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200 DI NETTUNO LA PECORA E' COTTA


succisa » 16 anni fa
Paolo, “la pecora è cotta”, mi urla OrsoMars a 180 km dal via della randonnè 200 di Nettuno quando ne mancano circa 15 all’arrivo. “Speriamo di vedere le tre cifre che cambiano di una unità  di centinaia” continua Orsomars. Cavoli io non ce la faccio più, ho le energie ridotte al lumicino, mi fa male ogni parte del corpo, non vedo l’ora di smettere di tenere il culo sulla sella e lui invece spera che duri anche più del previsto perché così sul ciclocamputer gli compare la scrittina 200 km. Ma bisogna proprio avere qualche rotella fuori posto. Ma in effetti da uno che s’e’ “pittato” la Pargi-Brest-Parigi in 70 ore, che cosa potevo pretendere! Sono io che non c’azzecco nulla in questa specie di ruolette russa della bicicletta.
Ma iniziamo dal principio a descrivere la mia prima randonnè, la 200 km di Nettuno. Arrivo al punto di partenza e non vedo la frenesia che alberga abitualmente durante le GF, ognuno è calmo e tranquillo, la partenza è alla francese, quindi si parte quando si è più comodi. Non ci sono chip da legare alla caviglia, ti danno un libricino di due pagine con una serie di spazi vuoti da riempire con dei timbri nei punti stabiliti dall’organizzazione, più qualche controllo a sorpresa. Partiamo in 6 ciclisti e nessuno sa la strada, per fortuna che mi ero tracciato con il gps il percorso teorico per uscire da Aprilia ed andare verso Cisterna. Gli altri mi seguono, l’andatura è calma e tranquilla, ci riallacciamo al percorso dello scorso anno, ma ad un certo punto i 4 ciclistici che ci precedono seguono il normale flusso della strada, OrsoMars ci urla che bisogna proseguire dritti verso Cori, altrimenti si taglia il percorso di circa 15 km. E noi così facciamo, ligi alla regola del randonneur doc, di quello che non ricorre a mezzi o mezzucci per essere brevettato. E si perché non essendoci una classifica, se uno taglia il percorso è lui stesso a prendersi in giro da solo, nessuno gli dirà  nulla, a meno che non ci siano controlli previsti o a sorpresa. Quindi solo dopo appena 20 km rimaniamo da soli, io e OrsoMars a farci i restanti 180 km per concludere il percorso. Quando arriviamo dalle parti di Ninfa, ad OrsoMars gli viene una delle sue brillantissime idee: hanno tagliato il percorso originale, quello che saliva al GPM di Bassiano, ma noi, lo facciamo lo stesso, così ci facciamo la gamba per la 200 in Abruzzo. E come faccio da dirgli di no? Non so nemmeno dove sono, non so la strada che devo fare e rimanere da solo per 150 km mi incute un po di timore, quindi faccio buon viso a cattivo gioco e gli dico : “ma si certamente, proprio una bella idea, mi ero proprio stufato di tutta questa monotona pianura”. Mai detta una stronzata simile, ma OrsoMars ci crede e affrontiamo l’impegnativa salita che conduce al GPM di Bassiano. Ci affiancano due tipetti con le tutine estive ed aderenti, questo tipo di ciclista lo conosco, è pura dinamite nelle gambe, OrsoMars decide subito di staccarsi ai piedi della salita e mi ordina di non mollarli. Vabbe’ la gamba ce l’ho quindi tiro quasi a tutta la salita fino a circa 1 km dal GPM, ma OrsoMars non è da meno, è riuscito a staccare il secondo dei due tipetti. Bene, arriviamo al GPM di Bassiano, ci copriamo ed iniziamo la velocissima discesa verso Sezze. E quì arriva la seconda idea brillante di OrsoMars: saliamo verso Sezze centro e riscendiamo verso Sezze Scalo dove c’e’ il punto di controllo. Potremmo fare tranquillamente una stradina a destra in leggero falsopiano e riconnetersi in discesa verso Sezze Scalo ed invece ci facciamo altri 2 km di salita, non impegnativissima ma sempre benedetta salita, ed arrivati in centro di Sezze ci accoglie una processione con banda e majorettes, così siamo costretti pure a fare lo slalom tra i suonatori ed i bastoni delle belle signorine. Arriviamo al punto di controllo di Sezze Scalo, timbriamo, prendiamo un caffè e brioche e ripartiamo in direzione di Terracina. La temperatura si è alzata, quindi è veramente piacevole andare in bici, tra una chiacchera e l’altra arriviamo alla ridente località  turistica pontina. Sul lungomare ci attende il Bar Malù per il terzo controllo, ci raggiungono anche i Ciclonauti ed uno di loro si fuma pure una sigaretta e gli altri compagni si pappano una “sleppa” di panino con dentro la carne fritta da svenimento. Apposto il timbro e rifocillati (con cibi decisamente più consoni ai dettami della corretta alimentazione ciclistica) ripartiamo in direzione San Felice e da lì verso Torre Paola da dove inizia uno dei più bei lungomare d’Italia, 20 km circa di lingua asfaltata con il mare da una parte ed i laghi costieri dall’altra. Non molliamo di un km, sempre fissi tra i 30 ed i 35 km/h. Da soli e’ una faticaccia, non ci diamo cambi regolari, è OrsoMars che detta il ritmo ed io, ogni tanto lo faccio un po’ rifiatare: sembriamo la chioccia ed il suo pulcino.
Nella randonnè da 200 km, la vera sfida inizia al km 150, è questo il limite dal quale inizia la parte più impegnativa. Devo far ricorso ad ogni segreta energia del mio corpo per seguire la ruota di OrsoMars, il quale, ad ogni km che passa va sempre più forte. Ormai sono diversi km che non gli do il cambio ma sembra non farci caso più di tanto, va dritto e spedito come una littorina. Arriviamo al punto già  passato in mattinata, mancano solo 10 km all’arrivo, ma non acceleriamo, continuiamo a procedere con regolarità  come in precedenza e così fino all’arrivo: è questo il segreto del randonneurs, sempre costante e regolare, mai uno spreco di energie e soprattutto credere nei propri mezzi oltre ogni limite. E all’arrivo nessuno striscione, nessuno che applaude, nessun giudice, solo un addetto che ti mette l’ultimo timbro e annota l’orario di arrivo. La gioia del randonneur è interiore, lui sa di aver fatto la sua piccola impresa, l’ha fatta soprattutto per se stesso e ne gioisce da solo.
Si ma… quanto ci hai messo Paolo? Nella randonnè il tempo impiegato è la cosa più inutile, quello che conta è che l’hai fatta, stop.
Comunque, per la cronaca: 195 km, 1200 m di dislivello in 7h 55m, con 7h 15m di pedalata e 40m di fermate. Media oraria totale 24,5 km/h, media oraria di effettiva pedalata 27 km/h.
Lo scorso anno OrsoMars sui 182 km di percorso ed uguale dislivello, aveva tenuto, con un gruppo di circa 30 elementi, 24 km/h di media.


