi fermare un attimo per raggiungere le mie amiche che mi davano per disperso; una bella sudata, niente da dire. Poi la cosa assurda è che a Ponferrada (unico posto con meccanico) ho girato per vari negozi di biciclette e nessuno aveva viti, figuriamoci la vite che cercavo, da 7! Mi dicevano di andare in ferreteria (la nostra ferramenta) ma nemmeno quelle le avevano! Alla fine ho avuto una botta di culo assurda, ho chiesto a dei biker spagnoli e loro mi hanno indirizzato da un meccanico il quale mi ha procurato la famosa vite. Riparata così la sella il viaggio è ricominciato alla grande.
I tratti in sterrato sono veramente stupendi, forse per fare questo viaggio l’ideale sarebbe una mtb biammortizzata ma con la possibilità  di bloccare gli ammortizzatori per i tratti piani. I freni a disco sono molto consigliabili, soprattutto se scendete come pazzi come me da discese assurde con la conseguenza di distruggere i freni (che ho dovuto sostituire al mio rientro).
Ho molta nostalgia delle mesete assolate, dei percorsi veramente unici per la bicicletta…
Altra salita degna di menzione è quella del O’ Cebreiro, dove si arriva fino a 1500 m…
Per quanto riguarda notizie più pratiche c’è da dire che per dormire gli ostelli sono molto funzionali e piuttosto accoglienti, anche se purtroppo può capitare di incontrare persone che hanno il pessimo costume di non lavarsi. La precedenza viene data ai pellegrini a piedi in quanto loro sostengono una fatica di gran lunga superiore a quella dei ciclisti, anche se questo mi ha fatto sentire di serie B più di una volta perché secondo me dopo che sei stato seduto in sella per tutto il giorno un po’ di stanchezza la accusano pure i ciclisti. L’usanza vuole che l’ostello accetti i pellegrini a piedi e solo nel tardo pomeriggio ammetta anche i ciclisti, perché dicono che essendo in bici anche se non trovi posto puoi rimontare in sella e andare al paese successivo. Per carità , non fa una piega, ma se hai con te due ragazze, una delle quali si sente male e non ce la fa a pedalare non è una cosa così automatica… Quindi la soluzione è l’ostello privato, paghi e dormi come un essere umano.
Siamo arrivati a Santiago il 16 agosto, bagnati fradici da una pioggia fortissima e sferzati da un vento impietoso, dopo aver sbagliato strada per l’ennesima volta (40 km percorsi in autostrada invece della strada normale). Il ritorno è stato un altro parto, perché da Santiago ci sono solo due corse al giorno per Barcellona (dove avevamo il traghetto ad attenderci), una alle 14 e l’altra alle 14:45. Ovviamente abbiamo perso entrambe e i voli aerei erano proibitivi (sull’ordine degli 800€). Quindi per non perdere il biglietto del traghetto ci siamo fatti Santiago-Barcellona in taxi, sui 1000-1100 km, per la modica cifra di 850€. :)
Come dicevo, a parte alcune pecche organizzative, il viaggio è stato fantastico, una bella pedalata. Da fare e perchè no, anche da rifare (personalmente non mi dispiacerebbe rifarlo partendo da Saint Jean).
Ciao
Angelo

alfredo77 » 18 anni fa
Grande Angelo !!!
Hai anticipato la mia idea, io mi sto organizzando con un mio amico per partire i primi giorni di agosto 2007 da Sain Jean Pied de Port o da Pamplona.
Se vuoi ritornarci sarei felice di averti come compagno di viaggio, comunque ti faccio i miei complimenti !!!

Un saluto
Alfredo

Angeletto » 18 anni fa

Grande Angelo !!!
Hai anticipato la mia idea, io mi sto organizzando con un mio amico per partire i primi giorni di agosto 2007 da Sain Jean Pied de Port o da Pamplona.
Se vuoi ritornarci sarei felice di averti come compagno di viaggio, comunque ti faccio i miei complimenti !!!

Un saluto
Alfredo

"alfredo77"

Grazie Alfredo, mi piacerebbe molto! Per l'occasione spero di avere una biga più seria... :P
Comunque il desiderio di rifarlo c'è, vediamo se ci sarà  anche la possibilità .
Ciao
Angelo

amaiorani » 18 anni fa
Non male!
Direi che con l'esperienza transumante di quest'anno (300 km in circa 3 giorni) i quasi 900 km del completo possono essere pensati in una decina di giorni quindi con meno di 100 km al giorno di media. Certo dipende dal fondo (sia schiena che stradale) e dalle pendenze però non sarebbe una cattiva idea.

sserra641 » 18 anni fa

Non male!
Direi che con l'esperienza transumante di quest'anno (300 km in circa 3 giorni) i quasi 900 km del completo possono essere pensati in una decina di giorni quindi con meno di 100 km al giorno di media. Certo dipende dal fondo (sia schiena che stradale) e dalle pendenze però non sarebbe una cattiva idea.

