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Scheda Sabato 21 ottobre: Saturnia le vie cave etrusche


Zorro » 18 anni fa
In attesa che venga inserita a calendario vi anticipo la scheda di sabato prossimo:
Spero a presto
Lander Logoorro

Sabato 21 ottobre: Saturnia le vie cave etrusche

Appuntamento: ore 07:00 Roma - Parcheggio TOYS, SS. Aurelia
ore 09:15 Saturnia : Terme del Mulino-Ristorante La Capannina (Agr. Il Gorello)
Partenza giro: ore 09:30 Saturnia : partenza escursione (tassativo)
Difficoltà : fisica: Medio (3), tecnica: Medio (3)
Lunghezza percorso: 52 km circa (50% sterrato, 50% asfalto)
Dislivello Totale: 1200 mt circa
Tempo percorso : 5:00 h (senza conteggiare eventuali soste)
Pranzo al sacco: Si (ed anche qualche snack/barretta integrativa)
Rifornimento acqua: Alla partenza, a Pitigliano (dopo 28 km), quindi partire con riserva abbondante, a Sovana (37 km) ed infine a Poggio Murella (48 km).
Accompagnatori: Paolo Antiga tel: 335-7506446
Casco obbligatorio: si (consigliato anche l’uso degli occhiali)
Note: Portare anche un costume, un asciugamano/accappatoio e ciabatte per usufruire delle terme.

Come raggiungere da Roma il parcheggio del Ristorante La Capannina (km 180, 2 ore circa) :
Autostrada Roma-Civitavecchia e proseguire sulla SS1 Aurelia, appena superato Montaldo di Castro all’altezza del bivio Albergo Vulci, prendere a dx e seguire le indicazioni per Manciano. Arrivati in paese si prosegue per la SS 322 che porta a Montemerano per poi proseguire in direzione di Saturnia. Dopo le Cascate del Mulino si percorre il rettilineo per circa 200 m e ci si ferma al distributore di benzina posto sul lato sinistro della strada. Si parcheggia al Ristorante La Capannina (Agriturismo Il Gorello).
Tempo di percorrenza da Roma: 2 ore circa.

Descrizione storico ambientale
Antichissima città  dalle origini misteriose, deve il suo nome al xxxxxxxxx Saturno figlio di Urano e signore degli dei fino a quando uno dei suoi figli non lo avesse spodestato. La moglie di Saturno, Gea, ogni anno gli dava un figlio che egli stesso, per essere sicuro di annientarlo, lo uccideva mangiandolo vivo.
Quanto continuò quell'orribile banchetto, non è dato sapere, ma un giorno Gea mise al mondo Zeus e lo nascose in una grotta del monte Ida nell'isola di Creta: e così si compirono le profezie, secondo le quali Zeus divenne il nuovo signore dell'Olimpo.
La leggenda vuole che Saturnia, sorta dalle mani stesse del xxxxxxxxx, fosse addirittura la prima città  Italica; tuttavia le prime testimonianze di vita attualmente ritrovate, risalgono alla seconda metà  del VIII a.C. come testimoniato dai sepolcreti etruschi scoperti in loc. "Sede di Carlo".
Nel 280 a.C. fu conquistata dai romani. Nell'82 a.C. Ospitò Mario e fu devastata per rappresaglia dai Sillani. Nel Medioevo, le sue misteriose origini, e la particolarità  delle sue sorgenti solforose propiziarono molte leggende. Si narrava che il diavolo uscisse da qui quando lasciava gli inferi, il territorio veniva descritto come un luogo dal quale sgorgavano acque stregate, che andavano a depositarsi in pozze fumanti e bollenti, diffondendo nell'aria un acuto odore satanico (zolfo). Le cronache del tempo ricordano convegni di maghi e di streghe, sortilegi e riti sabbatici.
Nel medioevo conobbe le incursioni saracene.
Caduta nelle mani dei senesi, divenne covo di cospiratori e per questo la stessa Siena la distrusse completamente. Le terme dalle quali sgorga un'acqua sulfurea alla temperatura di 37° particolarmente gradevole e benefica, sono oggi conosciute in tutto il mondo, ma ebbero una prima struttura organizzativa soltanto nel 1865, quando Bernardino Ciacci provvide a bonificare il terreno della fonte e costruì un efficiente stabilimento termale. Una tappa obbligatoria per chi si tova in questa zona è sicuramente quella alle Terme di Saturnia. Provenendo da Manciano, le terme, sono visibili ad occhio nudo pochichilometri prima di entrare nel paese. Sono composte da due siti, ovvero dalle Cascate, di libero accesso, e da un Complesso Termale-Alberghiero di prima categoria.
Saturnia era già  una stazione termale al tempo dei Romani, e fu frequentata dal patriziato specialmente nell'età  imperiale. A testimonianza degli antichi fasti del borgo è visibile ancora oggi, davanti la chiesa parrocchiale, una piscina quadrata di 15 metri per 15 a cui è stato dato il nome di Bagno Secco poichè oggi l'acqua non vi scorre più, ma tutto lascia credere che in età  romana fosse copiosamente alimentata.
La fonte invece continua imperterrita a ad eruttare acqua di natura
carbonico-solfurea-borica, la portata è di 800 litri al secondo e la temperatura si mantiene stabile sui 37,5 gradi centigradi. Le proprietà 
terapeutiche di queste acque hanno reso famoso il nome di Saturnia in tutto il mondo ed oggi, da ogni luogo, moltissimi turisti si recano in questa terra per apprezzarne la bontà  dei bagni e dei fanghi.

