90 km, 3000 m di dislivello, tutti praticamente sterrati nello splendida cornice dei Monti Simbruini, una bella giornata di sole, un’allegra e motivata compagnia, questo in sintesi la Simbruini Superbike 2008 di Pedalando. Grazie alla progettazione di Magistri ed Orsomars (non presente per impegni familiari), un manipolo di 10 bikers si avventura sugli sterrati di Monte Autore e Campo Staffi per una sfida al limite dell’impossibile: tutti i Simbruini in una sola giornata in mtb!
Il nome scimmiotta la celebre Dolomiti Superbike, la gara più dura che si svolge in Italia, ma, quando sono tornato alla macchina, la fatica di questa Simbruini Superbike non aveva nulla da invidiare alla più blasonata gara. Il chilometraggio ed il dislivello sono inferiori, ma quello che fa la differenza sono le discese, tutte tecniche, difficili, assurde, dove molte volte bisogna prendere la bici in spalla, insomma, questo percorso non dà al biker un attimo di tregua, un momento di fiato per potersi riprendere, le salite sono dure, alcune anche con il fondo sconnesso, le discese non hanno nulla da invidiare al freeride, la pianura praticamente non esiste.
Nonostante l’elevata difficoltà dell’escursione si presentano in ben 10 bikers alla partenza di Camerata Nuova (Magistri, Succisa, Maverick, Pino, Cicciobike, Mimmoginko, Presidente, Pininfarina, Matts e Janto). Fino a qualche anno fa, per il nostro gruppo, non solo era impensabile proporre una simile escursione, ma ancora più improbabile che si presentassero un numero così elevato di partecipanti. Purtroppo non possiamo rispettare l’orario di partenza prestabilito (8.00) per via di alcuni ritardatari e questo ci penalizzerà non poco, soprattutto nel finale dell’escursione. Partiamo quindi con un ritardo di circa 45 minuti, inoltre, all’inizio sembra che nessuno abbia voglia di pedalare, sono tutti molto timorosi dei km e del dislivello, ma se teniamo questa velocità non ci bastano 2 giorni per finire l’escursione. Finalmente, dopo Camposecco il gruppo decide di iniziare a pedalare seriamente ed arriviamo alla Cima di Monte Autore con 1,5 ora di ritardo rispetto alla tabella di marcia prestabilita. Nella discesa dopo il Passo del Procopio, il primo incidente, Maverick spacca il forcellino e riduce il cambio ad un ammasso informe di ferraglia. Esattamente come Carlomagno 1 anno fa nell’escursione di Monte Autore, propongo quindi di ribattezzare questa valle, la Valle dei Forcellini. Ripariamo provvisoriamente il cambio e ripartiamo, ma, dopo un altro km, il secondo inconveniente, Mimmoginko spacca la sella. Anche lui come Maverick è costretto a fare ritorno alle auto. Al Santuario della SS.Trinità i due incidentati iniziano il ritorno, accompagnati anche dal Pininfarina che era venuto in auto insieme a Mimmoginko, quindi è stato costretto a tornare anche lui (forse ha avuto un presentimento, perché sulla strada del ritorno anche lui ha spaccato il forcellino). Proseguiamo verso Campo Staffi, dove arriviamo con circa 2 ore di ritardo sulla tabella di marcia. Ormai alcuni partecipanti temevano che l’escursione non potesse essere conclusa, ma non tenevano conto della “convinzione†dei due coordinatori, Magistri e Succisa. Volevamo concludere l’escursione e avremmo fatto di tutto per completarla, salvaguardando ovviamente l’incolumità dei partecipanti. Ovviamente, non ci siamo risparmiati nulla, anche la salita a Campo Staffi l’abbiamo fatta risalendo per la sciovia e non tagliando per un più agevole passaggio nel bosco adiacente, ma tant’è, oggi abbiamo deciso di soffrire e così sia. La discesa da Campo Staffi alla Valle del Renga non l’avevo mai fatta, ma Vi posso assicurare che aveva qualcosa di “paradisiacoâ€, tutta immersa nella boscaglia, sembrava che da un momento all’altro uscissero dei folletti a salutarci. Dopo l’altopiano della Renga, inizia la dura salita verso Camporotondo, iniziamo tutti ad essere un po stanchi, alcuni decidono di farsela a piedi per non appesantire ulteriormente i muscoli. Arriviamo a Camporotondo verso le 17, abbiamo ancora 3 ore scarse di luce, ma dentro di me sento che l’impresa è al limite della nostra fattibilità , ce la possiamo fare, ma, dobbiamo sbrigarci, non possiamo attendere ulteriormente per riprendere la marcia. Prima dell’ultima salita del Morbano, ci sono ancora due piccole asperità : Fonte della Spina ed Acquaramata. Sono corte entrambe ma fanno male, male parecchio a questo punto dell’escursione. Dopo la discesa di Campo Catino arriviamo al bivio per Pereto (a dx) Morbano (a sx), il solo Cicciobike decide che per lui la fatica è già stata oltre le aspettative e ritorna a Camerata per comoda strada da Pereto. Noi invece, proseguiamo alla volta dell’ultimo gpm di giornata, la salita del Morbano, che non è una mostruosità , ma a questo punto della giornata, ci sembra che stiamo per scalare il Mortirolo. Arriviamo in cima che sono le 19 passate, cavoli, abbiamo da fare due discese supertecniche ed una di queste è Fosso Fioio. Mmmmm, si mette male, prendiamo a dx ed arriviamo ad un punto dove la strada finisce e ci buttiamo a capofitto nel bosco, seguendo la direzione di un ruscello di montagna in secca. Le probabilità di rompere la bici sono altissime ma, arrivati a questo punto speriamo nella buona sorte. Portiamo la bici a mano in diversi punti e, alla fine, arriviamo a Fosso Fioio alle 19.40, praticamente nel bosco è già buio da mezzora, ma tiro un sospirone di sollievo, abbiamo superato la penultima difficoltà di giornata. Ora, rimane l’ultima, Fosso Fioio, che di giorno è difficile, figuriamoci di notte senza luci. Pedalo e prego la Madonna della Guardia, protettrice degli sportivi, quest’estate sono stato sul Passo della Cisa e ho detto alcune preghiere per tutto il gruppo, speriamo che ci protegga anche in questa occasione, ne abbiamo proprio bisogno. Fosso Fioio è un letto di fiume, figuratevi cosa significhi farlo di notte con il buio. Verso le 20.15 quando ormai neppure un piccolo spiraglio di luce filtra più, ecco che Janto tira fuori la sua Sigma Powerled e all’improvviso iniziamo a vedere qualcosa davanti a noi. Ci riuniamo tutti intorno a Janto, 2 davanti, 2 dietro, Janto ed il Presidente in mezzo, così riusciamo ad arrivare alle prime case di Camerata. Mai tanto piacevole fu la visione delle luci di quel piccolo, sparuto, gruppetto di case, avevamo completato la prima Simbruini Superbike.
Arriviamo al bar del paese alle ore 20.40, un bel brindisi ed un arrivederci al prossimo anno, nella speranza che questa escursione diventi una “classica†del nostro gruppo
PS:
Grazie a Massimo e Orsomars per la progettazione,
grazie a tutti i partecipanti non non avermi mandato a quel paese ogni volta che dicevo di riprendere la marcia,
grazie Pedalando, condividere questo giro con degli amici e' emozionante