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Risalita del Tevere in Bici dalla Foce alla Sorgente


Renzo » 17 anni fa
Vabbè, proverò a chiedere in qualche negozietto delle mie parti.
Secondo te, pinin, quanto può valere la mia stupenda Bianchi Thunder?


vi riporto qs comunicato

:-)

Il Tevere in bici
il Circolo Legambiente "Monti Lepini", gruppo di Roccagorga, da anni è impegnato nella salvaguardia e la valorizzazione del proprio territorio, qui si è fatto promotore dell'istituzione del Parco dei Monti Lepini e porta avanti tante iniziative (passeggiate in mountainbike, trekking, a cavallo, adesioni a campagne nazionali di Legambiente, riscoperta di prodotti tipici, ecc.)
Per la prima volta presentiamo un'iniziativa che si realizza su un altro territorio, il vostro...
L'iniziativa nasce da un'idea di un nostro iscritto, Andrea, che percorrerà  il bellissimo percorso che si snoda da Fiumicino fino alla sorgente del Tevere e che risalirà  le vallate e le anse di questo grande FIUME.
Come circolo crediamo molto in questa iniziativa e vi chiediamo di condividere l'idea mettendo a dispozione le vostre capacità , il vostro tempo, la vostra assistenza e la vostra accoglienza.
Ad esempio vorremmo dei contatti con persone che conoscono dei negozi specializzati in riparazioni di bici lungo il percorso, ecc.
Andrea ce la metterà  tutta cerchiamo di far si che questo diventi un momento di conoscenza tra circoli e di scambio, sarebbe bello ci fosse qualcuno ad attenderlo lungo le varie tappe del percorso.
Per qualsiasi informazione potete contattare direttamente Andrea o Mauro 335 8481513 che è il responsabile del gruppo mountain bike "Wine Steak and bike" di Roccagorga.
Grazie a tutti.


Il Tevere in Bici

Ci siamo…ai primi di giugno parto con la mia bici e vado a realizzare il progetto che da due anni era riposto in un piccolo cassetto.
Mi presento: Andrea Onida, nato nel 1967, passione per la bici, la natura e l’ambiente!
Sono nato a Roma ma già  all’età  di 6 anni ci siamo trasferiti in provincia di Latina, ma il legame rimane.
Negli anni ho percorso in macchina molto spesso l’ E45 e molte volte ho trascorso le vacanze dove il Tevere è solo un magro vagabondo in cerca di casa. Attraversarlo a piedi bagnandosi solo i polpacci...è una cosa emozionante!
Sono un impiegato, ho un adorabile moglie e un fantastico figlio.
Questa piccola pazzia che mi accingo a fare vorrebbe riconoscere e attribuire al Tevere quella importanza e quella dignità  forse da molti data per scontata o addirittura dimenticata e ringraziarlo per aver fatto così tanta strada, aggirando monti e creando valli, per poi scegliere le nostre terre nel baciare il mare.
Parlando del Tevere si pensa subito a Roma, alla sua maestosità  e al suo mitico Impero, ed è sicuramente un giusto tributo ad una città  così bella e unica. Io mi permetto, invece, con infinità  umiltà  di incentrare il Viaggio e l’attenzione che può scaturirne, nella Valle tutta; da Fiumicino a Roma, da Torrita Tiberina ad Alviano, per passare a Umbertide, Città  di Castello, Sansepolcro, Pieve S. Stefano, Balze e giungere infine a BERE l’acqua del Fiume al quale tutti sicuramente dobbiamo qualcosa.

Il mio desiderio è quello di creare dal 2008 in poi un’ appuntamento fisso, una classica…
ma non per ciclisti “professionisti” o super allenati, bensì per famiglie, amatori delle due ruote…( aggiungendo un paio di tappe ), un turismo leggero, discreto ma pieno di passione e di voglia di vivere, che può riscoprire un’ Italia a volte dimenticata.
Il Tevere e la sua valle offrono tutto questo, io ne sono sicuro e lo dimostrerò con questa prima edizione 2007 in solitaria. Instaurerò i primi contatti con associazioni, proloco, comuni, circoli ecc…
Metto a disposizione di tutti la mia iniziativa e per quest’ anno la dedico a mio cugino Gianluca, da poco scomparso, la distrofia muscolare se l’è portato via.
Lui non poteva pedalare da anni ormai!

Ho quasi quaranta anni, ma mi piace coltivare i sogni, e questo sogno di quasi 400 Km mi piace molto.
Se a voi può interessare questo viaggio, ve ne sarò infinitamente lieto.

Grazie di tutto…

Andrea


Il progetto si sviluppa in tre tappe; partendo da dove il Fiume si sposa al mare
(Isola Sacra, Fiumicino ) fin dove Nasce (le vene del Tevere, monte Fumaiolo-FC ).
In bici, in solitaria su asfalto e per quanto possibile, senza percorrere strade statali.



