Amatissima Collega e amatissimi colleghi,
come i + avranno saputo, dal mese di ottobre ho ripreso la bici da corsa, dopo oltre 5 anni di astinenza;
di volta in volta la mia
performance in occasione delle escursioni di pedalando è sempre + (stra)ordinaria anche x detto allenamento specifico;
sono andato a rivedere alcuni aspetti tecnici della bici da strada,
avuto particolare riguardo al "rapporto", sul quale spesso e volentieri non ci soffermiamo, da buoni abitudinari.
Distinguiamo la
bicicletta a "scatto fisso", che ha la particolarità di avere
un solo rapporto possibile e nessun meccanismo di "ruota libera", per cui la pedalata è solidale con il movimento della ruota posteriore.
Ottima in pista: nei velodromi non sono infatti necessari i freni e la propulsione umana svolge il duplice ruolo di motore e freno.
Maggiori ragguagli potrete rinvenirli su questo link:
http://it.wikipedia.org/wiki/Bicicletta_a_scatto_fissoAltra tipologia è
la "classica" bicicletta da corsa (come quella che ho in dotazione), che consente -
grazie ai rapporti "variabili" - di effettuare delle competizioni su distanze più o meno lunghe.
La guarnitura consta solitamente, a livello agonistico, di 2 corone (che nel corso degli anni hanno assunto le tipiche dentature di 39 e 53 denti, anche se talvolta vi sono dimensioni differenti. Per esempio nelle bici artigianali di qualche decina di anni fa era tipico montare il 46 e 49) mentre al posteriore si dispone da qualche anno di 10 pignoni (con dentature variabili dall'11 al 26, usato solo nelle salite più dure).
Il link di riferimento è:
http://it.wikipedia.org/wiki/Bicicletta_da_corsaResidua poi la problematica della cosiddetta "conversione".
Ogni bicicletta è teoricamente convertibile in una a scatto fisso, o in una "fixie" come si dice in gergo. Basta disporre di un mozzo filettato (di quelli che si usavano un tempo nelle bici sia da corsa che da passeggio) e di un pignone fisso per l'appunto.
Aggiungo che - è un mio parere -
è utilizzabile a tal fine anche un "metodo empirico", in virtù del quale la classica bici da corsa può fungere da "bici a scatto fisso" senza particolari manipolazioni;
mi spiego: ieri ho fatto 30 km. su strada mantenendo sempre la corona grande davanti e il terz'ultimo (su nove) rapporto sfavorevole dietro (pacco pignoni); da un lato ho conseguito velocità media e massima elevate, dall'altro mi sono "spappolato" nelle ripartenze da fermo, dovendo gravare sulle gambe e in fuori sella per avviare la bicicletta.
Morale: un buon allenamento, al limite del "crampo inguinale".
Infine un dilemma "brilliano" sulla "scelta del rapporto":
- sussiste (o meno) compatibilità tra un rapporto fisso ed uno variabile?
ovvero: "
electa una via, non datur recursus ad alteram"?
Ai POSTeri l'ardua sentenza ...