Escursione (MTB) del 11/02/2007 n. 402 |
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Lago di Vico |
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Orari, Appuntamenti e partenza |
I Appuntamento: ore 8:30 c/o Bar Le Rughe, V.le Africa, 154, Le Rughe (frazione di Formello). - II Appuntamento: ore 10:00 Lago di Vico, parcheggio nei pressi del “Camping Natura” (vicino al complesso alberghiero “La Bella Venere”, nei pressi di Ronciglione). |
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Contatti e Organizzazione: |
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Note Significative del percorso |
Impegno fisico (1-5): 3 |
Diff. Tecnica (1-5): 3 |
Lunghezza del percorso: 30 km |
Dislivello: 500 mt |
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Situazione Acqua: SI |
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Descrizione Ambientale |
Cessata l`attività eruttiva dell`intero apparato vulcanico di Vico (circa 100.000 anni fa), le acque che scaturivano da sorgenti sotterranee e le piogge torrenziali riempirono la conca, dando origine al Lago. All`inizio, e per molti millenni successivi, questo ebbe un`estensione assai maggiore: possiamo immaginare il livello delle acque che arrivava fino quasi ai bordi del cratere, con la cima del Monte Venere che si ergeva come una penisola nella parte nord orientale della distesa lacustre. Tale rimase per molti millenni, fino a quando l`opera umana non iniziò a modificarne l`aspetto. Dapprima gli Etruschi, e secoli dopo i Farnese si adoperarono per abbassare il livello del lago. Attraverso un canale sotterraneo, scavato artificialmente, il livello delle acque fu abbassato di circa 20 metri. Se furono realmente gli Etruschi o se invece autori di tale opera siano stati i Romani, non è appurato; certo è che il livello del lago fu abbassato prima della costruzione della strada nota come la Cassia Cimina, del periodo imperiale. Furono poi i Farnese, intorno al 1500, a ripristinare il canale, l`attuale rio Vicano, abbassando ulteriormente il livello del lago di altri tre metri e regolandone le escursioni con una chiusura tuttora esistente. L`abbassamento del livello delle acque lasciò scoperta una notevole estensione di terreni coltivabili, favorendo l`insediamento di piccole comunità di agricoltori e pastori. Oggi il Lago si estende per una superficie di circa 12 kmq, ha un perimetro di 18 km, una profondità media di 22,2 metri e raggiunge 49,5 metri di profondità massima. Allo scopo di salvaguardare l`ecosistema lacustre nel suo complesso e la potabilità delle acque, sul lago di Vico è vietato l`uso di natanti spinti da motori a scoppio, che inquinerebbero le acque con i loro scarichi.
La Riserva Naturale del Lago di Vico si estende per 3240 ha, ad una quota sul livello del mare compresa tra i 510 m circa del lago e i 965 m circa del Monte Fogliano. In essa sono presenti ambienti con situazioni ecologiche completamente diverse tra loro ma condensate in un ambito territoriale ristretto e pertanto a contatto l`una con l`altra a costituire la caratteristica forse più importante di questo territorio. Seguendo il profilo altitudinale, gli ambienti più caratterizzanti sono rappresentati dal lago con il canneto che lo circonda quasi ovunque, la zona umida in corrispondenza della località Pantanacce, i prati-pascoli naturali, i seminativi, i coltivi a nocciolo e, più in alto, a castagneto da frutto; seguono il bosco ceduo e d`alto fusto con la cerreta e la faggeta nella parte più alta. Elemento di particolare interesse della Riserva Naturale è la faggeta "depressa" del Monte Venere, con faggi secolari che troviamo sul versante orientale del monte a circa 530 m s.l.m., molto al di sotto del limite altitudinale tipico di questo consorzio vegetale nell`Appennino centrale.
I confini della Riserva Naturale corrono in gran parte lungo il crinale della cinta craterica e racchiudono in una grande conca il lago stesso ed il Monte Venere (851 m). Il territorio di fondovalle è prevalentemente pianeggiante ma il versante interno della conca raggiunge una pendenza molto rilevante. La piovosità è una delle più elevate di tutto il Lazio e raggiunge gli 800/850 mm all`anno. Tutte le acque raccolte dal versante interno della corona perimetrale e dal Monte Venere,oltre a sorgenti sotterranee, alimentano direttamente il lago.