Prima tappa. Partirò dall’isola sacra, a sud di Fiumicino la mattina del 01 giugno, (meteo permettendo) dopo circa 20 Km sarò all’ interno del Raccordo di Roma e attraverserò la città  cercando di fare il più possibile la pista ciclabile del lungo Tevere. Taglierò la metropoli in due uscendo dallo svincolo di Prima Porta sulla via Tiberina, direzione Fiano Romano. Nazzano e Torrita Tiberina mi permetteranno di ammirare dall’alto la bellezza del serpeggiare del fiume nella riserva naturalistica di Tevere-Farfa.
La tappa del 01 continuerà  direzione Magliano Sabina, attraverserò il Fiume, Borghetto e poi a nord verso Orte. Ancora un piccolo sforzo per concludere a Penna in Teverina. ( circa 145 Km ) Qui, dopo aver ammirato la bellezza e le tracce storiche di questo meraviglioso borgo medievale, cercherò un letto che mi faccia recuperare le forze per la seconda giornata.

Seconda tappa. Nella seconda giornata, 02 giugno avrò la fortuna di vedere due bellissimi laghi nutriti dalle acque del nostro Fiume. Dopo circa 40 minuti dalla partenza, incontrerò il lago di Alviano e lo costeggerò per circa 4 Km, dopo altri 40 minuti m’immetterò sulla strada che costeggia per 8 Km il lago di Corbara. Sento già  che non sarà  facile lasciarsi alle spalle tanta bellezza.
Seguendo verso Todi non la visiterò, soprattutto per non perdere tempo lungo la salita che porta alle sue affascinanti mura, ma passerò alla sua sinistra, attraverserò il Tevere e la SS.E45. Da questo momento, il Fiume, la statale ed io viaggeremo intrecciandoci molteplici volte.
Incontrerò Fratta Todina, Marsciano e tagliando di nuovo il Fiume, passerò per la caratteristica Deruta con le sue infinite ceramiche. Guardando il Tevere alla sinistra, immagino la bella Perugia un pò più in là , e spingendo sui pedali mi accingo a superare Ponte San Giovanni e Ponte Valleceppi. Ancora un po’ di fatica ed eccomi nella bella e antica Umbertide. (circa 140 Km).

Terza e ultima tappa. In questa tappa, 03 giugno, attraverserò nell’ordine Città  di Castello, Sansepolcro e Pieve S. Stefano, una più bella dell’altra e ognuna con la sua storia aggrappata agli edifici. Prima della Pieve costeggerò l’ invaso di Madonnuccia o lago di Montedoglio. Anche questo come i precedenti è alimentato dal nostro eroe.
La superstrada da quel punto s’ innalza su enormi pilastri e diventa un gigante che scivola nel cuore dell’ Appennino Romagnolo, io con la mia ”biciclettina” passerò sotto di lei percorrendo la vecchia e tortuosa E45. Arrivato al bivio Le Ville inizierò con l’ emozione nel cuore, l’ultima e la più faticosa salita circa 14 Km, che mi porterà  dai circa 500 slm ai 1407 del monte Fumaiolo, passando prima per le Balze.
Arrivato in cima dove si trovano campeggi e ristoranti dovrò ridiscendere per un percorso pedonale-turistico ai 1348 slm per festeggiare la mia impresa alle Vene del Tevere ringraziando per questa meravigliosa esperienza di vita, quel grande Fiume tumultuoso che ho lasciato a Roma e che qui posso tenere in una mano…magari in un bicchiere! ( circa 90 Km ) ( totale circa 375 Km ).

Andrea Onida








Andrea Onida

Cell 349 7715114
Email ->Invia una E-Mail<-





ilbaronerosso

ho contattato Andrea e mi ha riferito ke qs risalita l'ha fatta l'anno scorso in solitaria, e in calce metto il suo resoconto, cmq pensa di rifarlo anke qs anno e spera di farlo nn + da solo, ki è interessato lo contatti, io l'ho invitato ad "entrare" nella discussione

:-)

Risalita del Tevere in Bici dalla Foce alla Sorgente in 3 giorni
Andrea Onida fatta a Giugno 2007 in Solitaria


Il Tevere e la sua valle: percorrerlo in bici, in solitaria, in senso contrario e in 3 tappe.
Avete mai avuto un sogno? Uno di quei desideri che accompagnano le vostre giornate? Io sì!
Questo sogno si chiamava Tevere. Così ho pensato di realizzarlo. Risalire in bicicletta il suo sinuoso percorso tra Lazio, Umbria e Toscana, fino a lambire la Romagna. Per farlo c’era bisogno di organizzare le cose per bene. Perciò, all’inizio dell’anno il progetto è definito nei particolari. Il primo giugno alle 7 e 30 a Fiumicino ha inizio la mia avventura. Le previsioni del tempo non promettono niente di buono, ma ci vuole ben altro per farmi desistere. L’attesa è stata grande, la voglia immensa.
Lascio l’Isola Sacra e inizio a pedalare.

