Da single qualcosa posso dire ma credo che sia ben poco rispetto a coloro che hanno condiviso il VIAGGIO in coppia con i non vedenti.
Trovandosi su una bdc l'impressione del viaggio è ovviamente diversa dall'andare in mtb, forse più vicina a ciò che siamo stati abituati a conoscere: l'asfalto che scorre infinito sotte le ruote, i cartelli stradali, l'informazione strappata al volo al passante di turno. E così anche i cambi dialettali dopo sette, otto ore di sella, il tempo per pensare solo a quando la salita del Macero (io solo all'andata) smetterà di essere al 10% e tanto altro tempo per pensare a se stessi o al perchè il contachilometri non si decide a passare al numeretto successivo.
Questo avveniva nei momenti di solitudine stradale e in bici, noi single, siamo soli anche in gruppo: tanti assieme ma ognuno infilato nel proprio ritmo, nella propria gestione delle risorse, nei propri limiti. In questo senso credo che l'esperienza dei tandem sia veramente unica: loro se fossero stati soli anche per poco sarebbero affondati come un ghiacciolo al sole. Li ho osservati attentamente nella continua ricerca di empatia muscolare e mentale: era l'unico sistema per portare l'avventura a termine, e vi assicuro che quando raggiungevano un buon accordo non li fermava nessuno.
Prima del paese di S.Severo, in Puglia, io e altri due single ci siamo messi a ruota del tandem di Cinzia e Rolando e su una spianata di 15km abbiamo filato a ritmi tra i 35 e 40kmh, tenendo la stessa velocità anche quando la strada appariva piana ma saliva dell'1 o 2%. Non avevo il garmin, bastavano le gambe a parlare chiaro, e dietro di noi il tandem di Giustino e Lorenzo con gommoni da mtb incalzava sul lato destro per non perdere quella scia magica. In quei 15 km non c'era tempo e modo per parlare o pensare ad altro che alla ruota posteriore del compagno che ti precedeva, tutto il resto era superfluo e controproducente.
Ognuno di noi avrà modo di rievocare i ricordi che lo hanno maggiormente coinvolto; io allo stato attuale amo ripensare al tandem dei siciliani con Vittorio alla guida e con un timbro di voce da un milione di decibel, che era in grado di arrampicarsi in salita come con una bdc single, le infinite spianate dove ognuno di noi cercava il primo tandem libero per succhiargli la scia, le battute di Marvelli sul circo Lupobike, l'intera piazza di Villavallelonga che ha accolto il nostro arrivo, ma più di ogni altra cosa l'enorme volontà ed autoironia degli atleti non vedenti. Personalmente mi sento un privilegiato ad aver trascorso del tempo con loro.