Eligio......questo racconto e' molto bello,ma proprio per questo motivo , lo potevi fare a puntate,così dava l'impressione di durare di piu' ;-) comunque l'ho letto tutto d'un fiato,e quando l'ho finito,mi sono accorto che ero stanco di gambe,talmente mi ero immedesimato,sopratutto sul pezzo che parla della salita del Sourasass.........na faticaccia!!!!Rinnovo ancora i complimenti a tutti voi!!ruotalibera
Anch'io voglio esprimenre emozioni e impressioni su questa manifestazione.
Inizio riportando testualmente il mex che DATASPORT ha inviato la sera precedente la gara ad ogni atleta: "METEO: Tempo variabile con possibilità di pioggia nel pomeriggio per la Sudtirol Sellaronda Hero. Temperatura al mattino 6°, durante il giorno 18-20°"
Tranquillizzato da queste previsioni, imprecando per i 65 eurozzi che mi avevano "sottratto" a volto scoperto e mano disarmata per una mantellina antipioggia, sono andato a nanna.
Alle 05,30 suona la sveglia e la prima cosa che faccio è aprire gli oscuranti del camper per vedere l'azzurro del cielo, magari con qualche velatura, a conferma del mex di cui sopra, invece... cielo nero pesto con tuoni in lontananza.
Sempre fiducioso nel mex penso: "...vedrai che tra poco le nuvole si apriranno e uscirà un bel sole".
Faccio come al solito colazione con un bel piatto di pasta in bianco e carico come una molla alle 07,00 mi avvio verso la linea di partenza ( per me prevista alle 07,40), e mettermi in griglia dove avrei dovuto incontrare Giramondo che mi aveva preso, a titolo precauzionale una cuffia da doccia nel suo albergo.
Arrivato nella piazza di ritrovo, al contrario di ciò che speravo, le nuvole si sono aperte ma per buttare giù acqua a secchiate e non per far uscire il sole.
Nella confusione generale, dato il gran numero di biker che cercavano riparo ai lati della strada oltre le transenne, mi sono ritrovato bloccato su un marciapiede insieme ad altri che dovevano come me raggiungere la griglia 2B.
Un addetto al controllo ci dice di aspettare e che appena lo starter avrebbe dato il via alla nostra griglia avrebbero tolte le transenne e ci avrebbero fatto accodare.
Alle 07,45 lo sparo dello starter da il via alla nostra griglia e partiti coloro che erano riusciti ad inserirsi, quelli che eravamo in attesa sul marciapiede attraverso un varco nelle transenne ci siamo accodati. Erano già 45 minuti che stavamo sotto un'acquazzone incredibile e con una temperatura veramente rigida.
Mi avvio cercando di scaldarmi pedalando ad elevata frequenza nel tratto in asfalto che, già in buona pendenza, portava all'imbocco della sterrata per il primo GPM del Danterciepies.
Affronto la salita imponendomi un ritmo non esagerato vista la lunghezza della gara, ma con l'intento di scollinare entro un'ora.
Seppur con molta difficolta, visto il gran numero di biker sul tracciato e con l'acqua che ci veniva incontro, riesco a non mettere piede a terra fino al rifugio Belvedere a quota 2100 mt circa, dopodichè per l'elevata pendenza unita alla scivolosità del sentiero e al fango che si era creato ai lati, procedo per circa 300 metri a piedi fino ad un tornantino che consente di risalire in sella.
Sentito il primo bip del servizio di cronometraggio mi butto giù in discesa verso Passo Gardena dove è previsto il primo ristoro, ma che salto continuando a scendere verso Corvara.
A Corvara si riprende a salire verso Pralongià e seppur tosta, con un tratto su asfalto ed il resto su carrabile con un buon fondo, si pedala bene se non fosse per il cambio che inizia a fare di testa sua non mantenendomi più il 34 e cambiando a suo piacere
La situazione cambio peggiora nel tratto in discesa verso Passo Campolongo, dove è previsto il secondo ristoro e dove, dopo aver mangiato due barrete, essermi liberato degli indumenti antipioggia, con una brocca d'acqua presa dal banco cerco di dare una pulita alla trasmissione.
Riparto percorrendo un bellissimo tratto in discesa.
Al 32° km circa inizia il calvario: la salita verso Sourasass, GPM a 2351 mt il più alto della gara.
Questa salita, lunga circa 8 km nei primi 3 km si presenta con pendenze che vanno dal 20 al 25% e con un fondo di scaglie di roccia rese viscide dalla pioggia. Tratto fatto completamente a piedi. Usciti dalla pietraia il fondo migliorava e consentiva di risalire in bici.
Giunti allo scollinamento iniziava un lunghissimo single track in costa che termina sulla statale per il Passo Pordoi. In 2 km di salita su asfalto ho raggiunto il Passo e qui di nuovo in discesa in single track, molto tecnico, con radici bagnate scivolosissime, scaloni e tanto fango, fino a Canazei, dove l'assistenza tecnica cerca, con un cacciavite, di liberare il cambio e il deragliatore dalla morsa del fango accumulato, e olia la catena.