"amaiorani"

Salve leggendo il vostro topic (anch'io il prox anno vorrei fare Santiago) sono appena di ritorno da questo viaggio
->Link Sito<-
non è famoso come Santiago ma vi assicuro che i paesaggi "nostrani" non hanno niente da invidiare come "storia" e come natura.
Ciao
Salvatore

max69 » 18 anni fa
Ciao Angelo, io e alfredo 77 abbiamo l'idea di fare questo pellegrinaggio quindi organizziamoci per l'anno prossimo cosi' porteremo almeno tre conchigliette probatorie.
ciao Marcello
ma quanti kg di bagaglio ti portavi dietro e come lo hai sistenato sulla bike?

Angeletto » 18 anni fa

ma quanti kg di bagaglio ti portavi dietro e come lo hai sistenato sulla bike?

"ciesse"

Ho dimenticato di parlare del bagaglio... Avevo una borsa del tipo a "bisaccia" che avevo sistemato sul portapacchi posteriore. Sopra questa si attaccava un terza borsa, per un totale di circa 10-12 kg. Inizialmente avevo anche una borsa più piccola sul manubrio, ma poi ho dovuto eliminarla perchè mi sbilanciava la bicicletta.
Per assicurare le borse al portapacchi ho scoperto che i biker spagnoli usano le fascette per clablatura, chiamate "bridas". Anche io ho adottato questo accorgimento durante il viaggio, e devo dire che non è una soluzione così stupida... A meno che non si usino borse tipo le Ortlieb che si agganciano come si deve. :)
La scelta delle borse è fondamentale per un viaggio come questo, io ho usato delle borse della Barbieri (abbastanza economiche) che si sono rivelate ottime fino a quando non ho preso la pioggia. Anche se si usano le coperture che vengono date con le borse tuttavia ciò non impedirà  alla pioggia di bagnare il contenuto delle stesse. Probabilmente avrei dovuto prendere borse della Ortlieb per esempio, sicuramente migliori...

Ciao
Angelo
vi ricordo ke è in corso qs mostra in proposito

:-)

Roma-Santiago/Santiago-Roma.
Itinerari, segni e memoria dell’Europa del pellegrinaggio
a cura di Paolo Caucci von Saucken

Città  del Vaticano - Piazza San Pietro, Braccio di Carlo Magno
13 marzo - 13 aprile 2008
Sarà  inaugurata giovedì 13 marzo, alle ore 18,00, presso il Braccio di Carlo Magno in Vaticano, la mostra fotografica "Roma-Santiago / Santiago-Roma. Itinerari, segni e memoria dell’Europa del pellegrinaggio" a cura di Paolo Caucci von Saucken. La via con i suoi paesaggi, le chiese, gli edifici del pellegrinaggio, i ponti che ne segnano il percorso, gli spedali che accolgono i viandanti, è la protagonista assoluta delle opere fotografiche esposte in questa suggestiva e unica rassegna.
L’esposizione è promossa dalla Xunta de Galicia, Consellerà­a De Innovacià³n e Industria, dal Centro Italiano di Studi Compostellani, dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del V Centenario della Fondazione della Basilica di San Pietro e dalla Fondazione per i Beni e le Attività  Artistiche della Chiesa. La rassegna, sarà  accompagnata, durante il periodo espositivo, da attività  collaterali di carattere divulgativo e scientifico fra cui la presentazione della traduzione in italiano del Liber Sancti Jacobi, summa medievale del pellegrinaggio a Santiago de Compostela, opera della professoressa Cinzia Berardi.
BREVE SCHEDA TECNICA
Mostra: Roma-Santiago/Santiago-Roma. Itinerari, segni e memoria dell’Europa del pellegrinaggio.
Cura della mostra: Prof. Paolo Caucci von Saucken
Luogo: Braccio di Carlo Magno – Piazza San Pietro – Città  del Vaticano
Inaugurazione: 13 marzo 2008 ore 18.00anteprima stampa: 13 marzo ore 11.30
Apertura al pubblico: 14 marzo 2008Orari: Dalle 10.00 alle 18.00 - Mercoledì chiuso.
Ingresso: gratuito
Enti Promotori: Xunta de Galicia, Consellerà­a De Innovacià³n e Industria; Centro Italiano di Studi Compostellani; Comitato Nazionale per le Celebrazioni del V Centenario della Fondazione della Basilica di San Pietro, Fondazione per i Beni e le Attività  Artistiche della Chiesa.
Organizzazione: Artifex – comunicare con l’arteInfo: tel. 06 68193064 – 06 69884095 WEB: ->Link Sito<- ->Link Sito<- ; ->Link Sito<- ;www.unipg.it/sdf/link/compos/santiago.htm (Centro Italiano Studi Compostellani)
UFFICIO STAMPA: KU.RA, Rosi Fontana - Tel. 050-9711343 – fax 050-9711317 - Email: ->Invia una E-Mail<- web: ->Link Sito<-

05/03/2008
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