PRIMO GIORNO:
Ho deciso di partire da Fiumicino (dal piccolo porto), scendere al vecchio faro che resta nel promontorio più prominente a sud dell’isola per poi attraversare il fiume ancor più giù sul ponte Scafa, verso Ostia.
La Via Ostiense è l’unica strada possibile per raggiungere Roma e la sua pista ciclabile del lungo Tevere. Procedo con molta attenzione, è pericolosa e piena di smog!(ringrazio Francesco e Osvaldo, di ostiainbicixiii, che mi accolgono alla partenza e mi “scortano” dandomi protezione sull’ Ostiense e fin dentro Roma)
Peccato che Ostia e Fiumicino non abbiano un collegamento ciclabile con la capitale.
Una volta nella ciclabile all’interno del raccordo, la percorro tutta attraversando una delle più belle città  del mondo, resisto alla tentazione di uscire più volte dal percorso; lo faccio una sola volta a ponte S. Angelo, per far colazione e scattare diverse foto.
La ciclabile del lungo-Tevere è di 34 km, mai impegnativa, attenzione però alle forature nella parte centrale, dove si pedala su fastidiosi sampietrini spesso pieni di frammenti di bottiglie.
Finita la pista bisogna percorrere la via Flaminia fino a Prima Porta per poi collegarsi all’antica Via Tiberina che non lascerò quasi mai.
Fiano Romano è il primo paese che incontro. D’origine antichissima, questo piccolo borgo un tempo fu porto fluviale romano, infatti, nelle sue campagne si contano siti archeologici importanti come quelli di otto ville romane e quelli della Via Campana che ai tempi si snodava sullo stesso percorso della più giovane via Tiberina.
Riparto da Fiano e so di dover affrontare circa
5 km di salita medio impegnativa, ma la fatica viene subito ripagata dalla vista su tutta la valle della riserva naturalistica di Nazzano creata dal dolce incedere ondeggiante del nostro protagonista e dal suo affluente Farfa.
La riserva di Nazzano (Tevere-Farfa) meriterebbe una visita più approfondita, ma la tabella di marcia non me lo permette e devo accontentarmi delle foto dall’alto. Il prossimo paese che incontro è Ponzano Romano. Nazzano, Torrita Tiberina e Filacciano per essere visitati richiedono piccole deviazioni andata e ritorno ed essendo circa solo a metà  della prima tappa preferisco rimandare all’anno prossimo il nostro connubio. Ponzano ha un bel centro storico arroccato, ma la cosa che lascia senza fiato è senza dubbio la vista su tutta la valle con quel incredibile dolce serpeggiare del Tevere.
Per vederlo… non perdete all’interno del centro storico, (prima del municipio a sinistra) quel piccolo terrazzino che vi ruberà  una parte di cuore.
Diverse cose si possono ammirare in questo borgo medievale, la chiesa del XVI secolo, dei ritrovamenti preistorici e l’affascinante Abbazia di Sant’Andrea in Flumine. Quest’ultima la trovo, dopo solo 2 km, sulla via per Stimigliano. Prima di arrivare, approfitto dell’abbondanza e della freschezza dell’acqua di un gran fontanile che si trova su un largo a destra della strada.
L’abbazia sembra avere origini incerte, si pensa al VI secolo.
Il suo massimo splendore lo visse tra il secolo VIII e il IX.
La tragedia dell’abbandono la colse alla fine del XVII secolo, a testimonianza c’è il trasferimento della campana minore nella chiesa di S. Nicola in Ponzano.
Poche gocce di pioggia mi ricordano che sono ancora lontano dalla fine di questo primo viaggio, ma sono fortunato…il vento squarcia di nuovo le nuvole ed io pedalo veloce superando Stimigliano, (piccola salita) per poi gettarmi in una discesa di circa 2 km. Prendo a sinistra, direzione Magliano Sabina. Percorro per circa 12 km la valle del Tevere sul suo lato sinistro. I paesaggi e le piccole colline che mi circondano sono stupendi. Appezzamenti di grano attirano fuori del marsupio la macchina fotografica per scatti a tutta natura.
Al bivio di Magliano S. prendo per Borghetto, direzione Orte non prima d’aver superato l’autostrada e il Tevere.
Sono meno di 20 km di falsopiano, con strada a volte stretta e pericolosa.(In questo tratto, procuratevi prima l’acqua, non ci sono fontane).
Orte la lascio alla mia sinistra, lì in alto.
Sono tentato di scalarla, ma sono le 17 e 45… preferisco chiudere il primo giorno con un po’ di saggezza, infatti, la cartina mi ricorda che mi aspetta un’ultima salita per Penna in Teverina.
La prima tappa sta per concludersi, inizio a salire per Penna. Dopo pochi km saluto il Lazio ed entro in Umbria.
Arrivo a 2 km dal paese (sono circa 5 km di salita impegnativa) e trovo il B&B La Chioccia, gestito da Antonella, romana, “fuggita” dalla capitale 12 anni fa per trovare quiete e genuinità .
Il posto è fantastico, mi sento bene, è come stare da un caro parente.
Le gambe non stanno malaccio per aver percorso 162 km. A domani…

