Chi malignamente insinuava che le mie uscite sono più dure e più lunghe di quanto indicato è stato smentito: alla fine abbiamo percorso esattamente 32 km e fatto 900 m di dislivello, come indicato sulla scheda descrittiva.
Anche il tempo di percorrenza previsto (4 ore) è stato perfettamente rispettato. Quello che invece è slittata di 30 minuti è stato l’orario di arrivo, ma solo perché siamo partiti in ritardo.
Ma come, direte voi, con tutte le mail e raccomandazioni di puntualità inviate dal Presidente, il nuovo regolamento in evidenza sul sito, possibile ci sia ancora qualcuno che abbia il coraggio di presentarsi in ritardo all’appuntamento?
Eppure uno ha ritardato: non faccio il nome solo per non rovinargli la campagna elettorale in vista delle prossime imminenti elezioni.
Quest’individuo si è presentato mentre stavo per dare la partenza, vestito in borghese tipo matrimonio ed ha costretto tutti ad assistere alla laboriosa trasformazione in ciclista avvenuta con spasmodica lentezza e cura di ogni dettaglio.
La sua bicicletta non era pronta all’uso, ma ha richiesto una lunghissima fase di disimballaggio e successivo assemblaggio (quest’ultimo eseguito con certosina pignoleria) compresa la rimozione delle coperte termiche dalle gomme.
Perché l’ho aspettato? perché sono un servile e un vigliacco e mi sono lasciato intimidire dall’alta carica che questo ritardatario ricopre all’interno di Pedalando.
Alla fine comunque riusciamo a partire.
Siamo in dieci, tra cui una donna, la mitica PAT.
Nonostante le catastrofiche previsioni meteo partiamo con il sole e il successivo annuvolamento ci procurerà solo 1 minuto di pioggia in tutto il tragitto. La temperatura è quasi ideale per pedalare in salita.
Il gruppo è omogeneo, e si sale con buon ritmo, nonostante la prima parte del percorso presenti salite abbastanza ripide.
Arriviamo al punto più alto, ai piedi del Pellecchia: sulla montagna c’è neve ed il paesaggio è bellissimo.
Iniziamo a scendere per un divertente singol treck e poi giù a palla per una ripida discesa su strada bianca che ci riporta alle auto.
Un grazie particolare a Marco, la seconda guida, che si è sacrificato nelle retrovie ma ha garantito a tutti la sicurezza del percorso ed un bravo a PAT che se avesse dirottato il fiato utilizzato a lamentarsi sulla pedalata, sarebbe salita assai più velocemente.
Ciao a tutti
Mario