I Dintorni:

Montemerano
Questo paesino è il più caratteristico borgo medioevale della valle dell’Albegna in una posizione alta e dominante immerso tra colline di olivi.
Il primo nucleo abitato di Montemerano sorge intorno all’anno Mille e con gli Aldobrandeschi agli inizi del ‘200 che verrà  costruita la prima cinta muraria. L’insediamento risale all’anno mille, ma è nel 1200 che, ad opera della famiglia degli Aldobrandeschi, avvenne l’erezione della cinta muraria, in gran parte ricostruita nel ‘400 e che circonda ancora oggi l’abitato, interrotta a tratti da una serie di torrioni cilindrici, alcuni dei quali in ottimo stato di conservazione. All’interno di questa cinta che racchiude il borgo di ridottissime dimensioni ma dotato di un fascino particolare grazie agli stretti vicoli che si intrecciano per condurre alle varie piazzette sino all’apice dell’abitato dove si trova la deliziosa piazza del castello l’itinerario nel centro storico parte dalle porte antiche , che immettono nelle diverse piazzette. Sopra i tetti svetta un’alta torre trecentesca, mentre le abitazioni sono in prevalenza cinquecentesche. La chiesa è addossata alla cinta muraria e vi si accede dall’antica porta a nord, ha una semplice facciata a capanna romanica. Di origine medioevale, conserva parti trecentesche e quattrocentesche. Alla sinistra della facciata si trova il basamento di una torre, a destra una cappella con facciata a coronamento orizzontale. L’interno è a una sola navata con due cappelle ai lati dell’altare, coro ed abside è ricco di opere del Rinascimento senese. Di notevole importanza i cicli di affreschi quattrocenteschi del coro e dell’abside di un seguace di Andrea Niccolò e quelli del transetto e della navata attribuibili a Niccolò stesso Di grande valore la pala d’altare in legno policromo con l’Assunta del Vecchietta (Lorenzo di Pietro), il polittico di Sano di Pietro raffigurante la Madonna con il Bambino tra i Santi (1458), la tavola conosciuta come la Madonna della Gattaiola poiché il parroco la utilizzò come uscio praticandovi un foro per la fuoriuscita del gatto. Sempre del Vecchietta una statua lignea raffigurante San Pietro.