OrsoMars » 16 anni fa
Il vyrus del Randonnéur ha beccato anche Succisa!

Bella giornata :-)

R.



pedalento » 16 anni fa
Non ho potuto per impegni familiari ma, l'anno scorso l'ho fatta.

Come un randoneer della domenica unica 200 Km della mia vita. Con lo spirito di farla comunque. Anche senza allenamento specifico.

Parigi era lontanissima ma i 300 li avrei provati e poi chissà ...

Le sensazioni riportate da Paolo sono le stesse che ricordo della mia esperienza.

150 Km sono alla portata di tutti i ciclisti che hanno un minimo di allenamento. 150-200 cominciano a dare il "profumo" di randonee.

Il "gusto" ( che non ho provato ) comincia, secondo me, con i 300.

Ma quei 50 ultimi Km della "corta" ci dovrebbero aver fatto capire cosa ci aspetta e come si affrontano 13-14 ore in bicicletta. Cosa che ho avuto già  il piacere di provare con 13,5 ore in MTB un paio di anni fà  ....

Complimenti a tutti, comunque!

quentin » 16 anni fa
Complimenti a Succisa! (ad OrsoMars non servono perchè lui è di un altro pianeta).

A leggere i suoi resoconti sembra di vivere dal vero le imprese.

Un suggerimento da nuovo "commerciale" di Pedalando: hai mai pensato di raccogliere i reportage in una sorta di diario? Ancora mi ricordo la cronaca di una tua gara sulle Dolomiti (forse la DSB) con principio di congelamento e quella della prima 24H-MTB di Roma.