Riparto, ma a Campitello proprio all'inizio dell'ultima durissima e lunga salita che conduce a Passo Duron, mi fermo per lavare bene (con il tubo dell'acqua di un albergo) e oliare la trasmissione diventata ormai un cambio automatico.
Raggiunto Passo Duron mi fermo all'ultimo ristoro e dopo due gel e un bel bicchiere di coca, affronto gli ultimi 15 km così suddivisi: 4/5 km di discesa, 2 km che salgono a Montepana che si fanno molto sentire essendo io ormai alla frutta, 6/7 km di pura goduria trattandosi di discesa su forestale, un paio di km di saliscendi e poi la discesa finale su Selva che conduce fin sotto l'arco del traguardo.
L'emozione di avercela fatta mi ha fatto accapponare la pelle. La gente al traguardo che ti applaude e ti dice bravo, anche se sei arrivato ad un giorno di distanza dal vincitore, ti fa rendere conto di aver compiuto una vera impresa.
Sono veramente felice di aver partecipato e di aver raggiunto l'obbiettivo, cioè il traguardo e con un tempo "pedalato" di 7h36'50" alla media di 10,8 km/h/ ( ufficiale 8h10'53" alla media di 10,022 km/h) niente male considerando i problemi avuti. Lo scenario delle Dolomiti è semplicemente incantevole anche se in gara, e con quelle condizioni, non me lo sono goduto affatto.
Il percorso è molto bello, mi è piaciuta molto anche la parte tecnica. Da eliminare la salita al Sourasass, perchè io amo starci sopra alla bici, seppur faticando, e non a fianco a spingerla.
Per quanto riguarda l'impegno fisico, beh, questa non è una gara che si può improvvisare. Non è dura...di più. La sera eravamo tutti alla premiazione, per applaudire il grande Baffogrigio, (secondo di categoria. Complimenti vivissimi. Grande!!!) ma non ho resistito fino al suo momento. Ero distrutto dalla fatica e salutata la compagnia sono andato a letto e credo di non essermi addormentato ma di essere...SVENUTO.
Al prossimo anno.... forse....chissà ...nunlosò...penso de no...vedremo
Complimenti a tutti i ragazzi del Gruppo che hanno affrontato e portato a termine la gara e un grande in bocca al lupo a Ska per una rapida guarigione. Peccato Giulia ti rifarai il prossimo anno.
ruotalibera
.....................
Per quanto riguarda l'impegno fisico, beh, questa non è una gara che si può improvvisare. Non è dura...di più.
..................
Al prossimo anno.... forse....chissà ...nunlosò...penso de no...vedremo
................
Quoto!!Ma l'idea della cuffia.......vi è venuta grazie ai quei 2 "shampisti!" di Arsoli che avete preso in giro per tutto il giro?.....uno dei due,come lo chiamava marcolino?? "...............er tinta"?!! ;-)ruotalibera
avrei dovuto incontrare Giramondo che mi aveva preso, a titolo precauzionale una cuffia da doccia nel suo albergo.
Complimenti Elgio, un bel racconto (mi ricorda qualcuno) dal leggere con calma.ruotalibera
Anch'io voglio esprimenre emozioni e impressioni su questa manifestazione.
Inizio riportando testualmente il mex che DATASPORT ha inviato la sera precedente la gara ad ogni atleta: "METEO: Tempo variabile con possibilità di pioggia nel pomeriggio per la Sudtirol Sellaronda Hero. Temperatura al mattino 6°, durante il giorno 18-20°"
Tranquillizzato da queste previsioni, imprecando per i 65 eurozzi che mi avevano "sottratto" a volto scoperto e mano disarmata per una mantellina antipioggia, sono andato a nanna.
Alle 05,30 suona la sveglia e la prima cosa che faccio è aprire gli oscuranti del camper per vedere l'azzurro del cielo, magari con qualche velatura, a conferma del mex di cui sopra, invece... cielo nero pesto con tuoni in lontananza.
Sempre fiducioso nel mex penso: "...vedrai che tra poco le nuvole si apriranno e uscirà un bel sole".
Faccio come al solito colazione con un bel piatto di pasta in bianco e carico come una molla alle 07,00 mi avvio verso la linea di partenza ( per me prevista alle 07,40), e mettermi in griglia dove avrei dovuto incontrare Giramondo che mi aveva preso, a titolo precauzionale una cuffia da doccia nel suo albergo.
Arrivato nella piazza di ritrovo, al contrario di ciò che speravo, le nuvole si sono aperte ma per buttare giù acqua a secchiate e non per far uscire il sole.
Nella confusione generale, dato il gran numero di biker che cercavano riparo ai lati della strada oltre le transenne, mi sono ritrovato bloccato su un marciapiede insieme ad altri che dovevano come me raggiungere la griglia 2B.
Un addetto al controllo ci dice di aspettare e che appena lo starter avrebbe dato il via alla nostra griglia avrebbero tolte le transenne e ci avrebbero fatto accodare.
