La maestosita' del Vulcano incuteva timore, "fino a li' bisogna salire?" chiedevano i bikers alla partenza, ma il Passero indicava con decisione il nostro obbiettivo.
Si, fino a li', miei prodi. Prodi ? Ma de che? Mai vista una banda cosi' sgangherata di bikers dare l'assalto alla vetta della montagna partnopea.
Procediamo abbastanza spediti fino alla strada Matrone, quando una pattuglia di guardie forestali ci arresta e ci intima di fare un veloce
ritorno alle auto. Qui non potete salire, e' Riserva Integrale. Integrale? Ma se non c'e' uno straccio di recinzione, un minino accenno di cartello
che indichi il divieto e sopratutto l'Ente Parco che addiritura sponsorizza i vari percorsi con tanto di paline e cartellonistica nuova di fiamma.
Si lo so le dobbiamo rimuovere ma voi da qui' ve ne dovete andare. Qualche muguno di troppo, il forestale scende dalla macchina e con tono intimidatorio
ci indica che l'unica strada possibile era quella del ritorno. Non servono a nulla i pianti grechi ne' il fatto che ci siamo svegliati alle 4,30 per salire "in coppa al Vesuvio",
tocca fare retro-front. Una volta che i forestali si sono allontanati, il gruppo si spacca in due sottogruppi: i "precisi" decidono di uscire dalla riserva ed arrivare in cima alla vetta
per la comoda asfaltata, i "menefreghisti" invece, decidono che non potevano rinunciare alla escursione della vita, optano quindi per il proseguimento dell'escursione.
Non si puo' descrivere a parole quello che si prova ad avvicinarsi alla meta, la bocca del Vulcano. Anche un gruppo di lavoratori ci si mette a darci qualche problema
ma si convincono abbastanza facilmente ed abbiamo accesso al sentierino che conduce alla sommita' del cratere.
L'enorme cratere incute timore, un po' di fumo si alza dal fondo, mammamiachespettacolo!
La nebbia sembra avvolcerci, decidiamo quindi per un veloce abbassamento di quota, ma le emozioni non sono finite, ci immettiamo nella Valle dell'Inferno, bellissima,
sembra di essere nel mezzo di un suolo lunare, immagino cosa potesse essere durante l'eruzione del 79 d.C., forse il luogo piu' infuocato di tutto il vulcano.
Il single track e' strepitoso, ci divincioliamo nella macchia mediterranea come gatti eccitati. Stefrox mi indica di andare avanti perche' c'e' un tratto "simpatico",
non me lo faccio dire 2 volte e affronto un ripido passagio da freeride in mezzo alle rocce vulcaniche, emozionante, la Epic sceglie la traettoria piu' complicata
ma alla fine ha visto giusto lei, meglio le dure rocce piuttosto che imbarcarsi nella lava smossa.
Continuiamo a scendere e ritorniamo alla Strada Matrone, speriamo di non ribeccare ora i forestali.
Curviamo seccamente a dx, superiamo la sbarra e c'immettiamo in una forestale che corre in quota in mezzo alla pineta, le emozioni non sono ancora finite.
Prendiamo una forestale nella fitta pineta, affrontiamo alcuni passaggi tencici e ci abbassiamo bruscamente di quota fino a ritornare alle auto.
Questa gita da sola e' valsa l'iscrizione 2008 a Pedalando.
Grazie alle due guide Stefrox e Passero.
Bravissima a Guilia da me scherzosamente ribattezzata Heidi, una vera forza della natura: 18 anni, mai presa praticamente la mtb, si e' fatta
tutta l'escursione soffrendo manco troppo in salita e divertendosi tantissimo nella discesa.
Senatrici tremate .....forze nuove all'orizzonte potrebbero spodestare il Vs. trono.
Auguri a Stani per i suoi 60 anni.
Il Passero che indica la nostra meta : il Vesuvio

Carlomagno in un passagio di lava

Panorama

Verso il cratere 1

Verso il cratere 2

Cratere 1

Cratere 2

Discesa Matrone

La Valle dell'Inferno

Single Track della Valle dell'Inferno

Il gruppo dei Menefreghisti