Torpado » 16 anni fa
E bravi "ragazzi", complimenti. :clap:

Pardon Paolo, ma visto che ci siamo pippati circa 140 in mtb con fango e pioggia, e la volta prima altri 150 (almeno io), com'è possibile che 200 in bdc siano più duri? Almeno è questo che sembra uscir fuori dal tuo racconto (peraltro avvincente come tutti gli altri che hai scritto). Pura curiosità .

succisa » 16 anni fa


E bravi "ragazzi", complimenti. :clap:

Pardon Paolo, ma visto che ci siamo pippati circa 140 in mtb con fango e pioggia, e la volta prima altri 150 (almeno io), com'è possibile che 200 in bdc siano più duri? Almeno è questo che sembra uscir fuori dal tuo racconto (peraltro avvincente come tutti gli altri che hai scritto). Pura curiosità .

Torpado

E' una domanda che mi sono fatto pure e non sono riuscito a rispondere.
Per certi versi questa 200 km per me e' stata quasi piu' tosta della Maratona delle Dolomiti.
Probabilmente io non sono passista e in tutta questa pianura ho sofferto molto. In salita invece cambia la posizione in sella, le parti intime soffrono meno e poi c'e' la discesa, pericolosa in bdc ma sempre discesa.
Ho sofferto sopratutto sul lungomare dove spingere rapporti da pianura e' (x me ) molto faticoso.
Il tempo impiegato alla Maratona e' molto simile a questa 200 km ed ero solo leggeremente piu' affaticato (tieni presente che la Maratona sono 142 km con 4200 m di dislivello).
In mtb e' tutta un'altra storia: stai sempre a muoverti sulla sella e non si soffre piu' di tanto con problemi alle parti intime. Eppoi c'e' il bosco, il verde, hai un contatto con la terra diverso.

Insomma....non so se sono riuscito a spiegarmi....ma io amo la mtb e la bdc mi piace ma non mi fa impazzire.

lampo » 16 anni fa



E bravi "ragazzi", complimenti. :clap:

Pardon Paolo, ma visto che ci siamo pippati circa 140 in mtb con fango e pioggia, e la volta prima altri 150 (almeno io), com'è possibile che 200 in bdc siano più duri? Almeno è questo che sembra uscir fuori dal tuo racconto (peraltro avvincente come tutti gli altri che hai scritto). Pura curiosità .

Torpado

E' una domanda che mi sono fatto pure e non sono riuscito a rispondere.
Per certi versi questa 200 km per me e' stata quasi piu' tosta della Maratona delle Dolomiti.
Probabilmente io non sono passista e in tutta questa pianura ho sofferto molto. In salita invece cambia la posizione in sella, le parti intime soffrono meno e poi c'e' la discesa, pericolosa in bdc ma sempre discesa.
Ho sofferto sopratutto sul lungomare dove spingere rapporti da pianura e' (x me ) molto faticoso.
Il tempo impiegato alla Maratona e' molto simile a questa 200 km ed ero solo leggeremente piu' affaticato (tieni presente che la Maratona sono 142 km con 4200 m di dislivello).
In mtb e' tutta un'altra storia: stai sempre a muoverti sulla sella e non si soffre piu' di tanto con problemi alle parti intime. Eppoi c'e' il bosco, il verde, hai un contatto con la terra diverso.

Insomma....non so se sono riuscito a spiegarmi....ma io amo la mtb e la bdc mi piace ma non mi fa impazzire.

succisa
Le attività  sportive, fatte con forte amore come nel tuo caso, anche se molto sofferenti, sembrano meno faticose, ma secondo me è solo pura illusione. Vivo anch'io le stesse sensazioni.

succisa » 16 anni fa
Se a qualcuno serve la traccia gps, la potete trovare qui:

->Link Sito<-


Se poi, a qualcuno gli va di perdere 10 minuti, leggete qui (per cortesia)

->Link Sito<-

e le Vostre sofferenze Vi sembreranno piu' lievi.
Sono contento di aver pedalato accanto a quest'uomo.
Forza Tony, Pedalando e' con te.


lampo » 16 anni fa


Se a qualcuno serve la traccia gps, la potete trovare qui:

->Link Sito<-


Se poi, a qualcuno gli va di perdere 10 minuti, leggete qui (per cortesia)

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e le Vostre sofferenze Vi sembreranno piu' lievi.
Sono contento di aver pedalato accanto a quest'uomo.
Forza Tony, Pedalando e' con te.


succisa
Ammirabile, forza TONY.

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