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Giro dello Sciliar


manzanilla » 16 anni fa

WOW!!!
shine

shine

la prossima volta non partirete senza di me!!! 011

Demone » 16 anni fa
Partire con zaino in spalla e pernottare nei rifugi alpini è stata per noi una esperienza assolutamente originale ed emozionante, sicuramente sicuramente da ripetere con una pianificazione ancora più accurata (nonostante per questa avventura siamo stati certosini nel pianificare sia i tragitti che le attrezzature che gli alloggi).
Dunque cara July per il prossimo Raid alpino cercheremo di formare un gruppo di pedalandiani d'assalto e di esplorare altre cime e vallate.
Ciao

yayayaya » 16 anni fa
dopo tanta fatica, tante foto e mangiate, metti 2 righe per descivere il percorso, magari con una traccia gps o anche solo il nome dei sentieri.

trecciadoro » 16 anni fa
Spero che vi siate fatti bene la gamba,in previsione della 24 ore,cara senatrice LUIS,ricordati che ti vogliamo in forma smagliante.
Che posti......

Demone » 16 anni fa
ROAD BOOK “ALPE DI SIUSI – SCILIAR”
DIFFICOLTA' TECNICA: (salita/discesa) OC / EC come da scala delle difficoltà  tecniche del CAI ->Link Sito<-
L’organizzazione del giro è stata calibrata su tre giornate in quanto si sapeva che l’itinerario era impegnativo per le caratteristiche del terreno, il dislivello e per le discese a volte molto tecniche. Le fatiche sono state comunque ampiamente compensate dai panorami incomparabili nell’ascesa ai Denti di Terrarossa, sull’Alpe di Siusi e naturalmente sullo Sciliar. Indimenticabile, anche per la tensione e la fatica, è stata la discesa dal Rifugio Bolzano (mt 2457) a Fiè Allo Sciliar (mt 900) sulle passerelle in legno del Prà¼gelweg nonché i 2 km al 25% di salita al Sassopiatto. Il luogo di partenza ed arrivo che abbiamo scelto è stato Campitello in Val di Fassa.

1° giorno (09 luglio ore 18,30 – 19 gradi – 1410 mslm)

Nel tardo pomeriggio, sotto lo sguardo incuriosito di tanti escursionisti e biker di ritorno dall’escursione giornaliera, lasciamo la macchina nel parcheggio (gratuito) della funivia del Col Rodella (mt.1410) a Campitello di Fassa ed entriamo in paese per iniziare la salita verso il nostro primo approdo: il Rifugio Micheluzzi. Per evitare la via più diretta, la forestale 532 che nella parte inziale ha delle pendenze esagerate, dalla Piazza Centrale prendiamo a dx per Via Rodella, poi via SS. Filippo e Giacomo, via Col ed infine, sempre su leggera salita in asfalto raggiungiamo la frazioncina di Pian (km. 1,9 - mt.1540). Di qui ci immettiamo appunto sulla sterrata della forestale 532, che sale con qualche bella rampa verso la Val Duron. In 50 minuti circa copriamo faticosamente i 4,8 km che ci separano dal Rifugio Micheluzzi (km.4,8 - mt 1860). L’atmosfera è rilassata e il Rifugio è ben gestito: c’è un’atmosfera magica con il sole che illumina la cima del Molignon fino quasi alle 22 ! Dopo qualche birra e chiacchiera con le guide alpine ci apprestiamo a riposare in vista delle fatiche dell’indomani.

2° giorno (10 luglio ore 06,00 – 7 gradi – 1860 mslm)