Alle 07,45 lo sparo dello starter da il via alla nostra griglia e partiti coloro che erano riusciti ad inserirsi, quelli che eravamo in attesa sul marciapiede attraverso un varco nelle transenne ci siamo accodati. Erano già 45 minuti che stavamo sotto un'acquazzone incredibile e con una temperatura veramente rigida.
Mi avvio cercando di scaldarmi pedalando ad elevata frequenza nel tratto in asfalto che, già in buona pendenza, portava all'imbocco della sterrata per il primo GPM del Danterciepies.
Affronto la salita imponendomi un ritmo non esagerato vista la lunghezza della gara, ma con l'intento di scollinare entro un'ora.
Seppur con molta difficolta, visto il gran numero di biker sul tracciato e con l'acqua che ci veniva incontro, riesco a non mettere piede a terra fino al rifugio Belvedere a quota 2100 mt circa, dopodichè per l'elevata pendenza unita alla scivolosità del sentiero e al fango che si era creato ai lati, procedo per circa 300 metri a piedi fino ad un tornantino che consente di risalire in sella.
Sentito il primo bip del servizio di cronometraggio mi butto giù in discesa verso Passo Gardena dove è previsto il primo ristoro, ma che salto continuando a scendere verso Corvara.
A Corvara si riprende a salire verso Pralongià e seppur tosta, con un tratto su asfalto ed il resto su carrabile con un buon fondo, si pedala bene se non fosse per il cambio che inizia a fare di testa sua non mantenendomi più il 34 e cambiando a suo piacere
La situazione cambio peggiora nel tratto in discesa verso Passo Campolongo, dove è previsto il secondo ristoro e dove, dopo aver mangiato due barrete, essermi liberato degli indumenti antipioggia, con una brocca d'acqua presa dal banco cerco di dare una pulita alla trasmissione.
Riparto percorrendo un bellissimo tratto in discesa.
Al 32° km circa inizia il calvario: la salita verso Sourasass, GPM a 2351 mt il più alto della gara.
Questa salita, lunga circa 8 km nei primi 3 km si presenta con pendenze che vanno dal 20 al 25% e con un fondo di scaglie di roccia rese viscide dalla pioggia. Tratto fatto completamente a piedi. Usciti dalla pietraia il fondo migliorava e consentiva di risalire in bici.
Giunti allo scollinamento iniziava un lunghissimo single track in costa che termina sulla statale per il Passo Pordoi. In 2 km di salita su asfalto ho raggiunto il Passo e qui di nuovo in discesa in single track, molto tecnico, con radici bagnate scivolosissime, scaloni e tanto fango, fino a Canazei, dove l'assistenza tecnica cerca, con un cacciavite, di liberare il cambio e il deragliatore dalla morsa del fango accumulato, e olia la catena.
Riparto, ma a Campitello proprio all'inizio dell'ultima durissima e lunga salita che conduce a Passo Duron, mi fermo per lavare bene (con il tubo dell'acqua di un albergo) e oliare la trasmissione diventata ormai un cambio automatico.
Raggiunto Passo Duron mi fermo all'ultimo ristoro e dopo due gel e un bel bicchiere di coca, affronto gli ultimi 15 km così suddivisi: 4/5 km di discesa, 2 km che salgono a Montepana che si fanno molto sentire essendo io ormai alla frutta, 6/7 km di pura goduria trattandosi di discesa su forestale, un paio di km di saliscendi e poi la discesa finale su Selva che conduce fin sotto l'arco del traguardo.
L'emozione di avercela fatta mi ha fatto accapponare la pelle. La gente al traguardo che ti applaude e ti dice bravo, anche se sei arrivato ad un giorno di distanza dal vincitore, ti fa rendere conto di aver compiuto una vera impresa.
Sono veramente felice di aver partecipato e di aver raggiunto l'obbiettivo, cioè il traguardo e con un tempo "pedalato" di 7h36'50" alla media di 10,8 km/h/ ( ufficiale 8h10'53" alla media di 10,022 km/h) niente male considerando i problemi avuti. Lo scenario delle Dolomiti è semplicemente incantevole anche se in gara, e con quelle condizioni, non me lo sono goduto affatto.
Il percorso è molto bello, mi è piaciuta molto anche la parte tecnica. Da eliminare la salita al Sourasass, perchè io amo starci sopra alla bici, seppur faticando, e non a fianco a spingerla.
Per quanto riguarda l'impegno fisico, beh, questa non è una gara che si può improvvisare. Non è dura...di più. La sera eravamo tutti alla premiazione, per applaudire il grande Baffogrigio, (secondo di categoria. Complimenti vivissimi. Grande!!!) ma non ho resistito fino al suo momento. Ero distrutto dalla fatica e salutata la compagnia sono andato a letto e credo di non essermi addormentato ma di essere...SVENUTO.
Al prossimo anno.... forse....chissà ...nunlosò...penso de no...vedremo
Complimenti a tutti i ragazzi del Gruppo che hanno affrontato e portato a termine la gara e un grande in bocca al lupo a Ska per una rapida guarigione. Peccato Giulia ti rifarai il prossimo anno.