SECONDO GIORNO:
Anche questa mattina è fresco, indosso la mantellina e parto. Non mi soffermo molto su Penna in Teverina, solo un paio di foto al centro storico. Il paese, nato nell’alto medioevo presenta un bellissimo centro storico con il castello di Roccagiovine, perfettamente integrato nell’edilizia circostante. Appena ripartito cerco di trovare subito una media migliore rispetto ad ieri, infatti, oggi la tappa dovrebbe essere più pianeggiante. Superati 10 km attraversando colline bellissime, entro nel caratteristico Giove. Mi colpisce il suo castello: originariamente chiamato “Castel di Juvo”. Le sue prime tracce storiche risalgono al 1191.
Un particolare architettonico da citare: cinque piani illuminati da 365 finestre, una per ogni giorno dell'anno. Su di un lato, in fondo alla strada laterale del castello, trovo il belvedere e mi dispiace essere solo per non condividere tanta bellezza. Lasciando il paese a 292 metri slm, mi lancio in una lunga discesa (5 km) che porta nella pianura della valle. Attraverso Attigliano e poi via verso Alviano e la sua riserva. In questi 10 km che mi separano dal lago, passo per una strada poco trafficata che taglia campi di grano e colline erose dal tempo. Qui il vento mi sospinge rendendo ancor più gradevole il momento. Rimango deluso, quando secondo la cartina inizio a costeggiare il lago, ma questo rimane a qualche centinaio di metri alla mia sinistra, di là  di campagne e piccole colline. Per vederlo m’inoltro in stradine bianche e casali semi abbandonati. Una volta ripresa la strada, arrivo dove c’è l’ingresso della riserva del WWF.
Non ho il tempo di visitarla, ma scambio volentieri quattro chiacchiere con Alessio, un responsabile del parco. Mi spiega che il lago nasce come uno sbarramento Enel nel 1963 e con il passare degli anni e con l’accumularsi dei sedimenti trasportati dal fiume, parte di esso si tramuta in palude. L’arrivo d’uccelli acquatici dapprima richiama l’attenzione dei cacciatori e poi quella degli ambientalisti. L’Oasi nasce nel 1977.
E’ tarda mattinata ed inizio ad avvicinarmi ad uno dei siti più belli di tutto il viaggio, le gole e il lago di Corbara; anch’esso nasce come uno sbarramento del nostro biondo fiume negli anni cinquanta.
Il mal tempo mi raggiunge da dietro e mi accompagna con un incredibile temporale per circa un’ora. C’è così tanta acqua che dopo un po’ ne divento indifferente e mi diverto come un bambino!
Sotto una galleria di quelle aperte da un lato, (se ne trovano quattro), incontro tre motociclisti di Roma; in un certo senso condividiamo il viaggio e ci gemelliamo in un caloroso abbraccio.
“ buona meta amici…io devo spingere sui pedali.”
Di nuovo il sole, così posso scattare le ultime foto ad un fiume veramente dorato, sicuramente un dono ricevuto dal fango e dai detriti dei temporali di questi giorni. Lo prendo come un regalo…non sono stato in Amazzonia, ma sono certo che in qualche paesaggio gli somiglia.
Aumento l’andatura e incontro le verdi e forti colline di Todi, le lascio alla mia destra e continuo a seguire il corso del Tevere incontrando per la prima volta la SS E45. (se prima costeggiavo spesso l’A1 ora il riferimento diventa questa strada che taglia l’Appennino da Terni a Cesena e accompagna il Fiume fino a Pieve S. Stefano). Dopo pochi chilometri e un paio di salitine sono nel bellissimo borgo, d’origine medioevale di Fratta Todina. A riprova delle sue vicissitudini nella storia, il borgo cambiò nome molteplici volte: Fratta del Vescovo di Todi, Fratta di Marsciano e infine Fratta Todina.
Marsciano è il prossimo paese che incontro, anch’esso di origini medievali con storie simili ai precedenti, di esso vi sono tracce già  dall’anno 1004. Non passo all’interno del centro storico, scendo verso la pianura, attraverso solo campagne pianeggianti, il vento laterale non mi disturba anzi mi permette di godere di sole costante. Al bivio di Fanciullata devio a destra per Deruta. Questa cittadina si divide in due: la zona nuova e quella medievale. La prima…pianeggiante, è ricca di negozi e attività  che trattano l’articolo per il quale Deruta è famosa nel mondo, la ceramica, la seconda, anch’essa ricca di botteghe, è arroccata in cima alla collina che domina dall’alto la pianura sottostante.
Controllo i km del mio computer, da questa mattina ne ho percorsi 100, Umbertide, meta del secondo giorno, è ancora lontana, dunque riparto subito.
Supero in sequenza Pontenuovo, il bivio per Torgiano e dopo bellissime campagne con dolci sali scendi incrocio di nuovo l’E45 lasciando lontano, alla mia sinistra, Perugia. Il successivo paese è Ponte S. Giovanni, in antichità  terra di confine tra Etruschi ed Umbri. Nel 1944 i bombardamenti degli alleati distrussero il caratteristico Ponte Vecchio, che fu poi ricostruito diversamente nel 2000. Da questo momento il tempo decide di non essere più clemente con me, inizia a far freddo e le prime gocce mi consigliano di chiudere al più presto la tappa. Sorrido ai cartelli all’ingresso dei paesi come Ramazzano, Le Pulci e Casa del Diavolo ma poco dopo una pioggia fastidiosa e costante decide di farmi compagnia fino ad Umbertide per gli ultimi 12 Km. Non ho tempo ne voglia di cercare agriturismi, allora mi fermo all’albergo più vicino al centro di Umbertide. (147 chilometri.) Piove per tutta la sera, forse anche la notte, ed io stanco
dopo una cena gradevolissima mi rimando a domani
per l’ultima tappa verso la sorgente.