Sveglia molto presto con un bel sole pieno, occorre fare colazione, preparare le bici e noi stessi ad una giornata di passione: ci aspettano circa 1.000 metri di dislivello a salire e circa 1.900 a scendere!
Salutiamo il Micheluzzi e prendiamo il sentierino alle spalle del Rifugio: il percorso si fa completamente pianeggiante e costeggia il Rio Duron e diverse baite in legno, inclusa la Baita Lino Brach adornata da tante “sculture” in legno. Superata l'ultima baita, con alla nostra sx l’imponente parete dolomitica del Molignon, lo sterrato prende a salire in maniera sempre più decisa e su fondo sconnesso, mantenendosi comunque pedalabile almeno per i più allenati. Superata la Malga Docoldaura (km.5,2 - mt.2046) chiusa per lavori, si prosegue con rampette ripide fino a raggiungere il Passo Duron, a quota 2204. Da qui la vista spazia per km e km sul SassoPiatto e Lungo. 100 mt prima del Passo prendiamo una traccia a sx che si immette successivamente sulla carrareccia proveniente dall’Albergo Dialer (segnato 4) e con bel percorso, aspro e stretto a sx dal grigio del Molignà³n e a dx dai Denti di Terrarossa, si raggiunge, con una tostissima ed interminabile rampona cementata il Passo dell'Alpe di Tires e l’omonimo Rifugio, (km.8,2 - mt. 2440) dove volendo ci si può rifocillare. La vista è magnifica e tanti altri bikers salgono con le loro freeride su per l’appettata: tutti spingono, noi che abbiamo pedalato invece ci sentiamo forti! Inconsapevoli di quanto aspetta le nostre biciclettine da xc, proseguiamo dalla parte opposta del Rifugio in discesa seguendo il segnato 4, uno stradello roccioso che costa costa ci conduce ad un tratto molto duro dove occorre caricarsi la “bici in collo” per almeno 45 minuti e, seguendo i segni rossi e bianchi del CAI, scalare la fascia rocciosa che ci conduce sull’Altipiano dello Sciliar nel punto più alto della nostra escursione (km.12,0 - mt.2559). Da qui proseguiamo accorti per un sentierello in panoramica discesa per 200 mt di altimetria e poi saliamo seccamente fino ad incrociare il “sentiero dei turisti” (segnato 1) che proviene dall’Alpe di Siusi. Lo prendiamo verso sx e con un’ultimo sforzo arriviamo al Rifugio Bolzano (km.15,6 - mt.2500). Da qui si gode di una splendida vista, oltre che sulle montagne circostanti,anche verso l'Adamello ed il gruppo dell'Ortler, nonché sui ghiacciai delle Alpi dell'Oetztal e dello Stubai. Si gode anche della cucina che sforna piatti di crauti e salsicce a raffica. Dopo un minimo di riposo, riprendiamo il sentiero numero 1 verso sud, e inizialmente per prati, poi per qualche tornante molto tecnico (anche i tedeski con i cavalli da freeride hanno sofferto non poco), arriviamo successivamente ad una radura che ci porta alla bellissima Malga Seggiola (mt 1940) dove c’è il servizio ristoro. Proseguiamo nel bosco attraversando i ripidi pendii rocciosi soffrendo per via di lunghi tratti molto tecnici, fino a quando il rumore dello scrosciante fiume montano nella profonda gola rocciosa non ci avvisa che stiamo per immetterci nel cosiddetto Prà¼gelweg, una via costruito con palanche e tronchi di legno all’interno della gola (al di sotto scorre il torrente !!) per portare più agiatamente le vacche in quota in estate. Siamo in un posto magico, nel buio della gola su un sentiero molto particolare ed impegnativo, dove le passerelle in legno si alternano a tratti lastricati e gradinati con tanti salti e asperità . I tratti umidi rendono scivoloso il percorso ed è opportuno moderare la velocità  (se lo dico io !). Un ponticello annuncia la fine del tratto nella gola e proseguiamo con tratti molto ripidi fino ad un bivio dove possiamo scegliere di tenere il sentiero 1 a dx in salita, per i primi 2 km difficilmente pedalabile tutto in sella per il fatto che è stretto e molto “panoramico” (è a strapiombo sulla valle !) oppure continuare in discesa a sx sul segnato 3 facendo attenzione ad imboccare la sterrata poco dopo a dx (i due sentieri dopo 2 km si ricongiungono all’altezza della teleferica di servizio per il Rifugio Bolzano, 1300 mt più su !). Noi optiamo per la versione panoramica a dx, dove dopo le perplessità  iniziali la guida si fa molto bella in discesa in mezzo ai boschi di larici: il sentiero ci conduce, dopo un bel guado, sui prati della Tuff Alm (km22,1 - mt.1274) dalla quale possiamo scendere a valle sia attraverso il tecnico sentiero n°1 (in pratica si continua sempre a sx usciti dal bosco), oppure tramite la forestale di servizio alla Malga Tuff; le due tracce si ricongiungono dopo un km circa, arrivando in breve ai Laghetti di Fié (km.24,2 - mt.1036). Si scende ancora in fondo alla vallata per il pernotto nel bel paesino di Fiè Allo Sciliar (km 27,5 – mt. 890). Dopo una robusta cenetta a base di knoedel spinaci, speck e formaggio (nonché patate saltate, salsicce e la consueta razione di birra weize) ci ritiriamo nel nostro maso (Mittlestieler Hof) per riposare le stanche membra e recuperare per l’impresa dell’indomani.