Manciano
Si trova sul versante meridionale della valle del Fiora, si presenta arroccato su un colle in una posizione privilegiata per panorama da qui il nome "spia della maremma".
Le prime notizie del castello di Manciano, si hanno nel 1118 grazie ad un documento del Pontefice Clemente III riguardante la vicina chiesa di Sovana. All'inizio del '200 Manciano entra a far parte dei domini dei conti Aldobrandeschi, che innalzarono la Rocca, sebbene in gran parte ristrutturata dai senesi intorno alla prima metà  del quattrocento.
Nonostante i troppi cambiamenti urbanistici avvenuti nel corso dei secoli e soprattutto gli eccessi di ammodernamento degli ultimi cento anni, nel paese, è ancora oggi riconoscibile parte della cinta muraria che stringeva la Rocca fatta costruire dagli Aldobrandeschi, grazie ai resti di due delle tre porte originarie e di due torri cilindriche. La struttura dell'abitato nel centro storico conserva le sue caratteristiche medioevali, i vicoli antichi salgono a spirale verso la sommità  del paese, girando in tondo (giro del tegame) sino a convergere sotto le mura del castello.
Al vertice svetta la possente Rocca merlata, di forma e pianta rettangolare simile a le molte altre della zona, con una bella torre quadrata sporgente sul lato sud-ovest. Oggi l'edificio è sede del Comune cittadino e del museo di storia e protostoria della valle del Fiora; l'esposizione museale è corredata di pannelli esplicativi di chiara lettura e completi degli ultimi aggiornamenti in materia di storia e protostoria.

Sovana
Suana, l'antico nome della città  etrusca, venne fondata da gruppi di agricoltori e pastori i cui insediamenti erano posti su varie alture lungo il medio corso del fiume Fiora (anticamente Armine).
Sovana fu il centro principale della zona circostante dove sorsero numerosi agglomerati urbani grazie alla facilità  di collegamento viario dei più grandi centri di Statonia, Saturnia, Chiusi.
Sovana già  dal III sec. a.C. fu alleata di Vulci e con lei partecipò alle lotte degli Etruschi contro il tentativo di espansione dei Romani, finché il console Caio Tiberio riuscì a conquistare queste terre, Vulci divenne "città  senza diritto di voto", e Sovana nell' ordinamento romano divenne "Municipium".
Sotto l'egemonia romana, Sovana divenne una città  più fiorente nella zona grazie all'allargamento degli orizzonti commerciali ed alla prosperità  agricola, la scrittura rimase quella etrusca fino al I sec. a.C. come testimoniano le numerose tombe etrusche della zona.
Dal IV sec. in poi si diffuse il cristianesimo in città  grazie all'opera di evangelizzazione operata da S.Mamiliano (suo patrono), divenne sede vescovile dal V sec.. Dal IX sec. gli Aldobrandeschi costituirono un vasto dominio in Maremma con sede a Sovana, quest'ultima conobbe il massimo splendore anche grazie alla grande figura di Papa Gregorio VII, al secolo Ildebrando da Soana. Dopo la morte del Pontefice, le continue lotte fra Papato e l'Imperatore, sconvolsero la città  sino a che nel 1243 dopo un lungo assedio da parte di Federico II, Guglielmo Aldobrandeschi, fu costretto a riconoscere e ad accettare un presidio imperiale in Sovana oltre che in altri centri della contea.
Da lì a poco Sovana cominciò a subire un continuo declino che con la morte di Margherita e quindi finiti i discendenti degli Aldobrandeschi fece posto al subentro della famiglia dei Conti Orsini.
Di lì a poco i Senesi conquistarono la città  e saccheggiarono anche gli edifici sacri (la campana del Duomo fu portata come trofeo a Siena e collocata sul campanile della Cattedrale, dove si trova ancora oggi ed è chiamata dai Senesi "Sovana").
Sovana cadde in un periodo di abbandono e miseria tanto che i sovanesi ottennero da Papa Alessandro VI di trasferire i monaci dell'Abbazia di Montecalvello (nei pressi dell'attuale Elmo), all'interno delle proprie mura per tentare di migliorare le proprie condizioni economiche e sociali, ma gli effetti positivi di questa iniziativa durarono fino a quando il Papa Innocenzo X, con una bolla, abolì la comunità  monastica.
Quando nel 1555 la famiglia fiorentina dei Medici ebbe ragione su Siena, Cosimo I chiese agli Orsini, che nel frattempo avevano riconquistato e risaccheggiato Sovana, la restituzione della città  come terra Senese. Al rifiuto di Niccolò IV Orsini, iniziò un assedio a Sorano dove era solito rifugiarsi il Conte. A questo punto intervenne lo Stato Pontificio che costrinse il Conte di Pitigliano a consegnare Sovana a Cosimo dei Medici e questi cominciarono a risollevare Sovana favorendone il ripopolamento grazie a privilegi fiscali e donazioni di case e terre.
Ma a seguito di una epidemia di malaria la cittadina si spopolò quasi completamente, anche i vescovi furono costretti ad abbandonare la città  e nel 1660 il vescovo Gerolamo Borghesi, trasferì la sede episcopale da Sovana a Pitigliano.
Infine con Pietro Leopoldo di Lorena venne disciolta la comunità  di Sovana che entrò a far parte del Comune di Sorano, dove rimase definitivamente dal 1814 fino ad oggi.
Da allora solo gli scavi, con il conseguente ritrovamento di una e vera e propria "necropoli" con tombe e resti della civiltà  etrusca, contribuirono a togliere il paese dall'oblio nel quale era caduto, tanto che fu soprannominata "Città  di Geremia" per l'immagine di città  desolata che si presentava al visitatore proprio come al profeta.