TERZO E ULTIMO GIORNO:
Mancano circa 90 km alla fine. Ho volutamente frazionato il percorso in tappe sempre più corte, calcolando le pendenze sempre maggiori e l’ipotetica crescente stanchezza.
Mi preparo contro la probabile pioggia perchè questa mattina è tutto bagnato e il cielo è coperto. Faccio un giro nel piccolo e affascinante centro storico d’Umbertide. Il borgo nasce intorno al X secolo per volontà  d’Uberto figlio del re d'Italia assumendo il nome di Fracta Filiorum Uberti. Rapisco immagini con la fotocamera e parto in direzione Città  di Castello. Prima di arrivare attraverso frazioni come Promano e S. Lucia. Quando, alle 9 e 30 sono nel centro di Città  di Castello la trovo ancora addormentata e solo allora realizzo che è domenica.
Cinta per buoni tratti dalle mura cinquecentesche Città  di Castello si estende lungo la valle del Tevere, là  dove i Romani stabilirono il municipio di Tifernum Tiberinum.
Riparto e mi trovo a pedalare lungo una strada a volte stretta e un po’ pericolosa e in leggerissima salita. Dopo circa un’ora entro nella cittadina di Piero della Francesca (pittore e matematico del XV secolo). Sansepolcro deve il suo nome alla leggenda secondo la quale due pellegrini, che tornavano dalla Terra Santa, si fermarono nella zona dove oggi sorge il Borgo (un tempo chiamato Noceto, per via dei numerosi alberi di noce) e qui costruirono una cappella sotto il cui altare deposero pugni di terra Santa raccolta sul Sepolcro di Cristo in Palestina. A quest’ora incontro molta gente che passeggia nelle piazze centrali. Saluto questa bella cittadina scivolando tra le vie pedonali ricca di negozi in piena attività , nonostante il giorno di festa.
Il tempo si sta rimettendo; il vento, anche oggi presente, decide di prendersi indietro qualche favore fatto nella giornata di ieri, infatti, soffia e mi soffierà  contro, per tutta la tappa.
Il lago di Madonnuccia o Montedoglio mi accoglie in tutta la sua bellezza.
E’ anch’esso, come i due precedenti, un invaso artificiale. L’imponente diga è visibile ad ovest, come lo sono le strade che una volta attraversavano il fondo valle e ora sono sommerse insieme ad abitazioni rurali.
Passo per Madonnuccia e saluto Sergio, mio carissimo amico e famoso cercatore di tartufi. Guarda caso nel marsupio anteriore c’è giusto lo spazio per un vasetto…
Dopo un caffé e un caloroso saluto riparto alla volta dell’ultimo comune che incontrerò. Sono preparato a dover fare da questo momento tendenzialmente solo salita. Arrivo a Pieve S. Stefano, mi soffermo a guardare il Tevere così magro e pieno di fango bianco, conosco le rocce di questa parte d’Appennino, si sfaldano con facilità  e sono di un grigio chiaro.
In questo territorio sono state trovate tracce d’insediamenti risalenti al periodo compreso fra il Neolitico e l’Eneolitico. Al tempo dei romani queste terre fornivano alla capitale, tronchi per la costruzione delle navi. La spedizione logicamente era fluviale. Nell’agosto del 1944, la ritirata dei tedeschi metteva fine all’architettura del vecchio borgo della Pieve. Infatti, le truppe minavano e distruggevano gran parte del paese e con esso la sua storia. Il giornalista e scrittore Saverio Tutino, decideva di dar voce alla memoria e alle storie d’uomini e donne di qualsiasi posto, tramite i loro diari. Pieve risponde a questo progetto. Ce ne sono oltre 5000 ad oggi e Pieve S. Stefano ora si può vantare d’essere paese della memoria, “città  del diario”.
Una volta allontanatomi da Pieve, la strada inizia a salire e le abitazioni sono sempre più rare. Passo sotto la super strada e proseguo alla sua sinistra, attraverso un ponte sul magro e grigio Tevere. So che da questo momento mi distaccherò da lui e lo rivedrò solo alla sorgente; purtroppo non ci sono più strade che lo costeggiano. Il paesaggio toglie il fiato, continuo a salire. L’E45 rimane molto al di sotto, il sole, a tratti molto presente, mi ricorda di essere alle porte dell’estate, non incontro nessuno per quasi due ore, solo un piccolo scorpione che mi attraversa con la sua andatura superba! Poche curve ed ecco il cartello di confine che mi accoglie nell’Emilia Romagna. Provo un’emozione forte e penso: ”Sono partito dal Lazio…ed eccomi qui…sono arrivato!”
Finalmente incrocio di nuovo la super strada e dopo poco entro nel paesino Le Ville di Montecoronaro, (comune di Verghereto).
Qui resistono le ultime piante della rarissima pera Cocomerina, (deve il suo nome alla somiglianza della propria polpa con quella di un’anguria). Chiedo quanti chilometri mi separano dalle Balze, ultimo centro abitato prima della salita del Fumaiolo. Circa sette, non molti! Pedalo sulle pendici del monte Fumaiolo, non sono stanco, la pendenza è importante, ma non impossibile, spesso si passa all’ombra dei rigogliosi boschi che la strada taglia in due.
Provo una sorta di felicità  mista alla
tristezza dell’
imminente
fine dell’
avventura.