3° giorno (11 luglio ore 08,30 – 15 gradi – 890 mslm)

Lasciamo a malincuore il maso e risaliamo l’intero paesino di Fiè per tornare al primo dei due laghetti (Volser-Weinher): facciamo un giro completo del lago passando davanti all’hotel Waldsee ed imbocchiamo in divertente discesa il bellissimo sentiero 2 per Siusi fino a Runk, indicazione VigilerHof (km.3,2 - mt 900), dove questo si comincia a salire fino ad attraversare la pietraia del Rio Bianco, arrivando subito dopo all'Hotel Salegg dove continuiamo su asfalto a dx, arrivando in breve al parcheggio della cabinovia per l’Alpe di Siusi (km.6,2 - mt.968). Alla vista degli 8 km di tornanti asfaltati che portano in cima a Compatsch ci convinciamo a prendere la comoda cabinovia per raggiungere i mt.1.844 della stazione a monte. Dall’uscita dell’impianto prendiamo a dx ed imbocchiamo il sentiero 3 (indicazioni Saltria) all’altezza del cartello marrone che indica la fine di Compatsch, girando a sx per prati. Il sentiero si mantiene più o meno parallelo all’asfalto che attraversa successivamente (km.7,5) andando in direzione dell’Hotel Steger-Dellai, prosegue dritto tralasciando la sterrata che porta alla Malga Gostner ed al km.8,3 dobbiamo tenere la sx ed iniziamo la discesa mantenendo il segnato 3. Dopo un po’ ci immettiamo sull’asfalto per 10 mt e riprendiamo subito a dx il sentiero 3 che con fantastica discesa su un single molto single ci porta a Saltria con un ultimo tratto asfaltato (km.11,2 - mt.1675). Ci fermiamo per fare il punto della situazione all’altezza del ponticello che varca il torrente e decidiamo di salire al Rifugio Zallinger per la via più pedalabile e panoramica: continuiamo dunque dritti lasciandoci a sinistra il piazzale di Saltria, passiamo sotto l’impianto sciistico e continuiamo in leggera salita sull’ampia sterrata. Dopo un paio di tornanti passiamo un cancello in legno e ci immettiamo sulla sterrata principale verso sx (direzione Monte Pana 30a). Proseguiamo sino ad un altro cancello in legno e contiamo salire sempre sulla principale sino ad arrivare al km.17,2 (mt 1818) dove, in corrispondenza dello scollinamento, prendiamo a dx il sentiero 7 in salita in direzione Zallinger.
Siamo ai piedi del della valle del Bosch dai Bues ed effettivamente le mucche (e le mosche) la fanno da padrone. Con qualche strappetto arriviamo ad una selletta proprio sopra il Rifugio Zallinger (km.19,2 - mt 2059), dove giriamo a sx per iniziare il Calvario della giornata: 1,8 km di salita pietrosa (segnato 9) che ci fanno fare, con dei tratti al 25 %, i 250 mt di altimetria che ci separano dal Rifugio Sassopiatto (mt 2309 - km.21,0), raggiungendo così il punto più alto della terza giornata. Un gruppo di escursionisti tedeski in discesa nel vederci implacabilmente salire di rampichino ci grida qualcosa della quale capiamo solo “TRAKZIONEN” che ovviamente diventerà  il grido di guerra per forzare il passaggio fino al Sassopiatto.
Doverosa la sosta per il rifornimento calorico (siamo monotoni ma salsicce patate e birra sono perfetti in un soleggiato primo pomeriggio dolomitico). Rifocillati e soddisfatti iniziamo l’ultima parte del viaggio: dal rifugio scendiamo immediatamente in direzione della Malga Sassopiatto (faccia al rifugio il sentiero a sx più in basso), passiamo davanti alle stalle e scendiamo in direzione della Val Duron (segnato 533). Il sentiero, tranne un pezzetto iniziale un po’ esposto, è fattibile tutto in sella e ci conduce ad un suggestivo ponticello su un piccolo rio. Da qui un bel toboga velocissimo ci spara di nuovo in Val Duron, poco sopra il Rifugio Micheluzzi. Unica annotazione, all’altezza di un bel tornate deciso verso dx, dalla nostra sx si stacca, sempre in discesa, un altro sentiero che conduce, in modo più tecnico e con qualche bel tornantino, direttamente a metà  della forestale 532 all’altezza della Baita Fraines. Noi optiamo per la via tradizionale e dunque ripassiamo al Micheluzzi (km 24,3 – mt. 1860) in una sorta di pellegrinaggio alle origini del viaggio. Per tornare al nostro starting point si può fare in discesa la 532, come fatto da noi, oppure concedersi l’ultimo diversivo tecnico del giro e attraversare il ponte in legno sulla dx (a scendere 200 mt sotto il Micheluzzi) e prendere a sinistra un bel sentiero attrezzato con tavoli e panchine che dapprima in salita, comincia poi a scendere molto più tecnico e ripido per immettersi sulla stessa forestale 532 in località  Pozates, a circa metà  strada fra il Rifugio Micheluzzi e Campitello. Proseguendo per questa si raggiunge in breve il paese ed il parcheggio dalla quale siamo partiti (km 28,8 ca - mt 1410)