Pitigliano
Provenendo da Manciano lungo la strada statale 74 maremmana e superato il fiume Fiora, si percorre una zona pianeggiante disseminata di curatissimi vigneti, chiaramente appartenenti alla D.O.C locale il "bianco di Pitigliano"; improvvisamente come una cartolina si presenta, alla curva della Madonna delle grazie, lo splendido scenario della parete di tufo che si trasforma sulla sommità  in case, piccole torri e palazzi storici, senza soluzione di continuità , dato che le abitazioni sono edificate nello stesso materiale dello sperone sottostante, tanto da guadagnarsi l'appellativo di città  del tufo.
Il nome "PITIGLIANO" dovrebbe risalire all'epoca romana; una antica leggenda narra di due esuli "PETILIO" e "CILIANO", che dopo aver rubato la corona di Giove Statore dal campidoglio di Roma, si rifugiarono dai loro inseguitori sullo sperone di tufo dove oggi sorge il borgo medioevale.
al paese dopo il colpo d'occhio iniziale si accede per una strada tortuosa dove le pareti di tufo sembrano cadere sui viandanti.
Poco prima di arrivare all'ingresso del paese, si supera l'antico cimitero ebraico.
Al borgo antico, si accede passando sotto un doppio arco, porta della cittadella dove campeggia lo stemma gentilizio e subito ci si trova nella piazza del teatro, proseguendo per la via lastricata, sulla sinistra si può ammirare l'antico acquedotto(Romano?) che riforniva l'intera città  d'acqua, poco più avanti sulla piazza palazzo Orsini, nel cortile interno troverete un pozzo di marmo interamente scolpito a mano.
Incamminandosi tra i violetti, nella prima parte, popolati di attività , negozietti, cantine scavate nel tufo sotto il livello delle edificazioni medioevali, vi troverete nella zona terminale come a camminare a ritroso nel tempo ad ammirare,in una atmosfera fiabesca, viuzze e piazzette intime e silenziose, affacciate sulla vallata dei due fiumi che circondano il paese.
Girovagando per il borgo antico vi consigliamo di non mancare una visita alla sinagoga ebraica, che un attento restauro ha da alcuni anni riportato agli antichi splendori.