Mentre entro nel paese delle Balze realizzo che mancano solo 3 km al valico del Fumaiolo, l’ultima fatica che affronto col supporto della mia famiglia; (infatti, mi hanno raggiunto per poi tornare a casa, tutti insieme in macchina).
Penso a quando i nostri nonni o i loro genitori dovevano affrontare viaggi con le loro biciclette. Per lavoro o per risolvere una vendita di un terreno. Quelli erano eroi! Con mezzi pesantissimi e senza rapporti.
So di non aver realizzato una grande impresa sportiva, ma invece avverto, attraverso le sensazioni provate in questi tre giorni, che il tour che vado a concludere aprirà  dal 2008 (come preventivato), una classica aperta a tutti con tre tappe in più, turisti silenziosi che sapranno resistere alla fatica di circa 80 km al giorno.
Roma e i circoli che mi hanno supportato in questa avventura sono orgogliosi di onerarsi di questa eredità  organizzativa ed io li supporterò con l’esperienza fatta e con i riferimenti presi nel viaggio.
Riempio la borraccia, sicuramente l’acquedotto delle Balze è alimentato dalle giovani acque del Tevere, inizio a pedalare i 3 km che mi separano dal valico, sono duri, l’ultimo è veramente duro… Per la prima volta sono stanco, ma non metterò giù il piede. (chi va in bicicletta lo sa!).
Gli alberi chiudono la volta sulla strada riducendo la visibilità  tanto che devo accendere le luci, non per vedere ma per rendermi visibile alle pochissime auto che incontro,
fa anche abbastanza freddo.
Ci sono… 100 metri ancora, la strada s’illumina al sole, in quella luce… il valico!( 1400 metri s.l.m.)
Provo un misto di confusione e felicità , non ho più salite davanti a me. Dalla fonte mi separano 600 metri di sentiero a scendere nel fitto bosco di faggi sul versante sud-est. Apro l’ammortizzatore e scendo molto lentamente il sentiero che mi porta alla meta del viaggio. Il monte deve il suo nome alle numerose sorgenti che sgorgano dalle sue pendici, infatti, era conosciuto, nei secoli scorsi come "Fiumaiolo"; mentre il nome del fiume probabilmente deriva da Tiberino un discendente d’Enea, annegato nelle sue acque.
A 1268 metri s.l.m. trovo un monumento di marmo con una possente aquila al suo apice, nella parte centrale si legge: “ qui nasce il fiume sacro ai destini di Roma”. Subito mi torna in mente lo stato indecoroso in cui versa questo fiume sacro a 400 km da qui; all’interno di Roma, alla foce, lungo il suo tragitto. Abbiamo tutti la memoria troppo corta e con essa anche il senso della riconoscenza.
A pochi metri una dall’altra ci sono le due vene dalle quali sgorga un’acqua pura e freschissima, anzi fredda. Le sorgenti del fiume sono chiamate ” le vene del Tevere”. Bere quest’acqua è la ricompensa, il dono che il Fiume mi fa dopo 399 km di pedalata in solitaria.
“ E il sogno si compie!”

Andrea Onida ->Invia una E-Mail<- Il Tevere in Bici 2007, nasce da un idea e cresce in un progetto.
In esso si incontrano persone, associazioni, amici e parenti.
Tutti protesi verso la realizzazione del viaggio che ho compiuto!
Viene da sé ringraziarli tutti, sperando di non dimenticare nessuno.