LUNGHEZZA: Km. 61,0 ca. (4,8+27,5+28,8)
DISLIVELLO IN SALITA: mt 2.600 (450+1.100 + 1.050)
DISLIVELLO IN DISCESA: mt 3.250 (1.950 + 1.300)
TEMPO PERCORRENZA: h 1,00 + h 6,00 + h 4,30 (effettive)
PERIODO CONSIGLIATO: Giugno - Settembre
QUOTA MASSIMA: mt. 2.559 (Altipiano dello Sciliar)
EFFETTUATO IL: 09,10 e 11 Luglio 2008
CARTOGRAFIA CONSIGLIATA: Tabacco n.05 1:25.000 "Val Gardena/Alpe di Siusi”; Tappeiner n°101 1:25.000 Alpe di Siusi/Sciliar
CARTOGRAFIA UTILIZZATA: Igm SudTirolo 1:25000
LUOGO DI PARTENZA: Campitello di Fassa


astino » 16 anni fa


Alla vista degli 8 km di tornanti asfaltati che portano in cima a Compatsch ci convinciamo a prendere la comoda cabinovia per raggiungere i mt.1.844 della stazione a monte.

demone


sfaticati !! Se non vi andava di pedalare potevate rimanere a casa!! shine
shine

Bellissimo resoconto... appena finito di leggerlo... mi sono andato a fare la doccia!! 06 06

Robyone » 16 anni fa
Complimenti! 06
Sia per la fantastica escursione, sia per la dettagliatissima descrizione, mi sembrava di leggere una guida specializzata, peraltro fatta molto bene... clap clap clap
O sei di casa o hai una memoria eccezionale... manca solo il numero di animali incontrati divisi per specie... ma sono sicuro che lo sai, non hai solo voluto esagerare!!!
benvenuto

zagor » 16 anni fa
Spero anche io una volta di poter fare un'impresa come questa.

I miei complimenti ai due eroi pedalandiani.

Moderatore: fabioman, gerpas