Grazie all`integrità biologica che lo caratterizza, il Lago ospita una fauna d`eccezione: le sue acque sono ricche di numerose specie di pesci tra cui il luccio, che può raggiungere notevoli dimensioni, il coregone, la tinca, il persico reale, l`anguilla. Tra i mammiferi acquatici dobbiamo registrare, purtroppo, la scomparsa della ormai rarissima lontra, presente nel Lago fino alla metà degli anni `60 e la colonizzazione recente del Lago da parte della nutria, un roditore importato dal Sud America e diffusosi allo stato selvatico nell`Italia centrale. Ma l`elemento caratterizzante della fauna del Lago sta nella presenza di una ricchissima avifauna acquatica, per la quale la Riserva rappresenta uno dei luoghi di svernamento e di sosta più importanti del Lazio. Durante il periodo invernale, per circa 5 mesi, la Riserva offre rifugio ed alimento a più di 5000 tra folaghe, anatre selvatiche di varie specie, tra cui la moretta e il moriglione, le cosiddette anatre tuffatrici, che vivono dove l`acqua è alta e si tuffano per alimentarsi delle alghe che crescono sul fondo del lago. Le anatre di superficie invece, come il germano reale, l`alzavola, la marzaiola, il codone, il mestolone e la canapiglia, frequentano le acque basse intorno ai canneti. Nelle acque aperte del lago, soprattutto nella stagione invernale, troviamo numerosi il gabbiano reale ed il gabbiano comune.
Molto ricca e di notevole pregio è la fauna che popola i boschi della Riserva Naturale. Anche s |
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Descrizione Tecnica |
L’itinerario, di medio impegno tecnico e fisico, si svolge in un’area di elevato valore naturalistico e paesaggistico: pur non essendo lungo, il percorso ripropone molte delle situazioni caratteristiche di un’uscita in MTB. Infatti, ad un’iniziale tratto di riscaldamento in piano, in parte su asfalto, segue l’unica, ininterrotta salita, da principio ancora su asfalto, poi su sterrato, all’interno di una bella faggeta. La prima parte della discesa, ancora all’interno della faggeta, è piuttosto scorrevole, mentre la seconda parte, lungo un ripido pendio che da sulle sponde del lago, è più tecnica ed impegnativa, da affrontare con prudenza, sella abbassata e casco ben allacciato.
Dal parcheggio (510 mt s.l.m.), prendiamo la strada asfaltata circumlacuale in senso antiorario, percorrendola per circa 3 km, per svoltare a sinistra su una sterrata. Continuiamo sulla traccia principale, fino al km 5,5, quando – in prossimità di un fontanile - intercettiamo di nuovo l’asfaltata, che prendiamo sulla sinistra. Al km 7,5 ci immettiamo sulla strada provinciale, direzione sinistra. Al km 11 giriamo a destra su un’altra asfaltata, e cominciamo rapidamente a salire. Al valico (km 12,5, 600 mt s.l.m.) giriamo per la sterrata di destra e proseguiamo per altri 500 mt dove, tra le varie diramazioni, continuiamo su quella di destra. La salita continua, sempre su sterrato e dentro alla faggeta di Monte Fogliano, superando anche brevi strappi di pendenza significativa, fino al km 16,5 (900 mt s.l.m.), poco sotto la vetta del monte. Da qui comincia una veloce ma scorrevole discesa fino al km 20 (750 mt s.l.m.), dove intercettiamo una strada asfaltata, che prendiamo sulla sinistra, tralasciando il bivio che porterebbe a S. Martino. Dopo circa 500 mt (km 20, 5), sulla destra, superata una sbarra, riprendiamo lo sterrato, che percorriamo per alcune centinaia di metri, quando prendiamo una carrareccia sulla destra. Qui comincia una discesa piuttosto ripida, a tratti sconnessa e in parte su traccia singola, che ci conduce al quadrivio incontrato al km 5,5, dove riprendiamo in senso inverso la strada dell’andata e torniamo al parcheggio.
Luogo Appuntamento sul posto:
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Il Casco è sempre obbligatorio. Tra gli accessori portate un paio di occhiali, i guanti e il kit per le riparazioni. Fate sempre attenzione e seguite le indicazioni dei Coordinatori. Assicuratevi di essere in regola con la tessera associativa e con il certificato medico.
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