Per prima mia moglie Lucia e mio figlio Luca,
per la pazienza dimostrata durante le mie assenze nei lunghi allenamenti.

Il mio collega Mauro( ->Link Sito<-) per avermi supportato nella pianificazione
del percorso di viaggio e il gruppo di Roccagorga
del circolo Legambiente Monti Lepini.(->Link Sito<-)
.
Vito Cioffi, titolare della DRAKE System,(->Link Sito<-), artigiano realizzatore della mia mtb.

Alberto, titolare del sito ->Link Sito<- E’ stato il primo a pubblicare nel web
l’iniziativa che mi accingevo a fare.

Il magnifico Igino Stefani, titolare del sito ->Link Sito<- che dopo aver dato risalto pubblicando l’iniziativa, si rendeva disponibile il sabato precedente alla partenza, per farmi testare tutta la ciclabile
del lungo Tevere…andata e ritorno, circa 60 km. Ancora grazie Igino

Francesco Frosi e Osvaldo Spione, appartenenti al circolo ostiainbiciXIII, che dopo aver saputo della mia futura partenza, dapprima mi pubblicavano sul sito ->Link Sito<- , e poi mi accoglievano
all’ inizio del viaggio e mi accompagnavano fin dentro Roma,
facendomi così superare l’ostacolo della pericolosa via Ostiense.

Stefania, che si univa a me per tutta la ciclabile del lungo Tevere.

Antonella del B&B La Chioccia in Penna in Teverina, con la sua magnifica ospitalità .

Marcello e Sergio, amici di vecchia data che mi hanno atteso lungo il percorso.

Alessandro e Olivia, supporter e fondamentali amici per il viaggio di ritorno.


In fine Gianluca, mio cugino scomparso da poco e sempre presente in tutti i km fatti…
a te Gianluca, il Tevere in Bici lo dedico a TE!

La presentazione dell’iniziativa Tevere in Bici 2007 è stata registrata e mandata in onda nella rubrica “Il Settimanale” dall’emittente Latina TV (LTV Digivision) nelle settimane precedenti alla partenza.

La stampa ha dato risalto al viaggio con il settimanale La Piazza, il quale usciva nei giorni della partenza (sabato 2 giugno 2007 N. 21 pag. 30) con un piccolo articolo di complimenti e auguri. La settimana successiva (sabato 9 giugno2007 N. 22 pag. 20) replicava con un altro di conferma dell’ impresa, infine nel numero 26 del 7 luglio 2007, pag. 7, usciva un articolo a tutta pagina nella rubrica “storie comuni”.

Sulla rivista EGO, numero 12 del 23 giugno 2007, usciva nella rubrica “sfide” un articolo di 5 pagine, ben scritto e con un ottimo impatto grafico.

Andrea Onida ->Invia una E-Mail<-



amaiorani » 17 anni fa
Come ho già  scritto in precedenza potrebbe essere simpatico coinvolgere noi stessi e altri club nostri gemelli nella cosa, accompagnando Andrea nel percorso.
Noi possiamo sicuramente accompagnarlo in tanti da Fiumicino fino a Fiano ed oltre. Verso Fiano gli amici di Pedalapiano di Castelnuovo di Farfa poi La BASE e Cuoreverde in Umbria. Potremmo poi ricongiungiungerci tutti ad Andrea il terzo giorno per percorrere i km sino alle Sorgenti del Tevere.
Penso sia una cosa fattibile senza grossi problemi.

Che ne dite?

onixone67 » 17 anni fa
Salve a tutti.
Sono Andrea, quello del Tevereinbici 2007.
Quest'anno organizzerò l'edizione 2008, non più in solitaria ma aperta a tutti.
Ho notato un piacevole interesse da parte vostra e vi ringrazio anticipatamente!
Per il 2008 i dettagli del programma sono da definire, pensavo fine giugno inizio luglio, in quattro tappe(100km di media giornaliera sono facili e permettono un pò di turismo)
La faremo sempre risalendo il fiume e la sue bellissime valli.
Arrivare alla foce e bere l'acqua del nostro fiume Sacro è un emozione che, vi giuro, difficilmente dimenticherete!
Cercherò sponsor e cercherò di rimanere basso con le spese.
Per ora basta così
ci sentiamo presto

1200230269 1752 FT84652 Vacanza Estate 2006 150

Robyone » 17 anni fa
Ciao Andrea, complimenti per la bellissima impresa!!!

Io un pensierino a seguirti quest'anno lo faccio proprio volentieri, soprattutto su 4 giorni che mi sembra molto più fattibile.
Appena conosci meglio i dettagli aggiornaci su questo forum.

Grazie
Ciao Roberto

succisa » 17 anni fa



Cercherò sponsor e cercherò di rimanere basso con le spese.

onixone67

Penserai tu alla recettivita' alberghiera?
Facci sapere.
vi inoltro il programma definitivo, sarebbe bello se il ns gruppo "scortasse" i partecipanti nella prima tappa

:-)

Tevere in Bici 2008 , 5 giorni di storia, natura....