Le origini degli insediamenti umani a Pitigliano sono antichissime, numerose sono infatti le tombe etrusche venute alla luce col passare dei secoli.
Fin dall'VIII secolo a.C. la vita politica di Pitigliano è stata strettamente legata alla vicina Sovana sede della famiglia degli aldobrandeschi, che con il passare dei secoli Pitigliano assunse maggiore importanza dal punto di vista militare grazie alla posizione strategica in cui è situato, sino a che, mentre Sovana subiva un lento declino, Pitigliano si affranca grazie al matrimonio tra Anastasia, ultima discendente degli Aldobrandeschi in Maremma, e Romano Orsini, il quale apparteneva alla famiglia di Giovanni Gaetano Orsini, ovvero papa Niccolo III.
Pitigliano fu riconfermato capoluogo di contea e gli Orsini ne fecero la loro residenza principale. Nel 1547 Niccolò IV (grazie all'appoggio di Cosimo de' Medici) venne proclamato dai popolani stessi signore delle loro città , anche se il suo governo durò poco, venne infatti imprigionato dall'Inquisizione pontificia. La popolazione di Pitigliano, successivamente alla caduta di Siena (1562), preferì le leggi più liberali di Firenze, cacciarono il conte Orsini e acclamarono i Medici loro Signori, i quali in un primo momento preferirono rifiutare e solo dopo alterne vicende ed una volta estintasi la dinastia ursinea, Cosimo de Medici nel 1604 riuscì a divenire Signore della contea.
Il dominio Mediceo non portò i risultati sperati dalla popolazione, anzi, la contea si impoveriva sempre di più fino all'avvento dei Lorena alla guida del Granducato di Toscana, che grazie ad un'oculata politica economica portarono benessere e stabilità .
Con il plebiscito del 1860, Pitigliano aderì al regno d'italia.


Descrizione del percorso:

Per motivi logistici la partenza dell’escursione è fissata al distributore di benzina ubicato tra le Terme del Mulino e l’ingresso alberato delle Terme a pagamento. La presenza del Bar-Trattoria La Capannina (156 m) permette, oltre che un comodo parcheggio, una colazione, un caffè oppure semplicemente il riempimento delle borracce o dei camelback.
Si dirigono le nostre ruote “grasse” verso Manciano tramite la SP 10, dopo le Cascate del Mulino si affronta una corta salitella e poi un tratto in pianura fino al Silos. Si gira verso sx, e si arriva al punto d’inizio verso della GF dei Briganti (10 km). Ci dirigiamo prima in salita e poi in discesa alla Necropoli di Poggio Buco (15 km). Attraversata la necropoli, passiamo attraverso bellissima Via Cava, fino a raggiungere la SS 74 in prossimità  del Ponte sul Fiora (17 km, 154 m). Si prosegue dritti, si supera il Ponte, 200 m si imbocca la prima sterrata a dx (18 km) con segnavia CAI, altra salita proprio su Via Cava con diversi passaggi tecnici. Seguendo l’asfaltata SP 74 raggiungiamo la località  Madonna delle Grazie (26 km) dal quale possiamo ammirare la splendida visione di Pitigliano, proseguiamo su strada asfaltata fino al cartello paese, dove giriamo a sx per affrontare una ripida ma corta salita per prendere poi lo sterrato che gira intorno al paese (28 km, 270 m). Dopo una visita alla città  etrusca prendiamo Strada Vallemorta - S.Pietro (32 km), oltrepassiamo l’Agrit. Sassotondo (33 km), e siamo dentro una bellissima Via Cava dove sarà  necessario prendere le bici a mano, fino a sbucare su carrareccia (35 km). Si gira a sx e dopo 100 m si trova l’asfalto, proseguire dritti ed arrivare a Sovana (36 km, 290 m). Si esce dal paese e si va in direzione di Pitigliano, al cartello di fine paese, girare a sx per prendere lo sterrato ed immettersi in un’altra bellissima Via Cava fino ad asfalto (38 km). Dopo il ponte sul Fiume Fiora arriviamo quasi a ridosso della località  S. Martino sul Fiora, giriamo a sx per sterrata (44 km,), seguiamo i segnavia CAI, affrontiamo 3 durissime rampe in salita ed arriviamo a Poggio Murella (47 km). Attraversato il Centro del piccolo borgo, giriamo al bivio per le Terme, che raggiungiamo dopo una ripida discesa su strada cementata , prendiamo prima a sx e dopo 500 m arriviamo al nostro punto di arrivo.

succisa » 18 anni fa
Dimenticavo.....

SPECIAL GUEST : Fabio Casini

Uno dei piu' forti biker del Centro Italia (ultimo risultato 7° alla GF Lago di Fondi).
:angry:
nn voglio fare il gufo,
ma ho visto ke le previsioni x il we sono pessime :-x

a succisa ke pensi di fare?
nella peggiore delle ipotesi hai pensato se possiamo spostarla?,
c'è sempre la possibilità  di sfruttare la festa del 1 novembre

Zorro » 18 anni fa

:angry:
nn voglio fare il gufo,
ma ho visto ke le previsioni x il we sono pessime :-x

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nella peggiore delle ipotesi hai pensato se possiamo spostarla?,
c'è sempre la possibilità  di sfruttare la festa del 1 novembre

"ciesse"

Controlla meglio.

I siti più attendibili dicono che se non ci vieni ci sarà  il sole.

Lander Logoorro

succisa » 18 anni fa

:angry:
nn voglio fare il gufo,
ma ho visto ke le previsioni x il we sono pessime :-x

a succisa ke pensi di fare?
nella peggiore delle ipotesi hai pensato se possiamo spostarla?,
c'è sempre la possibilità  di sfruttare la festa del 1 novembre

"ciesse"

Difficile spostare tutte le prenotazioni alberghiere, direi quasi impossibile a patto di pagare una bella penale!
Se piovera' andremo alle Terme. Se c'e' troppo fango potremmo optare per l'asfalto (GF Massimiliano Lelli) piu' o meno sulle stesse zone dove vorrei fare entrambe le escursoni.

PIRATA » 18 anni fa

:angry:
nn voglio fare il gufo,
ma ho visto ke le previsioni x il we sono pessime :-x

a succisa ke pensi di fare?
nella peggiore delle ipotesi hai pensato se possiamo spostarla?,
c'è sempre la possibilità  di sfruttare la festa del 1 novembre

7552f52526="ciesse"

Difficile spostare tutte le prenotazioni alberghiere, direi quasi impossibile a patto di pagare una bella penale!
Se piovera' andremo alle Terme. Se c'e' troppo fango potremmo optare per l'asfalto (GF Massimiliano Lelli) piu' o meno sulle stesse zone dove vorrei fare entrambe le escursoni.

"succisa"

A Ciesse ma perche glie la tiri magari perchè tu non ci vai o vai altrove da un'altra parte e non puoi venire? Poraccio (in modo di dire) Succisa si è fatto in quattro per organizzare sta bella uscità  arrivi tu, glie la fai spostare, e perche cosa?
Pirata

olmetto » 18 anni fa
e va beh....se piove :-x vorrà  dire che dovremo occupare il tempo in altre faccende :wink: :cincin: :-|
OK! Razione doppia di "fiorentina" alla brace!!!!

» 18 anni fa

:angry:
nn voglio fare il gufo,
ma ho visto ke le previsioni x il we sono pessime :-x

a succisa ke pensi di fare?
nella peggiore delle ipotesi hai pensato se possiamo spostarla?,
c'è sempre la possibilità  di sfruttare la festa del 1 novembre

051bdd2a65="ciesse"

Difficile spostare tutte le prenotazioni alberghiere, direi quasi impossibile a patto di pagare una bella penale!
Se piovera' andremo alle Terme. Se c'e' troppo fango potremmo optare per l'asfalto (GF Massimiliano Lelli) piu' o meno sulle stesse zone dove vorrei fare entrambe le escursoni.

051bdd2a65="succisa"

A Ciesse ma perche glie la tiri magari perchè tu non ci vai o vai altrove da un'altra parte e non puoi venire? Poraccio (in modo di dire) Succisa si è fatto in quattro per organizzare sta bella uscità  arrivi tu, glie la fai spostare, e perche cosa?
Pirata

"pirata"

Riporto il motto -che ho fatto mio in Holland (e di recente a Monte Mario con Amajorain e Pat)- della U.S. Postal di Lance Armstrong:

"NEITHER SNOW, NOR RAIN, NOR HEAT, NOR GLOOM OF NIGHT SHALL STOP THE BIKER'S MADNESS!"
:D
buone notizie meteo,
dopo la bufera di giovedì e venerdì :-x
sabato e soprattutto domenica il tempo migliora
:D

Moderatore: fabioman, gerpas