Con partenza il 30 maggio da Ostia, 5 giorni di cicloturismo, storia, natura, culture, turismo, viver sano, passando per Ara Pacis, Auditorium di Roma, siti archeologici, bellissimi Borghi, Riserve Naturali (Nazzano Tevere-Farfa, Parco Fluviale del Tevere da Baschi e zone limitrofe, e altri), fino a Città  di Castello, Sansepolcro, Pieve Santo Stefano ... e infine a Balze, alle Sorgenti del Tevere: in allegato il programma di un percorso già  effettuato in solitario, e quest'anno in gruppo, con il Patrocinio del Comune di Verghereto e della Provincia di Forlì-Cesena, Assessorato all'Ambiente e al Turismo.

Appuntamento, quindi, alla partenza, per podisti, canottieri, canoisti, semplici spettatori che vorranno affiancare gli avventurosi cicloturisti ... e poi, per chi vorrà , sui tracciati e nelle tappe di cui potete leggere nell'allegato. ISCRIZIONI ANCORA APERTE!

Associazione Tevere in Bici
Il Presidente, Andrea Onida
email ->Invia una E-Mail<-


tevereinbici_programma_sp.zip

Robyone » 17 anni fa
A me interesserebbe proprio partecipare a tutta l'iniziativa, non solo la prima tappa...
Ho mandato una mail per richiedere maggiori info, ad esempio il costo per la partecipazione.

Ciao Roberto

max69 » 17 anni fa


A me interesserebbe proprio partecipare a tutta l'iniziativa, non solo la prima tappa...
Ho mandato una mail per richiedere maggiori info, ad esempio il costo per la partecipazione.

Ciao Roberto

robyone


Poi facci sapere a tutti.
ciao Roby

Robyone » 17 anni fa
Allora, queste le informazioni che ho ottenuto:
- sono disponibili 2 pacchetti economici, vi allego in fondo la loro descrizione così come da lettera di accompagnamento che ho ricevuto.
- il percorso è quasi tutto su asfalto, eccetto una 10ina di km di sterrati nelle varie riserve.
- è consigliata la mtb con pneumatici stradali o eventualmente la bdc con copertoncino (per gli sterrati).
- l'altimetria è poco rilevante nelle prime 4 tappe, giusto la seconda ha alcuni saliscendi collinari ed una salita di 5 km prima di Penna in Teverina. L'ultima tappa ha invece un po' più di 1000 metri di dislivello.
- l'iscrizione vera e propria verrà  effettuata nel momento in cui saranno disponibili i costi definitivi dei 2 pacchetti, ma già  adesso stanno distribuendo lettere di prelazione (una specie di prenotazione quindi) per coloro che sono interessati.
- il numero massimo di partecipanti sarà  di 30 persone. Al momento quasi la metà  dei posti sono già  occupati dalle lettere di prelazione finora distribuite.

Io confermo il mio interesse, il costo mi sembra buono in considerazione dell'offerta, anche se non ho in realtà  altri termini di paragone.
L'unica cosa è che bisogna affrettarsi visto che i circa 15 posti rimanenti credo che termineranno abbastanza presto (7-10gg max).
Per ricevere la lettera di prelazione bisogna farne richiesta via mail a ->Invia una E-Mail<- oppure se preferite postate qui sotto chi è interessato e le richiederò io per tutti.

Fatemi sapere.
Ciao Roberto

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L’organizzazione dell’evento ti permette di scegliere tra due pacchetti.
Il primo, chiamato BASE, è per chi ha la necessità  di rientrare la sera dell’arrivo. Questo non comprende il pernottamento con colazione, la cena con relativa cerimonia finale che si terrà  al rifugio Biancaneve del Monte Fumaiolo l’ultima sera (con il patrocinio e la partecipazione del presidente Proloco di Balze, Franco Rossi; del Sindaco del Comune di Verghereto, Fedele Camillini; dell’Assessore al Turismo della Provincia di Forlì Cesena, Luciana Garbuglia e del presidente del portale e progetto culturale Un Ponte sul Tevere, Giuseppe Maria Amendola).
Il secondo pacchetto chiamato FULL, a differenza del primo, comprende anche il pernottamento con colazione, la cena e la cerimonia suddetta.
E’ chiaro che nell’interesse del successo dell’iniziativa sarebbe bello che tutti i cicloturisti rimangano per la serata finale.
Ad oggi ti possiamo fornire solo una quota di partecipazione indicativa, in quanto siamo ancora nell’attesa di conferme circa i prezzi di alcuni ostelli e musei/pinacoteche.

Pacchetto BASE circa 215 €
Pacchetto FULL circa 270 €
Nota: in entrambi i pacchetti, i pranzi non sono compresi. Questo perché è sconsigliato in escursioni ciclistiche come la nostra, fermarsi per il pasto tradizionale.
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Moderatore: fabioman, gerpas